Alla fine sarà nuovamente Grande Coalizione in Germania, dopo la riunione fiume durata quasi 24 ore che ha visto i leader di CSU, CDU e SPD mettersi d’accordo per un programma di governo. Per la terza volta sarà un governo di coalizione fra centrodestra e centrosinistra a sostenere la Cancelliera Angela Merkel, al suo quarto mandato consecutivo.
Secondo indiscrezioni i punti maggiormente discussi da Merkel e Schulz riguardano soprattutto i temi fiscali e la questione migratoria. D’ora in poi l’accoglienza dei richiedenti asilo non potrà superare un quota fissata a circa 220 mila unità per ogni anno, mentre la cosiddetta “Soli” (imposta di solidarietà) non dovrà superare i 10 miliardi. Inoltre si sarebbe giunti a un accordo sull’assicurazione sanitaria, da far gravare in modo equo sia sui lavoratori che sui datori di lavoro.
Nella cornice della Willy-Brandt-Haus, sede federale della SPD a Berlino, Martin Schulz ha dichiarato, durante la conferenza stampa, che “in tempi in cui la società mostra divergenze, abbiamo voluto dare un contributo alla coesione”. Giustifica così il leader dei socialdemocratici l’inversione a U compiuta rispetto all’ipotesi di Große Koalition, rinnegata in campagna elettorale e subito dopo le elezioni.
La Merkel ha raccontato che le trattative sono state intense, ma all’insegna della schiettezza. Qualcuno ha fatto trapelare di una certa turbolenza tra le parti durante la notte, tuttavia a detta di Schulz l’accordo tra i tre partiti non sarebbe mai stato a rischio. La Cancelliera ha poi sottolineato che c’è bisogno di un nuovo slancio per l’Europa, e un nuovo slancio per l’Europa “darebbe un nuovo slancio anche alla Germania”. Sempre secondo la Merkel infatti, l’accordo di coalizione è importante affinché si possa pensare a una Germania che possa essere vivibile anche tra dieci o quindici anni. Si è dimostrato soddisfatto anche il presidente della CSU Horst Seehofer.
Ora i leader di CDU, CSU e SPD dovranno raccogliere il consenso dei propri partiti per questo nuovo patto di governo. Schulz ha dichiarato a tal proposito che riunirà il proprio partito in un’assemblea straordinaria il prossimo 21 gennaio. Difficile a questo punto pensare che vi possa essere qualche ostacolo al terzo governo di Grande Coalizione, se tutto va bene ci sarà quindi il quarto governo targato Angela Merkel entro la prossima Pasqua (1° aprile).
Questo accordo spinge alla riflessione sul ruolo dell’SPD. I socialdemocratici ancora una volta daranno una mano ai democristiani tedeschi, c’è da chiedersi con quale obiettivo politico, visto il crollo dei consensi che da qualche anno vivono i socialdemocratici a favore sia della sinistra radicale sia delle destre populiste come l’AfD. L’ennesimo aiutino a una Merkel, che nel caso di nuove elezioni difficilmente sarebbe stata riconfermata come candidata al ruolo di Cancelliere, dimostra la differenza ideologica sempre più sottile tra i l’SPD e l’Unione, soprattutto quando vi è da difendere il progetto europeo.
L’Europa, anche in Germania, va difesa anche a scapito di temi fondamentali per la popolazione. E l’Europa è non a caso il primo dei temi trattati dal documento di 28 pagine rilasciato dai leader dei tre partiti, che sarà alla base dell’accordo di governo per i prossimo quattro anni. Si vuole costruire, recita il documento, un’Europa della Democrazia e della solidarietà, ma che sia capace anche di fare investimenti e di garantire la libera concorrenza. Si parla poi di un’Europa della Giustizia e della Pace. Un documento che potrebbe essere l’anteprima di qualche cambiamento in seno a Bruxelles rispetto agli anni scorsi. Per ora però restano gli anni di austerity imposti da Berlino ai paesi del Sud.
A sinistra dell’SPD non sono mancate le critiche al nuovo accordo. Sahra Wagenknecht, leader della Die Linke ha stigmatizzato il comportamento della SPD, ricordando che in Germania c’è “una larga diseguaglianza sociale”. “Da un lato” – ha dichiarato tramite i social la Wagenknecht – “ci sono salari sempre più bassi, lavoro poco sicuro, povertà degli anziani, dall’altro dividendi sempre più grossi e patrimoni milionari”. Mentre i Verdi si sono scagliati contro l’accordo sui migranti, definendolo “inumano”.
Ha commentato il successo delle trattative anche il Presidente della Commissione Europea Juncker, che ha definito la notizia “una grande vittoria per l’Europa”. Una grande vittoria per l’Europa probabilmente, ma non per l’SPD, che potrebbe presto pagare questo favore alla Merkel in termini di consenso elettorale.