Giuseppe Conte

Con i suoi 87 giorni è stata la crisi di governo più lunga della storia della Repubblica, ma oggi alle ore 16 i ministri nominati dal Presidente della Repubblica giureranno al Quirinale, dove avverrà il canonico passaggio di consegne tra Paolo Gentiloni e Giuseppe Conte alla presidenza del Consiglio.

Una crisi che ha introdotto elementi di novità nella politica italiana e ci ha detto tanto sul contesto internazionale nel quale il governo che verrà dovrà compiere i suoi primi passi. Il governo giallo-blù che sarà guidato dall’avvocato e professor Conte sarà invece un mix di tecnici e politici, di giovani, spesso neofiti dell’amministrazione pubblica, e uomini navigati.

La Crisi del trionfo di Internet

Se con l’avvento di Renzi ci eravamo abituati all’uso compulsivo di twitter e degli hashtag, con l’avvento di Salvini e Di Maio come leader dei due partiti usciti vincitori dalle elezioni del 4 marzo siamo andati oltre. Sia l’uno che l’altro amano presentarsi come uomini impegnati con i cittadini, e complice la campagna elettorale per gli appuntamenti amministrativi del 2018, i giornalisti hanno dovuto inseguire le dirette social dei leader rispettivamente del Carroccio e del Cinque Stelle, piuttosto che avere l’esclusiva di una conferenza stampa.

Niente meglio di internet dà la possibilità ai politici di parlare e interagire direttamente con i cittadini italiani, senza intermediazioni. I cronisti dovranno abituarvisi, perché il sospetto è che anche con l’avvento di un governo istituzionale, saranno di più le comunicazioni dirette che non le conferenze canoniche.

Ma internet è stato il protagonista anche dello scontro istituzionale tra la maggioranza di governo e il Quirinale. Paolo Savona ha dovuto affidare le sue parole di conciliazione nei confronti del Capo dello Stato, scettico sulla fedeltà di Savona all’Europa, al sito di Scenari Economici: un giornale online specializzato in analisi economica, fondato da Antonio Maria Rinaldi, allievo del professore sardo e critico dell’Europa a trazione tedesca.

Anche il Quirinale da parte sua è entrato, forse per la prima volta nella storia del nostro paese, nel gioco della Rete. Molti ricorderanno il caso byoblu. Claudio Messora, ex portavoce dei Cinque Stelle, ora molto vicino alla Lega, aveva prodotto un video nel quale si riportava la ricostruzione di Repubblica sul caso del discorso Conte, che era stato riportato in maniera errata da importanti testate e agenzie stampa online. In quel caso il canale ufficiale della Presidenza della Repubblica aveva risposto direttamente all’interno dei commenti al video su youtube.

I tecnici del compromesso

Per Luigi Di Maio i tecnici non sono neutri, né responsabili, ma vanno messi al servizio della politica. Tuttavia Lega e Cinque Stelle avevano proposto due tecnici non del tutto compatibili ai loro programmi. Luca Giansanti agli Affari Esteri e Cooperazione Internazionale e Paolo Savona all’Economia e Finanze dovevano essere dei nomi tranquillizzanti per il Quirinale e per l’opinione pubblica occidentale. Il primo, un diplomatico, è stato nella segreteria dell’ambasciata d’Italia a Washington, il secondo un economista stimato, che ha lavorato nella Banca d’Italia e ha svolto il ruolo di Ministro nel Governo Ciampi.

Per far partire il Governo, il Quirinale ha costretto Salvini e Di Maio a scegliere Enzo Moavero Milanesi per la Farnesina, ministro degli Affari Europei dei governi Monti e Letta e fedelissimo dell’ex Commissario europeo. Savona invece è stato spostato agli Affari Europei, piazzando al suo posto Giovanni Tria, professore ordinario di Economia Politica all’Università di Tor Vergata e molto vicino a Renato Brunetta, ex ministro di Berlusconi ed esponente di Forza Italia.

La vittoria del Quirinale su Paolo Savona è soprattutto una vittoria di Pirro, che serve a far cadere in piedi Sergio Mattarella, che aveva boicottato Conte per proporre un’improbabile esecutivo tecnico, che avrebbe soltanto acceso gli animi e peggiorato le cose dal punto di vista della stabilità finanziaria. Savona accompagnerà dunque Tria in Europa, dove ci sarà da battagliare per ottenere quello strappo alle regole del Trattato di Maastricht del quale il nostro paese ha bisogno. Il nuovo uomo del MEF è tuttavia egli stesso un critico dell’egemonia tedesca in Europa: Tria sostiene insieme a Giorgio la Malfa, che dovrebbe essere la Germania a lasciare l’euro, per i danni che la sua politica di esportazioni sta causando agli altri paesi dell’Eurozona.

Delle posizioni non dissimili da quelle di Savona, che permettono al nuovo governo di agire in modo deciso nelle sedi opportune per cercare di mandare avanti questo tentativo di cambiare l’Europa dall’interno. Il Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale potrebbe invece causare non pochi problemi al nuovo esecutivo. Moavero Milanesi sulla questione ucraina e quella siriana potrebbe avere delle incompatibilità soprattutto rispetto alle idee in politica estera maturate in questi anni da Matteo Salvini.

Il gravoso compito di Salvini e Di Maio

I due leader oltre a doversi occupare di dare l’indirizzo politico all’azione governativa dovranno continuare il loro ruolo di leader di partito. E non solo, saranno responsabili di tre dicasteri fondamentali: il Lavoro e le politiche sociali, lo Sviluppo Economico, gli Interni. Se per Di Maio l’accorpamento dei due dicasteri è funzionale alle riforme che intende fare il Movimento, la scelta di Salvini di occuparsi del Viminale in prima persona pur non essendo inconsueta potrebbe essere rischiosa. Il Ministero degli Interni, oltre alla Sicurezza deve occuparsi anche del dissenso politico, come dei passaggi elettorali: un tema che in caso di episodi spiacevoli potrebbe fare il gioco delle opposizioni politiche.

Le sfide interne del nuovo esecutivo

Marco Bussetti sarà il nuovo Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca: milanese di 56 anni è un dirigente scolastico di area leghista, che aiuterà Conte a farla finita con “La Buona Scuola”, rilanciare la meritocrazia tra i docenti e la ricerca.

Alfonso Bonafede sarà il nuovo Ministro della Giustizia: siciliano di Mazara del Vallo è stato lui a introdurre il Professor Conte a Luigi Di Maio. Avvocato civilista è con i grillini sin dal 2006. La sfida del nuovo Guardasigilli sarà quella di riformare la giustizia italiana, un ambito che nel corso della Seconda Repubblica ha suscitato non poche polemiche e conflitti tra classe politica e magistratura. Bonafede dovrà essere convincente anche sul lato garantista, da sempre un punto debole dei Cinque Stelle: sì a nuovi penitenziari, sì alla lotta alla corruzione e alle mafie, la giustizia deve correre più veloce, ma i diritti garantiti dalla costituzione non devono mai venire a mancare

Gian Marco Centinaio sarà il Ministro delle Politiche Agricole e Forestali: nato a Pavia, 46 anni, laureato in Scienze Politiche, Centinaio è di quelli del nuovo corso leghista. È capogruppo della Lega al Senato dal 2014. Potrebbe come il suo collega di partito Zaia, costruire i suoi successi politici, partendo dall’agricoltura italiana, un tema molto sentito da nord a sud. Anche qui, come anticipato anche dal contratto di governo, lo scontro con l’Europa sarà inevitabile. L’agricoltura italiana è fortemente penalizzata dalle regole comunitarie, che hanno avvantaggiato un grande competitor di Roma che è la Francia.

Elisabetta Trenta sarà il nuovo Ministro della Difesa: 50 anni, nata a Velletri, è laureata in Scienze Politiche alla Sapienza di Roma. Da anni si occupa di master in sicurezza alla Link University. Militante del movimento è un altro “tecnico” del governo Conte. Dopo la Pinotti abbiamo un’altra donna alla Difesa: con il cinque stelle potremmo finalmente vedere una necessaria spending review delle spese militari. L’Italia paga ancora l’aver scelto di comprare gli F-35 caccia pesanti e poco performanti.

Sergio Costa sarà il nuovo Ministro dell’Ambiente e Della Tutela Del Territorio e Del Mare: il generale dei carabinieri di Napoli da anni si occupa di reati ambientali. Laureato in Agraria, 59 anni, il carabiniere sarà sicuramente una garanzia nella tutela dell’ambiente.

I punti dolenti

Nelle ultimissime ore di trattativa Danilo Toninelli è stato inserito nella lista dei ministri. Andrà a sostituire il tecnico Mauro Coltorti, inizialmente indiziato a ricoprire la carica di Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti. Toninelli e il suo movimento dovranno però convincere che non si sappia dire soltanto “no” alle grandi opere: questo paese ha bisogno di investimenti nelle infrastrutture, ma ha bisogno di farlo nel modo più strategico possibile. Se il Tav Torino-Lione è diventato effettivamente obsoleto e non così utile, il resto di Italia ha subito anche e soprattutto nelle infrastrutture gli effetti della crisi e dell’austerity, oltre ai problemi atavici presenti nel Meridione (Tav mancante nel profondo Sud, collegamenti stradali insufficienti).

Giulia Grillo sarà il nuovo Ministro della Sanità: la dottoressa catanese, capogruppo alla Camera e grillina della prima ora, è laureata in Medicina e Chirurgia. Dovrà dimostrare che il punto di vista del Movimento Cinque Stelle sui vaccini funziona. La Grillo è favorevole ai vaccini facoltativi, una posizione che ha creato molte polemiche lo scorso anno, a seguito del decreto Lorenzin.

Giulia Bongiorno sarà il nuovo Ministro per la Pubblica Amministrazione: ministro senza portafoglio, vanta una parentela con Mike Bongiorno, celebre presentatore televisivo, scomparso alcuni anni fa. Anche lei siciliana come Grillo e Bonafede, è esperta di reati contro l’amministrazione pubblica. Tuttavia è anche celebre per aver difeso Giulio Andreotti, Raffaele Sollecito e Cristiano Doni. Non proprio personaggi cristallini.

Vito Crimi sarà sottosegretario con delega ai Servizi Segreti: primo portavoce dei Cinque Stelle al Senato nella scorsa Legislatura, Crimi è stato nel Comitato Parlamentare per la Sicurezza della Repubblica. Ma resta il dubbio sulle sue competenze in merito.

Gli altri componenti dell’esecutivo

Lorenzo Fontana, numero due della Lega, si occuperà di Famiglia e Disabili.

Riccardo Fraccaro, fedelissimo di Di Maio, si occuperà dei Rapporti con il Parlamento e Democrazia Diretta.

Erika Stefani, vicentina e leghista di lungo corso si occuperà di Affari Regionali e autonomie.

Barbara Lezzi si occuperà del Sud.