Emmanuel Macron

L’aveva promesso Macron nel suo discorso di inizio anno alla stampa francese: “Vogliamo proteggere la vita democratica da false informazioni”, aveva annunciato il Capo dello Stato. Dopo che diversi rappresentanti dell’informazione e associazioni per i diritti civili hanno emesso riserve sul rischio di limitare la libertà di stampa, il governo ha deciso di stabilire che la normativa servirà solo nel periodo elettorale. Da ieri sono arrivate in Parlamento due proposte di legge presentate dal gruppo En Marche. L’obiettivo dichiarato è impedire la manipolazione dell’informazione, anche attraverso le nuove tecnologie a ridosso del voto.

Nella campagna per le presidenziali del 2017 lo stesso Macron era stato oggetto di diverse bufale sulla vita privata e su un presunto conto in banca alle Bahamas. Tra i provvedimenti annunciati c’è la possibilità di attivare una procedura d’urgenza durante le campagne elettorali che consente ai giudici di bloccare o chiedere il ritiro di informazioni illecite dalla rete in 48 ore.

Quando sarà approvata la riforma?

La riforma sarà operativa tre mesi prima del voto e, se sarà approvata come sembra probabile, entrerà in vigore già per le elezioni europee della prossima primavera. I singoli candidati e partiti potranno rivolgersi alla giustizia per fare cessare la diffusione di false informazioni. Nuovi poteri andranno al Consiglio superiore dell’audiovisivo che sarà autorizzato a vietare, sospendere o cancellare la diffusione di servizi su emittenti “controllate da uno stato straniero o sotto l’influenza di quel stato, quando minacciano gli interessi fondamentali della nazione”.

Nel mirino del progetto di legge ci sono l’emittente Russia Today e il sito Sputnik. Macron ha accusato questi organi di stampa di essere pilotati dal Cremlino, responsabili di “propaganda menzognera”, e non hanno mai ottenuto l’accredito stampa dall’Eliseo. Nella proposta di legge viene stabilito che un magistrato potrà censurare qualsiasi “affermazione sprovvista di elementi verificabili e che possano renderla verosimile”.

Società civile e opposizioni insorgono

Una definizione troppo vaga secondo molti esponenti dell’opposizione e già criticata dal Sindacato Nazionale dei Giornalisti. Reporters sans frontières valuta il testo come “inefficace, potenzialmente pericoloso, in quanto potrebbe portare alla censura”.

I deputati stanno esaminando più di 200 emendamenti presentati dall’opposizione, soprattutto dalla France Insoumise di Jean-Luc Mélenchon in merito alla nomina dei membri del Consiglio superiore audiovisivo, alle sovvenzioni alla stampa e alla creazione di un consiglio per la deontologia dell’informazione.