Al Salone di Ginevra, che si tiene in questi giorni e che vede la presentazione di numerose novità nel campo dell’automotive, l’amministratore delegato di Volkswagen AG, Matthias Muller, così si è espresso a proposito delle motorizzazioni a gasolio: “In un futuro non troppo lontano, il diesel vedrà una ripresa perché gli automobilisti si renderanno conto che si tratta di motorizzazioni molto efficienti”.
Il gruppo automobilistico che amministra, com’è noto, ha costruito in buona parte la propria fortuna proprio sui suoi TDI, tra i primi a dotarsi dell’iniezione diretta, dapprima a pompa rotativa, quindi a iniettore pompa ed oggi common rail. “Se si raggiunge la consapevolezza che i diesel moderni sono ecologici, non ci sarà nessun motivo per non scegliere questo tipo di alimentazione”, ha pertanto ribadito, mostrandosi in controtendenza rispetto ad altre Case automobilistiche che invece negli ultimi mesi hanno annunciato di voler abbandonare il diesel a causa dei suoi crescenti costi di sviluppo e produzione, oltre che per l’atteggiamento ostile di parte delle élites politiche.
Lo scandalo Dieselgate, che ha colpito inizialmente proprio il Gruppo Volkswagen, ha infatti indotti ampi settori dell’opinione pubblica e la politica a guardare il diesel con sospetto, se non addirittura con ostilità. In tutta Europa molte amministrazioni comunali hanno così cominciato a ridurre la circolazione per i diesel, quasi boicottandolo. In molti casi, ormai, anche gli Euro4 non possono più circolare.
Tolta l’Italia, in tutto il resto d’Europa la vendita di auto a gasolio è in forte calo (-8% nel 2017) e ciò ha indotto diversi Costruttori a ridurre i propri investimenti sul motore diesel. Dal 2015 al 2017, le vendite di auto a gasolio nella sola Germania sono addirittura passate dal 50 al 30% del totale. Tuttavia, alla Volkswagen, non vogliono demordere: “Abbiamo bisogno del diesel per raggiungere gli obiettivi di CO2”, ha infatti spiegato il responsabile del marchio Volkswagen Herbert Diess.
L’Unione Europea ha inasprito la legislazione in materia di emissioni: entro il 2021 le Case automobilistiche dovranno produrre auto con una produzione massima di anidride carbonica pari a 95 g/km contro i 118 del 2016. “Le regole dell’Unione Europea in relazione alla protezione del clima e agli obiettivi di emissione di CO2 sono così impegnative che i governi non possono fare a meno del diesel”, ha infatti spiegato Muller.
Dello stesso parere anche il numero uno di Ford Europa Steven Armstrong, che ha dichiarato: “Continuiamo a vedere un futuro per il diesel, anche se su alcuni veicoli più piccoli credo che scomparirà progressivamente”, ribadendo comunque l’impegno della Casa nel voler convincere l’opinione pubblica a rivedere le proprie posizioni sui diesel.
Più cauto Marchionne, che ha comunque smentito le voci di un abbandono da parte di FCA della produzione di auto a gasolio dopo il 2022. A suo giudizio il Gruppo dovrà essere meno dipendente dalla vendita di auto diesel, ma in ogni caso l’ultima parola spetterà al mercato.