Il 21 marzo del 2015, quando al governo c’era il Pd di Matteo Renzi, fu siglato dal ministro degli Esteri francese Laurent Fabius e dal suo omologo italiano Paolo Gentiloni il disastroso accordo di Caen, con cui si regalavano ai francesi svariati chilometri del nostro mare a largo della Sardegna.
Ora Parigi prova un altro blitz. E l’Europa, a trazione franco-tedesca, non muove un dito contro la nuova consultazione pubblica indetta dal ministero francese della Transizione ecologica e solidale.
La scusa accampata è quella della pianificazione ambientale. I tratti di mare oggetto delle mire di Emmanuel Macron, sono ricchissimi di pesce.
“Le carte francesi sono formalmente corrette perché indicano un trattato in attesa di ratifica che però finché ci siamo noi non arriverà mai”, afferma il leghista Claudio Borghi, economista e presidente della commissione Bilancio della Camera.
Borghi poi rincara la dose, inviando un messaggio non troppo velato a qualche alleato di governo che sembra sensibile al “fascino” dei dem: “Che gli italiani sappiano che se tornasse il Pd quel mare sparirebbe”.
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Dalla Farnesina fanno sapere che “l’accordo di Caen è stato firmato dopo un lungo negoziato avviato nel 2006 e terminato nel 2012, per far fronte a un’obiettiva esigenza di regolamentazione anche alla luce delle sopravvenute norme della convenzione delle Nazioni unite sul diritto del mare del 1982. Considerata la sua natura, l’accordo di Caen è sottoposto a ratifica parlamentare e, pertanto, non è ancora in vigore”.
“I francesi ci riprovano a scippare il mare a largo della Sardegna e della Liguria. La lunga mano di Macron si proietta ancora una volta sulle acque internazionali a largo della Sardegna e non solo. Ciclopici spazi marittimi internazionali al largo delle coste sarde e italiane finiscono nuovamente nelle carte dei piani di annessione della Francia”. A lanciare l’allarme è di nuovo, e per primo, Mauro Pili, ex governatore sardo, leader della lista “Sardi Liberi”.
“L’ennesimo blitz, spiega Pili, si è concluso a giugno 2019 con una nuova consultazione pubblica con la quale si è giunti alla fase finale del Piano francese di scippo-furto di straordinari e imponenti specchi acquei ricadenti di pertinenza internazionale. L’operazione francese, subdola sin dall’inizio, va avanti anche senza che l’Italia abbia ratificato l’accordo di Caen che prevedeva, arbitrariamente e illegalmente, la cessione alla Francia di ampie porzioni di acque internazionali a largo della Sardegna e della Corsica”.
Per l’ex capo di ‘Unidos’, “niente è stato fatto per respingere una volta per tutte quel trattato di modifica dei confini internazionali che resta latente sino a quando non interverrà una sostanziale e soprattutto formale revoca con tutti i passaggi del caso”.
Il Piano francese è declinato in ogni suo aspetto a partire dalle valenze ambientali ed economiche delle aree di mare che si intendono portare sotto la giurisdizione dell’Eliseo. Punto per punto, con una programmazione da padroni di casa in casa altrui, o meglio in casa di tutti.
Il piano lo si trova nelle pagine del ministero delegato. Il documento strategico sulla facciata mediterranea comprende la facciata della Strategia nazionale per il mare e la zona costiera adottata nel 2017. Lo stato della facciata e la visione per il 2030 sono presentati nella parte 1 del documento sintetico.
In pratica la procedura proposta già nel 2017 è diventata ora un fatto acquisito e nonostante le annunciate correzioni del governo italiano, i francesi sono andati avanti senza colpo ferire.
Secondo Mauro Pili “il governo italiano, una volta per tutte, deve disporre la revoca di quell’accordo oppure portare l’accordo all’esame del Parlamento e chiederne la bocciatura. In quel caso si vedrà chi veramente voleva regalare a Macron e alla Francia quelle porzioni di mare a est e a ovest della Sardegna”.
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Per questa ragione, si legge nel testo della petizione lanciata dall’onorevole sardo, “prima che siano intraprese azioni ben più dure, è indispensabile che il Presidente del Consiglio dei Ministri e il Ministro degli Esteri con apposito atto del Consiglio dei Ministri dispongano: l’immediata revoca dell’Accordo sottoscritto a Caen il 21 marzo 2015 con il quale sono state modificate le perimetrazioni delle acque internazionali a favore della Francia o propongano alle Camere l’accordo di Caen per la definita bocciatura parlamentare; una diffida ufficiale alla Repubblica Francese per impedire qualsiasi tipo di attività unilaterale di pianificazione o gestione di attività nelle acque internazionali oggetto di quell’Accordo di Caen e stralcino dalle proprie consultazioni quegli specchi acquei; appositi atti tesi a valorizzare la posizione geopolitica dell’Italia in relazione alle direttive comunitarie anche in relazione alla definizione di zone economiche speciali”.
Mai e poi mai, neanche un cm di territorio o mare italiano deve essere ceduto a nessuno! Abbiamo già perso troppo territorio, vedi Istria , Briga e Tenda , Nizza…..ecc.
Zeffira….quell accordo e’ stato scoperto x caso dal sig. Pili perche’ Gentiloni ha blindato la pratica. Tutto di nascosto come consuetidine del pd e sempre a nostro danno.
A tutt oggi non si capisce il perche’ si sia permesso un atto del genere..l Italia non e’ la sua !!
Vediamo se questo governo spazzatura fara’ qualcosa, perche’ Macron, sta facendo lo stesso lavoro sul Monte Bianco.. cambia i confini a suo piacimento, per incassare soldi…. QUALCUNO DI AUTOREVOLE, DEVE FERMARE QUESTO ELEMENTO, ALTRIMENTI ..OGGI IL MARE…DOMANI IL MONTE, CE LI RITROVIAMO CHE CI TOLGONO LA SEDIA DA SOTTO IL TAVOLO..
Sono proprio curiosa di vedere cosa faranno, quelli al governo agli ordini di macron e merkel…
Zeffira, si parte dal presupposto che i governanti siano i rappresentanti del Popolo….che il Popolo ha eletto ( ultimamente il voto del popolo non conta niente…..i giochi vengono fatti nelle stanze di Montecitorio e Palazzo Madama ) per farne le veci……quindi tragga lei le ovvie conclusioni…
In definitiva, qual’è il fine ultimo dei francesi: sfruttare tramite la pesca quelle ampie zone di mare; al contrario, proteggerle dallo sfruttamento ittico; o solo per il desiderio di spadroneggiare e “conquistare” spazi marittimi?
Scusate ma non si può invalidare quell’accordo, fatto, senza che i cittadini italiani siano stati informati, delle ragioni di questo cambiamento? In più erano proprio necessari questi nuovi confini?
E, che cosa abbiamo avuto in più noi per cedere acque vicinissime ad alcune nostre isole di una bellezza invidiabile?
Chi ha donato o sottoscritto il tutto si può citare per danni recati al popolo italiano?
Amo essere informata su tutto quello che succede in Italia e agli Italiani!
Grazie