Oggi la “Marcia del Ritorno” organizzata da Hamas in occasione del “Land Day” s’è ben presto trasformata in una vera e propria macelleria. Rispondendo al lancio di pietre e molotov da parte dei manifestanti palestinesi, i soldati israeliani hanno aperto il fuoco lasciando a terra ben sette vittime, fra cui anche un sedicenne. Stando ai dati forniti dal Ministero della Sanità di Gaza, vi sarebbero anche “oltre 500 feriti”.

Il “Land Day”, che coincide con l’inizio della Pasqua ebraica, celebra ogni anno lo sciopero generale e le marce organizzate il 30 marzo 1976 in segno di protesta per l’esproprio dei terreni indetto da Israele ufficialmente per ragioni di sicurezza, più concretamente per assecondare la nascita di nuovi insediamenti di coloni.

Secondo l’esercito israeliano, “circa 17mila palestinesi” stanno manifestando ora “in cinque luoghi lungo la barriera” che separa la Striscia di Gaza dallo Stato d’Israele, e starebbero “bruciando pneumatici, lanciando bombe molotov e pietre contro la barriera. Le forze armate israeliane stanno rispondendo con misure di dispersione dei disordini e sparando verso i principali istigatori”.

Secondo vari media, l’esercito israeliano avrebbe a tal proposito schierato più di cento cecchini. Il gruppo arabo-israeliano per i diritti umani Adalah ha fatto sapere che “sparare contro i manifestanti di Gaza è illegale” e che viola tutte le norme internazionali.