Al G20 di Buenos Aires, sotto lo sguardo del Presidente argentino Mauricio Macri che vestiva i panni dell’anfitrione, i vari leader convenuti hanno trovato alcune importanti intese su tematiche chiave come il commercio e i migranti, così come sulla questione ucraina, ma non su altre come ad esempio il clima. Nel complesso il vertice, che riunisce i venti paesi più industrializzati del mondo, ha comunque riportato un discreto successo.

Se sul cosiddetto COP21, ovvero l’Accordo di Parigi sul clima, i firmatari ne hanno ribadito l’irreversibilità, scontrandosi però col fermo diniego degli Stati Uniti, su tutto il resto vi è stata una certa identità di vedute, cominciando dalla crescita, giudicata “forte” anche se “sempre meno equilibrata”. In ogni caso, nella correlazione fra i due temi, gli Stati Uniti hanno dichiarato di essere impegnati a favore della “crescita economica, l’accesso all’energia e la sicurezza, utilizzando tutte le tecnologie e le risorse energetiche disponibili, proteggendo l’ambiente”.

Nel comunicato finale del vertice, durato due giorni, gli Stati del G20 hanno dichiarato di prendere nota “dei problemi commerciali attuali”, pur astenendosi da ogni condanna verso il protezionismo, anche per non creare ulteriori fratture dopo quella sull’ambiente col Presidente Donald Trump. Viene tuttavia riconosciuto il “contributo” del “sistema di commercio multilaterale”, pur sottolineando come esso non sia “all’altezza” in termini di crescita e di creazione di nuovi posti di lavoro.

Proprio sul tema della crescita, infatti, il G20 ha sottolineato come “alcuni dei principali rischi, tra cui le vulnerabilità finanziarie, si sono in parte materializzati”. Proprio per questo motivo il comunicato conclusivo afferma: “Riaffermiamo il nostro impegno a utilizzare tutti gli strumenti politici per una crescita forte, sostenibile, equilibrata e inclusiva e per salvaguardare i rischi di ribasso, intensificando il dialogo e le azioni per rafforzare la fiducia”.

A tal proposito, rispondendo in conferenza stampa ad una domanda sulla mancata condanna del protezionismo, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha così affermato: “E’ stato raggiunto un buon compromesso. Nel documento c’è un riferimento al commercio internazionale, e le varie sensibilità e posizioni dei Paesi hanno trovato una sintesi finale apprezzabile condivisibile e condivisa”.

A margine del vertice, e questa probabilmente è una delle notizie più importanti anche perché sconfessa molte voci che avevano preceduto l’aperture del G20 di Buenos Aires, Donald Trump e Vladimir Putin hanno avuto un breve incontro, come confermato anche all’agenzia russa Interfax dal portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. Sui contenuti di tale incontro, la sua collega per la Casa Bianca Sarah Sanders ha ugualmente confermato, pur mantenendosi sul vago: “Come è tipico di eventi multilaterali, il presidente Trump e la First Lady hanno avuto una serie di conversazioni informali con leader mondiali alla cena, compreso il Presidente Putin”.

Yuri Ushakov, consigliere per la politica internazionale del Cremlino, ha dichiarato di non sapere quando i due presidenti potranno nuovamente incontrarsi, ma allo stesso tempo ha riferito che in base ad un suo confronto col proprio omologo statunitense John Bolton non vi sia alcuna intenzione da parte di Russia e Stati Uniti di interrompere i loro rapporti. Ufficialmente, secondo Yuri Ushakov, i due presidenti si sarebbero incontrati in modo che Putin potesse rivolgere a Trump le sue condoglianze per la morte di George H. W. Bush Sr.

Vladimir Putin ha quindi incontrato anche Angela Merkel ed Emmanuel Macron, a cui avrebbe spiegato che il rilascio dei militari ucraini arrestati la scorsa settimana nella crisi navale in Crimea sia “una questione che riguarda la magistratura russa”. Alle ulteriori domande dei due leader europei su cosa sia ulteriormente necessario per risolvere la crisi con l’Ucraina, Putin avrebbe quindi fornito risposte in merito ai fatti avvenuti nel Mare di Azov giudicate come “spiegazioni esaustive”.

Anche l’incontro fra Donald Trump ed il suo omologo cinese Xi Jinping pare che sia stato piuttosto fruttuoso. “I rapporti con Xi Jinping sono ottimi e porteremo a casa qualcosa di grande per la Cina e per gli Stati Uniti”, ha infatti dichiarato con soddisfazione il Presidente americano. Anche Xi Jinping, parlando di “amicizia personale” col collega americano, ha detto che “Solo con la cooperazione tra noi possiamo assicurare gli interessi reciproci di pace e prosperità”.

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Nato a Pisa nel 1983. Direttore Editoriale de l'Opinione Pubblica. Esperto di politica internazionale e autore di numerosi saggi.