
La Germania, e Berlino in particolare, verrà blindata il 31 dicembre, per scongiurare il ripetersi degli eventi di due anni fa, a Colonia. Durante i festeggiamenti di fine anno del 2015, infatti, centinaia di donne vennero stuprate da uomini tutti descritti come nordafricani o arabi.
Le donne che denunciarono, tra l’altro, subirono attacchi fortissimi da parte di un’ampia fetta di opinione pubblica, che le accusava di razzismo e di fomentare l’odio razziale. In altre parole, non avrebbero dovuto denunciare gli stupri subiti, per evitare che si venisse a sapere che gli stupratori erano arabi e nordafricani.
Gli eventi di Colonia hanno accentuato le tensioni nel Paese, già travagliato dal grande afflusso di rifugiati e migranti – 1,1 milioni di persone sono arrivate in Germania nel 2015, ma i veri rifugiati sono pochissimi.
Ciononostante, non è possibile in Germania (o in Italia, se è per questo) ammettere pubblicamente che l’afflusso massiccio di persone provenienti da culture molto diverse, molto meno rispettose delle donne, sia la principale causa del problema. Così si preferisce ghettizzare le donne, e discriminare tutti gli uomini.
Nigel Farage ha così commentato:
“Le zone sicure per le donne in Germania, per i festeggiamenti di Capodanno, sono necessarie a causa della follia della Merkel. Un Paese cambiato per sempre.”
Si prevede che centinaia di migliaia di persone parteciperanno alla festa di Capodanno a Berlino, e la sicurezza sarà severa. Borse di grandi dimensioni, come zaini e bevande alcoliche sono bandite.
Le donne che sono state aggredite o molestate potranno ottenere supporto in una speciale “zona di sicurezza”, gestita dalla Croce Rossa tedesca.
La polizia della città ha anche dato consigli alle donne, incoraggiandole a cercare aiuto se si sentono minacciate e portare una piccola borsa senza oggetti di valore.
Ma l’idea di creare zone sicure per le donne in occasione di grandi eventi pubblici non è stata accolta da tutti in maniera positiva. Alcuni critici infatti lamentano che si evita di colpire il problema alla radice, mentre altri parlano di discriminazione.
Intanto, la polizia tedesca viene criticata con l’accusa di discriminazione, perché ha ammesso di fermare principalmente nordafricani dato che questi risultano particolarmente aggressivi. Ma la polizia respinge le accuse, e afferma di avere il diritto di fermare per controlli i nordafricani perché, così facendo, hanno evitato molti stupri.
Intanto, si affaccia l’ipotesi di aumentare i bonus economici erogati a quegli immigrati che decidessero di tornare al proprio Paese spontaneamente. Ovviamente, per far sì che il tutto non si tramuti in una farsa, occorre la fine di Schengen, altrimenti gli immigrati potrebbero ritornare.
Ma decretare la fine del trattato di libera circolazione, significherebbe, di fatto, decretare la fine della UE. Tuttavia, è evidente che si gira attorno al problema cardine, senza volerlo affrontare apertamente, e quindi si promanano mezze misure che servono a poco.
Il problema principale è che l’idea di una libera circolazione di persone, spesso prive di documenti, di cui non si sa nulla, provenienti da culture e religioni molto differenti, sul suolo Europeo, è una follia che ha portato solo terrorismo, insicurezza, miseria e precarietà per tutti.
Massimiliano Greco
Il problema non è di religioni diverse ma di gente che anche in quei paesi da dove vengono sono considerati dei criminali e poco di buono per cui il fatto che se ne siano andati per loro è un sollievo…ora però ce li dobbiano sorbire noi con la scusa di “accoglienza” …una scusa ridicola che addirittura rovescia il concetto di sicurezza e di responsabilità di fronte alla legge del paese cta he per “paura” di essere accusato di razzismo non fa applicare le leggi a cui tutti i cittadini sono soggetti.
Questa è la vera contraddizione dei paesi occidentali.
Ora la situazione è veramente grave e se non si interviene in modo deciso e fermo si rischia non solo il caos ma un diffuso razzismo verso chiunque non sia “europeo” o peggio tedesco francese o inglese …
Il 2018 sarà un anno cruciale per questa questione come per altre simili.