Le languide carezze della notte della vittoria del pargolo dell’alta finanza, sono già finite. Dal centro della Francia, è arrivato un primo avvertimento al taumaturgo rothschildiano Emmanuel Macron.
“Abbiamo minato la fabbrica”. Con queste parole, il delegato sindacale di GM&S de La Souterraine, un impianto della Creuse, ha annunciato che gli operai hanno minato il sito con bombole di gas.
Gli operai rischiano di perdere il lavoro per la chiusura ormai imminente dello stabilimento, che riceve subappalti da PSA (Peugeot e Citroen) e Renault.
L’azienda è in amministrazione controllata dal dicembre 2016. Il tempo ormai stringe: il 23 di maggio è il termine ultimo per trovare un acquirente. In un comunicato i sindacati hanno denunciato “il fallimento dei negoziati”.
Gli operai hanno anche distrutto due macchinari, tagliandoli in due con la fiamma ossidrica, come mostra in un tweet la radio locale France Bleu Creuse.
“Fa male al cuore, ma non abbiamo altra scelta per fare pressione, se non vogliamo scomparire!”, ha dichiarato un dipendente a France Info.
Dopo un periodo di grande incertezza e di vane promesse, sistematicamente disattese, gli operai, la cui età media è di 49 anni, si sono radunati nella fabbrica e dicono che intendono occuparla fino a quando non avranno ricevuto risposte da parte dei costruttori automobilistici. Al momento le trattative con le case automobilistiche sono ferme e non sono arrivate nuove commesse.
Sul posto ci sono anche rappresentanti della Confédération générale du travail (CGT), la confederazione sindacale francese. Sono stati proprio loro a riferire che gli operai hanno piazzato delle bombole ad aria liquida sotto il parcheggio, collegate a delle bottiglie di gas e a delle taniche di benzina.
“Quello che chiediamo sono incontri seri”, ha detto Vincent Labrousse, delegato della Cgt.
La forza lavoro appesa ad un filo è di circa circa 280 persone.