Già, se la spassano nell’ex capitale del Regno delle due Sicilie e nella Milano nerazzurra.
La prima, con il blitz a Roma sui giallorossi (il secondo consecutivo in casa dei vicecampioni d’Italia, dopo quello dello scorso anno, e il terzo di fila all’Olimpico considerando anche quello contro la Lazio), continua a non sbagliare un colpo, a essere a punteggio a pieno – come nessuno nei principali tornei europei – con 24 punti su 24, e soprattutto fa meglio di quel Napoli targato 1989-1990 che si era fermato a 14 risultati utili consecutivi, vincendo poi il Tricolore.
Decisivo il guizzo – con tanto di firma involontaria di Daniele De Rossi – di Lorenzo Insigne, al 100esimo goal da professionista, il primo alla Roma, e uno dei tanti successi del tecnico in tuta Maurizio Sarri.
La compagine di Di Francesco, al secondo ko casalingo, sabato ha collezionato un record negativo: nessun tiro nello specchio della porta nei primi 45′. Non accadeva dal dicembre 2016, derby contro la Lazio.
Da Napoli si passa alla Milano nerazzurra, si diceva. Euforica per la stracittadina vinta al 90′ con la tripletta di Mauro Icardi, e per il secondo posto solitario in classifica a due punti dalla lepre campana.
Per i nerazzurri di Luciano Spalletti sono 22 i punti su 24 (erano stati così tanti per l’Inter soltanto nella stagione 2002-2003, e alla fine fu secondo posto), 17 le reti messe a segno, e sopratutto soltanto cinque quelle subite. Proprio come il Napoli. E la Roma. E due in meno dei Campioni d’Italia.
Ecco, se c’è un merito dell’allenatore di Certaldo è quello di aver dato una identità di squadra e una importante compattezza. In attesa che magari arrivi un gioco un po’ più visibile per gli occhi.
E sabato sera, al “San Paolo”, c’è lo scontro diretto al vertice, ma c’è già una curiosità a riguardo: per la prima volta nella storia, le prime due in classifica hanno totalizzato almeno 46 punti dopo otto partite.
Restando a Milano, invece, di tutt’altro umore è la sponda rossonera, che si lecca le ferite dopo il ko nel derby. Per i milanisti, che dopo un mercato importante hanno quattro punti in meno rispetto alla passata stagione, è la terza sconfitta consecutiva – non accadeva da inizio 2017, allorché tra il 21 gennaio e il 5 febbraio furono zero i punti raccolti contro Napoli, Udinese, Sampdoria, – la quarta complessiva stagionale dopo otto partite.
Preoccupano, in casa dell’ex patron Berlusconi, la brutta prestazione del primo tempo (troppo titubante e arrendevole, ma anche il modulo era sbagliato con Suso e Bonaventura a pestarsi i piedi), i tanti errori individuali – Bonucci, Musacchio, Biglia e Rodriguez – e un gioco piacevole ma soltanto a tratti.
E l’incaponirsi di Montella su un poco produttivo 3-5-2, soprattutto con una sola punta effettiva, senza Andrea Conti, e che non esalta le caratteristiche dei giocatori a disposizione.
E, restando all’Aeroplanino, nel 2017 si può dire che le ali sono tappate: da gennaio a domenica scorsa in 29 partite in serie A ha raccolto 12 vittorie, 11 sconfitte, 6 pareggi, 42 goal fatti e ben 38 subiti.
E la Juventus? Anche i bianconeri si interrogano su quello che sta succedendo, e nel frattempo hanno interrotto una imbattibilità casalinga che durava da 57 gare consecutive – tra Campionato e Coppa – con 50 vittorie e 7 pareggi. L’ultimo blitz in casa dei vicecampioni d’Europa era datato agosto 2015, con la firma di Thereau e dell’Udinese.
Già, Cyril Thereau. Con quella rifilata proprio alla sua ex squadra domenica all’ora di pranzo, è salito a quota 5 doppiette in serie A, la prima dal dicembre 2016. L’attaccante, inoltre, ha partecipato attivamente agli ultimi quattro goal della viola.
Chi sembra già spacciato è il Benevento, ancora al palo. Per la neopromossa sono già sei le partite in cui non è andata a segno, più di ogni altra squadra.
Il Verona di Fabio Pecchia, invece, di reti ne ha totalizzate quattro, e tutte nell’ultima mezz’ora di partita…