Il consenso del presidente francese Emmanuel Macron non è mai stato molto alto. L’ex socialista leader di “En Marche”, un movimento fondato ad hoc per sostenere la candidatura dell’uomo dei poteri forti dell’Unione Europea, è stato scaltro nell’approfittare di una Francia divisa ideologicamente, che si è rifiutata di sostenere il candidato di destra Marine Le Pen.
Il suo neocentrismo gli ha consentito di vincere le elezioni presidenziali francesi del 2017 con soltanto il 27% dei voti, che gli ha permesso però di raccogliere i voti della maggior parte dell’elettorato attivo, coalizzato contro il pericolo populista ed estremista di Marine Le Pen. Tuttavia se qualcuno nutriva ancora qualche speranza nel volto nuovo della politica francese deve rassegnarsi di fronte alla piega che hanno preso le proteste dei Gillet Gialli, giunti alla ventunesima settimana di dimostrazioni.
Il movimento spontaneo nato in Francia nelle maggiori città, dopo l’aumento dei prezzi del carburante ha gettato un masso di grave entità sopra la popolarità del presidente francese, che già era crollato dopo i primi mesi di governo. Adesso Macron si attesta al di sotto del 30% di popolarità, mentre il suo partito è dato al di sotto del partito della Le Pen Ressemblement National, rispettivamente al 22 e al 23% per le prossime europee.
In oltre cinque mesi di lotte il movimento di Gilet Gialli ha dimostrato che l’insoddisfazione per il nuovo corso macroniano è profondo, sebbene faccia fatica a trasformarsi in consenso politico. La dura repressione compiuta dai gendarmi francesi sin dalle prime battute delle proteste ha consegnato all’opinione pubblica un presidente francese che mostra finalmente il fianco, forse ben conscio che sulla popolarità delle sue riforme si gioca tutta la sua carriera politica. Non sono pochi i feriti nelle fila dei manifestanti, molti dei quali hanno addirittura perso un occhio.
Nella ventunesima settimana di sciopero i Gillet Jaunes hanno chiesto, oltre alle dimissioni del presidente Macron, l’aumento dei salari, la rimozione dei privilegi dei politici, il taglio delle accise. Nonostante i media in Francia provino a minimizzare la portata della protesta, la partecipazione alle manifestazioni non accenna a diminuire, non una bella notizia per En Marche.