
Il turismo italiano continua a pagare un prezzo salatissimo per la doppia sventura pandemia-misure di contenimento del governo. A certificare la grande crisi degli hotel, sono sia i dati recentemente diffusi da tutti gli osservatori che il desolante scenario delle città d’arte, prive del tradizionale afflusso di turisti stranieri.
Le grandi città, che nel 2019 rappresentavano un quinto delle presenze turistiche registrate in Italia, hanno fatto registrare un crollo del 71% nel 2021. Dati incompatibili con la sopravvivenza di attività e strutture messe in piedi con decenni di sacrifici quotidiani.
“Non stupisce – dichiara il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, – che molte imprese siano chiuse da marzo 2020 e che molte altre purtroppo torneranno a chiudere nei prossimi giorni, a causa di una domanda stagnante e del clima d’incertezza generalizzato”.
“A fronte di ciò – sottolinea ancora Bocca – non hanno ad oggi trovato riscontro i pressanti inviti rivolti al Governo e al Parlamento per l’adozione di misure emergenziali in favore del settore che abbiamo a più riprese congiuntamente richiesto e, in particolare, la proroga degli ammortizzatori sociali Covid-19”.
Il non poter fare ricorso all’integrazione salariale di emergenza sta portando, nelle realtà maggiormente colpite dalla crisi, alle aperture di tavoli sindacali per la riduzione di personale. Quello che sta sfuggendo colpevolmente ad una classe politica presa da altro, è dramma quotidiano che rischia di provocare un contraccolpo durissimo a circa 500mila lavoratori e di conseguenza alle loro famiglie.
Per scongiurare la deflagrazione della crisi, il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, si è rivolto ai segretari generali delle organizzazioni sindacali Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs sollecitando un incontro urgente per l’esame delle prospettive del settore e per la verifica dell’attuazione delle richieste avanzate dalle parti sociali a Governo e Parlamento.