Giovanni Mazzola è una di quelle persone che bisognerebbe portare in tutte le scuole, affinchè con le sue preziose esperienze di vita possa insegnare ai giovani come sfidare ed affrontare l’avvenire: vale a dire secondo il motto di De Coubertin “l’importante non è vincere, ma partecipare”, perchè parliamo soprattutto di un grande sportivo, campione italoeritreo di ciclismo e d’atletica, ma anche sarto, giardiniere, botanico e chi più ne ha più ne metta. E’ un’uomo che divide la sua vita tra l’Italia e l’Eritrea, tra Asmara e la Toscana, e che veramente nella sua vita ha fatto e visto di tutto.
Ma procediamo con ordine, chè altrimenti il lettore rischia di confondersi, tante sono le cose da raccontare: dal 1960 il signor Giovanni Mazzola ha dato vita, ad Asmara, alla famosa ed omonima sartoria, dove gli abiti cinesi con le cuciture incollate sono banditi ed il lavoro si fa con tessuti degni di questo nome come il kid mohair made in England e con le vecchie macchine da cucire Necchi, che non tradiscono mai.
Prima ancora, però, il giovane Giovanni, figlio di papà italiano e di mamma eritrea, dimostra una grande passione e predisposizione per il ciclismo e per lo sport in generale, al punto da vincere negli Anni Sessanta una gara ciclistica da Asmara ad Elabered. Per Giovanni lo sport è, esattamente come per ogni altro eritreo, una “religione laica”: attraverso di esso si trasmette e si cementa uno spirito di amore e di fratellanza fra i popoli, espresso anche col celebre abbraccio all’etiopico Bikila nel 1960, alle Olimpiadi di Roma. Giovanni ci tiene a precisare che con quel suo gesto voleva esprimere la capacità dello sport d’unire popoli e culture diverse e di superare le divisioni politiche: la quintessenza dello spirito sportivo. Perchè i cinesi e gli americani hanno fatto la pace giocando a ping pong e i greci, durante le Olimpiadi, interrompevano addirittura le guerre. Lo sport unisce e rende amici.
Nei difficili anni che precedono l’indipendenza eritrea, Giovanni continua ad occuparsi di sport ed allena i giovani all’atletica ed al ciclismo, fino ad interessarsi anche ai motori, con la gara di Chèren del 2010. Ma, prima di raggiungere quest’ennesimo traguardo, nel 2001 dà vita al Giro d’Eritrea, che dopo oltre cinquant’anni torna in auge nel paese affacciato sul Mar Rosso. E’ un successo strepitoso: in breve il ciclismo si diffonde anche nel resto dell’Africa, a cominciare dall’Egitto, dall’Algeria, dal Sudafrica e così via.
Ma Giovanni è anche giardiniere e botanico di primo livello, specializzato nella riqualificazione ambientale: non a caso, quando l’Eritrea indipendente si trova a dover affrontare la difficile sfida di fronteggiare l’avanzata del deserto, è proprio lui ad occuparsi delle opere di riforestazione che riguardano buona parte del paese. Si può tranquillamente dire che sia stato proprio lui a piantare le molte varietà di alberi, in particolare Moringa e Flamboyant, che oggi adornano molte zone dell’Eritrea, in particolare intorno a Chèren. Non a caso, accompagnandomi a prendere l’auto al termine della nostra lunga chiacchierata e passando dinanzi ad una siepe d’oleandro, Giovanni mi fa notare come sia scandaloso che in Italia una simile pianta, tanto velenosa, venga piantata persino negli asili e nelle scuole materne; e mi fa capire che una cosa simile, in Eritrea, non sarebbe proprio mai ammessa.
Oltre che una notorietà in ambito sportivo, Mazzola lo è anche in ambito giornalistico: persino il quotatissimo National Geographic gli ha dedicato un servizio, con una bellissima foto che lo ritrae intento al lavoro nella propria sartoria. Ma, come abbiamo già detto, Mazzola è sarto non soltanto degli abiti ma anche dei giardini: nel corso della nostra conversazione mi ha offerto un suo biglietto da visita, dove reggendo i forbicioni della sua sartoria posa nell’atto di curare le piante, ed in cui c’è anche la foto di un giardino uscito dalle sue attente cure.
Volendo, Giovanni Mazzola è anche sarto dei motori, giacché coltiva pure questa tutt’altro che facile passione. Durante la nostra simpatica chiacchierata non è mancato neppure un momento in cui abbiamo discusso pure di quest’argomento: siamo passati dai motori Peugeot usati sui veicoli commerciali FIAT al motoscafo con propulsore Perkins che aveva comprato ad un ottimo prezzo e a cui un suo dipendente aveva involontariamente danneggiato la chiglia, fino a parlare dei suoi eccellenti rapporti con l’Ing. Tagliero, l’uomo della FIAT ad Asmara. Un anneddoto su Giovanni Mazzola che merita d’essere raccontato, infatti, è che fu proprio lui a credere nei camion FIAT ed Iveco, divenendone quasi rappresentante commerciale per il paese e dando vita ad una compagnia di trasporti che doveva servire a dare un lavoro ai suoi fratelli. Giovanni ama raccontare di come una sua squadra di cinque suoi ragazzi, mandata alla FIAT ad imparare come eseguire la manutenzione su degli Iveco d’ultima generazione, risultasse così preparata che dalla Casa madre gli telefonarono chiedendogli se per caso non l’avesse mandata per farsi beffe di loro: “Questi sono così bravi che tra poco il mestiere lo insegnano a noi!”.
Eppure, malgrado tutti questi numerosi meriti, Giovanni Mazzola è un uomo profondamente modesto: non ama prendersi alcun merito. Eppure meriterebbe ben più di un elogio. Probabilmente la stima degli amici, dei conoscenti e soprattutto dei familiari gli è più che sufficiente: proprio perché, come abbiamo già detto, si tratta di una persona che non ama più di tanto le luci della ribalta. Meglio, molto meglio, sorseggiare un caffè con gli amici in un caldo pomeriggio di luglio, parlando del più e del meno, in un’atmosfera amichevole e rilassata.
Non è mancato, nel corso della nostra discussione, qualche parola anche sull’Eritrea. Giovanni ha apprezzato molto il ruolo svolto da “l’Opinione Pubblica” nel difendere l’Eritrea raccontando ai suoi lettori una realtà ed una verità ben diversa dalle tante cattiverie che solitamente i media occidentali propinano su Asmara e il resto del paese. Grazie ad un tablet gli ho mostrato il nostro giornale, e la sua attenzione s’è soffermata sui numerosi articoli dedicati all’Eritrea, a cominciare da quelli sullo sport, ma non solo. La cosa gli ha fatto tanto piacere perchè Giovanni è proprio un patriota dell’Eritrea, un uomo che al proprio paese ha consacrato vita, ideali e speranze.
Una cosa che Giovanni ha molto a cuore è lo sviluppo del turismo in Eritrea: perché Mazzola è orgogliosissimo del suo paese, ed è ben consapevole delle sue inestimabili bellezze storiche, naturali e paesaggistiche. Qualsiasi turista, se visitasse l’Eritrea, non potrebbe non ritornarvi prima o poi nel corso della propria vita: perché l’Eritrea, coi suoi altipiani, le sue spiagge sul Mar Rosso, le sue costruzioni dai vari stili, e la grande ospitalità e simpatia della sua gente, è un paese che ti entra dentro. Le Isole Dahlak, per esempio, sarebbero il paradiso dei sub e degli amanti delle immersioni.
Parlando di sport in Eritrea, Mazzola usa parole d’alto elogio nei confronti di Daniel Teklehaimanot, sottolineando l’importanza di mandare più giovani eritrei alle varie competizioni mondiali, non solo ciclistiche ma anche relative ad altre discipline. Questo perché in Eritrea c’è una vera e propria mentalità sportiva ed uno spirito del sacrificio dimostrato anche fin troppo chiaramente dalla lunga lotta trentennale per la libertà, che oggi si trasmette nello sport dando luogo a risultati di vastissima importanza. Lo sport aiuta a superare le diffidenze fra popoli e potenze, accomuna anziché dividere, e trasmette soprattutto un grande insegnamento di partecipazione e di senso civico. E possiamo dire, con la massima tranquillità e sicurezza, che Giovanni Mazzola sia l’esempio e la dimostrazione più attendibile di questa grande verità.
Dedicato A Givanni dale due sorelle Margherita e Elisabetta .. Ciao sono Margherita io conosco Giovanni da quando avevo 5 anni io e Mia sorelle Elisabetta abbiamo 8 anni di differenza :) tutto quello Che posso dire Givanni e un grande uomo con tanto cuore nel momento di Bisogno a aiutato la Nostra Mamma e Papa :) io questo non lo scordero Mai Giovanni e stato come un secondo Pappa e un fratello per la Nostra Mamma ..un grande uomo un grande Sarto con un talento .Se viveva aim Italia sarebbe diventato uno stilista Famoso.) bravo preciso intelligente un cuore grande .oh lasciato L’Eritrea quando avevo 10 anni nel 1986 Ora be o 40 anni ma non mi scoredeo Mai del Grande Sarto Giovanni la professione Che aveva quando faceva I vestiti.. O appena parlato al Telefono con lui :) sono 30 anni Che non vedo Giovanni .. Ma posso garantire alla prossima Volta Che rientra in Italia and to a trovarlo e mi faro cucire un completo per me e uno per mio Marito :: non Che Sarto migliore Di Giovanni Mazzola :Giovanni ti Vogliamo un mondo di bene Da Margherita Mitik Ed Elisabetta