Il panorama lavorativo in Italia, come si legge ormai quotidianamente e come possiamo appurare con mano, non è dei migliori. Anzi, si può dire che sia tra i peggiori dell’Unione Europea, soprattutto per i giovani.

I dati Istat di Aprile 2016, riferiti all’anno 2015, mostrano infatti come l’Italia sia tra gli ultimi tre Paesi dell’Unione in termini di tasso di occupazione (56.3%), seguita solamente da Croazia e Grecia. Ben lontana dalla media UE del 65.6%.

Il divario si fa più profondo e preoccupante quando si considera il dettaglio della disoccupazione giovanile, che si attesta in Italia al 39,2% registrando uno scarto dalla media UE di ben 17,5 punti percentuali.

Anche se, grazie agli sgravi sulle assunzioni introdotti nel 2015, l’occupazione ha vissuto una ripresa negli ultimi tempi, la situazione è ancora molto grave. Inserirsi nel mercato del lavoro è difficoltoso, a causa di un sistema scolastico spesso inadeguato, della difficoltà di comunicazione efficace tra scuola e impresa, della precarietà delle condizioni lavorative proposte ai giovani, di un sistema lavorativo diviso tra privilegiati e precari, della voglia di stabilità che spinge molti talenti a cercare lavoro al di fuori dell’Italia. Tutti questi fattori, che in realtà hanno radici ben più profonde della crisi economica che stiamo attraversando, mostrano un futuro grigio dove la pensione non è più una certezza e la cassa integrazione è una minaccia sempre presente.

Anche se può sembrare un paradosso, dove ci sono così tante persone in cerca di occupazione ci sono anche diverse aziende che dichiarano di non riuscire a coprire i loro posti vacanti. Uno studio effettuato da Unioncamere ed il Ministero del Lavoro mostra infatti una carenza di competenze unita ad una carenza di titoli di studio, che porta molte figure professionali in Italia ad essere definite “di difficile reperimento”.

Perché in un Paese dove la disoccupazione è alle stelle non si trovano figure professionali idonee a coprire determinati ruoli? In un Paese dove, peraltro, le eccellenze ed i talenti di sicuro non mancano. Possiamo sicuramente ricondurre ciò alle cause prima elencate, possiamo dire che è colpa del sistema scolastico, del passaggio difficile tra scuola e mondo del lavoro, della difficoltà per le aziende stesse di investire realmente dei giovani. Ma bisogna aggiungere anche che i nostri giovani si sono stancati. Si sono stancati di ottenere esclusivamente contratti a tempo determinato, di stages senza assunzione, di avere gli stipendi peggiori in Europa, di avere un futuro incerto dove il loro talento troppo spesso non viene coltivato e premiato.

I giovani, in un panorama lavorativo che non li aiuta, sono costretti a inventarsi qualcosa cercando nuove possibilità lavorative e aprendosi nuove strade. Siano esse all’estero, oppure in modi di lavorare che differiscono dalla tradizione: aumentano così i casi di smart-working, dove il posto di lavoro è totalmente digitalizzato, aumenta la diffusione di piattaforme per lavori occasionali di freelancing, nascono nuovi forme di collaborazione e di networking.

Come cambia il modo di lavorare, cambia anche il modo di cercare lavoro e nascono piattaforme online dedicate esclusivamente alla ricerca di annunci di lavoro. Fra i tanti, ad esempio, il portale Neuvoo, è un motore di ricerca per annunci di lavoro che racchiude tutte le posizioni disponibili in un unico posto, permettendo a chi cerca un lavoro di consultare gli annunci per lui rilevanti e candidarsi in pochissimi click.

Su neuvoo.it è possibile consultare oltre 300.000 offerte di lavoro, e chi è alla ricerca di un lavoro all’estero può rivolgersi alla piattaforma neuvoo presente nel Paese in cui vuole trovare lavoro. Il portale infatti permette di rivolgersi anche al mercato europeo ed estero, come Regno Unito, Germania, Francia, o addirittura Russia e Cina.

Nadia Tidona