Anche queste vittorie “politiche” (le consultazioni di febbraio e maggio 2012) furono sul punto di rivelarsi inutili però nel luglio successivo, quando i terroristi arrivarono a colpire direttamente la capitale Damasco, portando a termine attentati nello stesso Ministero della Difesa, uccidendo il Ministro Generale Dawoud Rajiha e ferendo gravemente altri alti ufficiali. Se il Presidente Assad avesse preso parte a quel meeting forse il fato della Siria sarebbe stato segnato. Ma, per fortuna, così non fu. I terroristi non sciamarono nel centro cittadino, vennero respinti e allontanati anche dall’Aeroporto Internazionale della capitale, che brevemente erano riusciti a minacciare. Seppure sacche terroristiche si trovino ancora adesso nell’hinterland damasceno (il ‘Rif’) da quel momento di grave crisi i takfiri non sono più riusciti a minacciare gravemente il cuore dello Stato.
Il punto di svolta nella situazione militare arrivò a gennaio 2013 quando, con decreto presidenziale, vennero formati i Comitati Popolari di Difesa, colloquialmente detti ‘Milizia NDF’, che assorbivano nei loro ranghi giovani non ancora di leva, membri di milizie governative formatesi spontaneamente, o anche veterani che avevano svolto molto tempo fa il loro servizio militare (e magari avevano anche combattuto, ad esempio, in Libano) o persino uomini dell’Esercito che erano rimasti separati dalle loro unità (o si erano resi temporaneamente assenti ingiustificati ma erano poi tornati) e che avevano intenzione di combattere per la difesa della Patria.
L’NDF é una forza di fanteria leggera equipaggiata con armi individuali, mitragliatrici, lanciarazzi mortai leggeri e medi e artiglierie di piccolo e medio calibro che deve presidiare territorio già liberato o compiere operazioni di piccola scala, eventualmente sostenendo l’Esercito regolare. Con il compito di presidio e pattugliamento l’NDF rende difficile ai terroristi re-infiltrarsi in zone bonificate e ‘sgrava’ il soldato regolare (meglio addestrato e preparato) da compiti statici anchilosanti e che ne fiaccano l’efficienza. Quando si consideri che il miliziano NDF opera nelle sue zone natali si capisce come questo corpo sia anche servito a motivare ulteriormente i cittadini a dare il massimo per difendere le proprie stesse case e famiglie.
L’NDF é stata aiutata nel suo sviluppo da ufficiali iraniani dell’IRGC, la Guardia Rivoluzionaria, che hanno molto insistito e lavorato insieme ai colleghi siriani per renderla il più possibile simile alla milizia ‘Basij’ (“Mobilitazione degli Oppressi”) che rappresenta il complemento ‘di massa’ della Repubblica Islamica ai quadri altamente addestrati dei ‘Pasdaran’ e che nella visione degli ufficiali di Teheran rappresenta una ‘scelta esistenziale’ che Damasco dovrà mantenere anche nel futuro, dopo una sperabile vittoria, per mantenersi a lungo ‘immune’ da nuove aggressioni esterne per mezzo di cellule terroristiche.
Dal 2013 fino all’autunno del 2014 le forze siriane: Esercito ed NDF, ulteriormente aumentate dai Battaglioni del Partito Baath, dai militanti dell’SSNP, da unità costituite da profughi palestinesi fedeli ad Assad e da milizie religiose sciite e cristiano-assire hanno ottenuto una serie lusinghiera di vittorie contro tutti i gruppi terroristici…l’FSA con tutto il suo polverìo di sigle associate, le organizzazioni filosaudite Al-Nusra ed Ahrar Sham e anche i gruppi ikhwaniti filo-qatarioti.
Settimana dopo settimana il centro del paese veniva ricollegato con la costa (sempre rimasta in mano governativa), con la capitale Damasco (ancora funzionante in tutti i suoi aspetti ecnomici, politici, civili) e con la riconquista di Homs e perfino di Hama. Nel Nord del paese Aleppo veniva via via purgata dalla presenza takfira (mentre per un certo periodo sembrava vicina a dover diventare la ‘capitale’ di uno ‘stato moncone’ sostenuto da Turchia, Sauditi e NATO) e con una operazione di successo ma strategicamente molto rischiosa persino Idlib veniva liberata, pur se collegata al resto della zona libera della Siria da un sottile, tortuoso cordone.
Questa scelta azzardata era collegata alla fiducia che l’alleato russo riponeva nella possibilità di cooptare almeno una parte dell’opposizione in armi a un tavolo di trattavia, obiettivo per il quale tutta la diplomazia del Cremlino si impegnò a fondo dai secondi ‘Colloqui di Ginevra’ in avanti. Se questo fosse riuscito ovviamente il fatto che al tacere delle armi il Governo controllasse anche Idlib, seppure solo grazie a un sottile ‘tentacolo’ avrebbe avuto enorme rilevanza. Ma i manovratori dei tagliagole non potevano permettere questo e, con uno sforzo economico e logistico immane, finzanziarono una brusca e violenta ripresa delle operazioni nel Nord della Siria appena le condizioni meterologiche lo consentissero nella primavera 2015.
Il Comando Siriano, che per l’anno in corso aveva deciso di concentrare le proprie forze nella cooperazione con gli Hezbollah libanesi per la “ripulitura” definitiva del confine col Paese dei Cedri reagì male e lentamente a questa ‘ondata’ di fanatici di Nusra e Ahrar Sham, perdendo il controllo di Idlib e di Jisr al-Shoughour tra aprile e giugno scorsi. La presunta “inarrestabilità” dei terroristi ebbe però un grave colpo quando, nonostante vani proclami, gli stessi tagliagole che avevano conquistato queste due grandi e importanti località non riuscirono invece, nonostante numerosissimi tentativi, ad avere ragione delle due cittadine sciite di Fouaa e Kafraya, dove da anni gli abitanti (che sanno benissimo che fine li aspetterebbe nel caso di una conquista takfira) resistono indefessamente a ogni assalto terrorista.
Del resto, nel teatro siriano, simili epopee alla “No Pasaran” (o alla “Alcazar”, a seconda dei vostri gusti) sono tutt’altro che rare: poco a NO di Aleppo Nubbul e Zahraa (altri villaggi sciiti) resistono ugualmente da anni, nella periferia Nord di Aleppo la Prigione Principale della città é stata raggiunta pochi mesi orsono dalle truppe governative che l’hanno salvata dopo un lunghissimo assedio, a NE sempre di Aleppo la base di Kuweires ha retto due anni di assedio, e su scala più larga nell’estremo Est del paese Deir Ezzour ed Hasakah, presidiate da guarnigioni provatissime ma sempre straordinariamente efficienti, continuano a respingere un attacco dell’ISIS dopo l’altro.
L’ISIS é un fenomeno relativamente recente nella Guerra in Siria, essendosi infiltrato nel paese dal poroso confine con l’Irak, dove é nato nel corso del 2013 grazie all’iniziativa di ex-quadri della polizia, dell’Esercito, dei servizi segreti e del partito di Saddam Hussein che, tornando al servizio dei loro antichi padroni (gli Usa), per eterodirezione tramite Turchia e Qatar, hanno ricevuto il duplice incarico di cercare di spaccare l’Irak o quantomeno di impedire che il legittimo Governo egemonizzato dalle forze politiche sciite potesse controllarne l’intero territorio e, contemporaneamente, di intervenire anche in Siria per accelerare un possibile rovesciamento di Assad.
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