Le principali industrie tedesche rischiano seriamente il collasso a causa dei tagli alle forniture di gas naturale russo. A lanciare l’allarme è stato Yasmin Fahimi, capo della Federazione tedesca dei sindacati (DGB), in un’intervista al quotidiano “Bild am Sonntag”.

“A causa dei colli di bottiglia del gas, intere industrie rischiano il collasso permanente”, ha affermato il massimo rappresentante sindacale del Paese. A rischiare sono anche realtà storiche che operano nei settori strategici della produzione e della lavorazione dell’alluminio e del vetro e l’industria chimica. Il loro crollo avrebbe enormi conseguenze per l’intera economia tedesca e ricadute pesanti a livello occupazionale.

“La crisi energetica sta già portando l’inflazione a livelli record”, ha aggiunto Fahimi. Il rappresentante sindacale chiede un tetto massimo per gli aumenti dei costi dell’energia per le famiglie. Il suo timore più grande è che la crisi possa causare disordini sociali e sindacali.

Non meno preoccupanti sono le parole pronunciate dal ministro dell’Economia Robert Habeck. Il vicecancelliere ha dichiarato che il governo sta lavorando all’individuazione e all’adozione di provvedimenti per fronteggiare l’aumento dei costi che sia i servizi pubblici che i loro clienti devono affrontare, senza tuttavia fornire ulteriori dettagli. In precedenza, aveva avvertito che la stretta sulle forniture di gas russe rischiava di creare forti turbolenze, paragonando quanto potrebbe accadere alla crisi finanziaria nel 2008, innescata da Lehman Brothers.

La Russia ha ridotto del 60% le spedizioni attraverso il gasdotto Nord Stream e il flusso dovrebbe essere interrotto completamente questo mese per manutenzione dell’impianto. La Germania ha sollevato forti dubbi sul fatto che le forniture possano riprendere a lavori ultimati.

Habeck ha definito quella portata avanti dal presidente russo Vladimir Putin “una guerra economica, completamente razionale e molto chiara”. La più grande economia europea dipende dalla Russia per circa un terzo della sua energia. Putin ha gradualmente ridotto le forniture dopo che i paesi europei hanno imposto sanzioni in risposta all’operazione speciale russa dell’Ucraina.

Le utility tedesche sono a rischio di fallimenti a cascata che potrebbero richiedere l’attivazione di una clausola legale che consentirebbe loro di procedere ad aumenti di prezzo al di fuori degli impegni contrattuali.

Il ministro, intervenendo ad un evento sponsorizzato dal settimanale “Die Zeit”, ha confidato il suo più grande timore: “se una società dovesse fallire, o altre società dovessero fallire, si avrebbe un effetto domino che porterebbe molto rapidamente a una profonda recessione”. Per Habeck l’obiettivo della Russia è “mantenere alti i prezzi dell’energia e distruggere l’unità e la solidarietà del Paese”.

Il governo tedesco e il colosso energetico Uniper SE stanno ragionando sulle possibili misure di stabilizzazione. Il razionamento del gas, se si dovesse arrivare a questo, potrebbe creare problemi su più fronti, perché spesso in Germania la rete non è separata tra clienti residenziali e commerciali.

Ernesto Ferrante
Giornalista professionista, editorialista, appassionato di geopolitica