Militanti di Al-Nusra in compagnia di colleghi dell'ISIS.

“I primi raid (russi) sono stati contro individui e gruppi finanziati e addestrati dalla nostra Cia”, parola di John McCain, il figlio dell’Ammiraglio che causò il più grave incidente mai occorso sul ponte di una portaerei Usa non dovuto ad azioni nemiche (29 luglio ’67, USS Forrestal, 134 morti e 161 feriti), che ai microfoni dei media americani si sgola, lui che andò più volte in “pellegrinaggio” in Turchia e in Giordania, sorridente e impettito, a fianco dei peggiori capi terroristi operanti in Siria, per far capire quanto ‘cattivo’ sia l’intervento militare russo che in tre giorni ha eliminato più takfiri di quanti i jet di Obama abbiano colpito in quasi due anni di ‘missioni’ tra Siria e Irak.

In realtà dichiarazioni come quella di McCain (che é stata definita ‘inquietante’ dall’Arcivescovo di Hasakah Jacques Behnan Hindo) servono solamente a portare avanti un’operazione di guerra psicologica del Pentagono e della CIA che mira a convincere l’opinione pubblica occidentale del fatto che in Siria esistano differenti gruppi armati con agende diverse, che alcuni di essi siano ‘presentabili’ o quantomeno ‘meno impresentabili’ di altri e dovrebbero quindi venire risparmiati dalle operazioni militari lanciate da pochi giorni dalle forze russe su esplicita richiesta del legittimo Governo di Damasco.

Grosso modo la semplificazione giornalistica categorizza i gruppi terroristici attivi in Siria in tre campi: quello del cosiddetto ‘Esercito Siriano Libero’, collezione di milizie legati a gruppi di opposizione siriani o a esuli in Francia e negli Stati Uniti che usano come vessillo la vecchia bandiera della Siria pre-rivoluzionaria (esattamente come gli insorti anti-Gheddafi in Libia adottarono la bandiera della Libia di Re Idris), il Fronte Al-Nusra (incarnazione ‘siriana’ di Al-Qaeda) e gruppi sussidiari come Ahrar Sham e altri ancora, che si rifanno strettamente all’integralismo di matrice Wahabita (cioé all’Arabia Saudita e alla sua casa regnante) e, infine, il cosiddetto ‘Stato Islamico in Irak e Shams -Levante, cioé Libano e Siria-, chiamato ISIS dagli anglofoni ma che é più corretto indicare con l’acronimo arabo ‘Daash’ o ‘Daesh’.

I media americani vogliono ‘venderci’ l’impressione che l’FSA costituisca il gruppo dei ‘buoni’, i genuini oppositori di Assad, ‘ribelli moderati’, laici e amanti della Democrazia, che bisogna sostenere contro i ‘cattivi’ estremisti religiosi di Nusra e Daash, e al contempo proteggere dalle bombe e dai missili del cattivissimo Putin.

In realtà queste sigle sono etichette di comodo che dietro hanno i medesimi istigatori e finanziatori, e che esistono solo per consentire a queste agenzie ed entità (CIA, NATO, Esercito e servizi segreti turchi, israeliani, Arabia Saudita e Qatar) di reclutare uomini da diversi ‘serbatoi’ di manodopera e permettere loro di operare parallelamente nello stesso teatro (o negli stessi teatri, come nel caso del Daash, presente sia in Siria che in Irak) per i medesimi fini, anche al netto di apparenti divergenze nell’ideologia.

Basta scorrere le cronache dell’aggressione alla Siria in atto dal 2011 in avanti per rendersi conto che in realtà FSA, Nusra e Daash/ISIS sono pressoché indistinguibili nelle prassi operative: fanno amplissimo uso di droghe obnubilanti e desensitizzanti per permettere ai propri uomini di compiere le peggiori atrocità senza battere ciglio, uccidono civili a centinaia specie quando essi sono noti per affiliazione religiosa, politica o etnica come sostenitori del legittimo Governo siriano, fanno uso di autobombe, cinture esplosive e altri congegni per colpire indiscriminatamente, hanno fatto uso di aggressivi chimici (come del Ghouta Est vicino a Damasco e nel Nord dell’Irak).

La finzione che esistano frange ‘moderate’ di terroristi anti-Assad é una comoda impostura per mantenere l’impressione che gli Usa non siano direttamente coinvolti nel sostegno ad Al-Nusra o all’ISIS (come se Turchia, Arabia Saudita, Qatar, potessero impegnarsi a finanziare simili gruppi e bande senza la conoscenza e la benedizione della Casa Bianca), tanto una volta addestrati, armati e riforniti ci pensano gli stessi ‘ribelli moderati’, appena varcata la frontiera con la Siria a trasformarsi immediatamente in uomini di Al-Nusra o dell’ISIS, come fatto solo pochi giorni fa dalla cosiddetta ‘Divisione 30’, creata dalla CIA in Giordania e poscia passata ai vessilli neri di Al-Qaeda in Siria.

Gli USA hanno cercato di impedire a Vladimir Putin di intervenire a favore di Assad scatenando il golpe del Maidan in Ucraina per togliere alla Marina Russa la base di Sevastopol; questa mossa é stata vanificata quando la Crimea é stata unita alla Russia (e i convogli navali per Tartous hanno continuato a partire). Adesso che l’intervento militare russo sta spianando basi e strutture terroristiche in Siria agli Americani non resta che abbaiare al mondo, tramite il loro impero mediatico, cercando di dissuadere il Cremlino dal colpire almeno una parte delle loro pedine in Siria.

Siamo tuttavia fiduciosi che questi latrati saranno inefficaci, Putin non ha nulla da guadagnare ad accettare alcuna ‘linea rossa’ proposta da Washington e Obama non può influenzarlo in tal senso se non minacciando un ricorso alla forza militare; visto che ha esitato a usare quando si sarebbe trovato di fronte il solo Assad, l’idea che si risolva ad adoperarla ora che sul campo ci sono anche i Russi è totalmente assurda, anche solo come ‘bluff’.

Paolo Marcenaro