Putin Mutko, atleti Paralimpici

“Gli sport paralimpici in Russia continueranno a ricevere sostegno, attenzione ed assistenza da parte delle autorità”. È quanto dichiarato dal Ministro dello Sport russo, Vitaly Mutko, in occasione della cerimonia di apertura dei giochi alternativi per gli atleti russi esclusi dalle Paralimpiadi.

La decisione “cinica” e “disumana” del Tribunale amministrativo sportivo di Losanna non è riuscita a frenare la voglia di vita e di sport degli atleti paralimpici russi.

Mutko ha poi elogiato lo spirito di sacrificio degli atleti ingiustamente esclusi, dopo mesi e mesi di durissimo lavoro.

“Mi dispiace molto che non si riesca a prendere parte a questa festa dello sport (a Rio), ma vi sarà il massimo dei nostri sforzi per tornare nella famiglia paralimpica mondiale prima possibile”, ha aggiunto il ministro dello Sport Mutko che ha sottolineato anche come molte federazioni internazionali non abbiano sostenuto la decisione punitiva del Comitato Paralimpico Internazionale.

Il presidente del Comitato Paralimpico Russo, Vladimir Lukin, rivolgendosi alla platea durante la cerimonia di apertura, ha detto che tutte le questioni politiche diventano insignificanti durante le gare ed ha rivolto un sincero augurio a tutti i partecipanti alle Paralimpiadi di Rio de Janeiro.

Le gare dei giochi alternativi si svolgeranno presso le strutture sportive di Mosca e vedranno la partecipazione di 263 atleti di 18 discipline che si sfideranno tra loro tenendo alte le bandiere dello sport e della dignità.

Il governo russo ha dimostrato grande considerazione per gli atleti anche sul versante dei premi che saranno gli stessi assegnati ai medagliati di Rio: Bmw X6 per le medaglie d’oro, X4 per quelle d’argento ed X3 per i vincitori del bronzo che andranno ad aggiungersi ai 4 milioni di rubli (54mila euro) per l’oro; 2,7 milioni (37mila euro) per l’argento e 1,7 milioni (23mila euro) per il bronzo. Una generosa consolazione per le vittime di una decisione che la  rappresentante ufficiale del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, sul noto social facebook aveva definito, senza troppi giri di parole, “vile e disumana”.