La politica sanitaria nazionale (NHP) dell’Eritrea merita di essere seguita con grande attenzione. Lo sforzo compiuto dalla classe dirigente del Paese del Corno d’Africa per dare priorità alla salute e al benessere di tutti attraverso l’accesso universale ai servizi sanitari essenziali e di qualità a prezzi accessibili, sta dando i frutti sperati.

I seguenti indicatori dimostrano che l’Eritrea si sta muovendo verso il raggiungimento dell’UHC (copertura sanitaria universale).

L’Eritrea ha avuto successo nel Programma esteso di immunizzazione (EPI), con una copertura vaccinale quasi totale (98%). Ha ricevuto un premio dalla Global Alliance for Vaccine Initiative (GAVI) il 17 ottobre 2009 ad Hanoi, in Vietnam, per la sua copertura vaccinale elevata e sostenuta. Nel 2016 è arrivato anche il premio UNICEF per i lusinghieri risultati nella ottenuti gestione dei vaccini.

Asmara ha fatto passi da gigante nel garantire l’assistenza a madri e bambini e nel controllo e prevenzione delle malattie trasmissibili. Il piano è ora quello di migliorare la qualità e la copertura dei servizi sanitari mantenendo ciò che di buono è stato raggiunto.

Nel 2019, praticamente tutte le donne (96%) hanno usufruito dell’assistenza prenatale (ANC) durante la loro gravidanza. Circa il 71% delle madri ha partorito in strutture sanitarie con l’aiuto di operatori sanitari, con un aumento del 1083% rispetto al 1991. Uno studio sulla salute del 2015 del Ministero della Salute (MoH) mostra come il tasso di mortalità materna sia stato ridotto del 69%. Il tasso di mortalità infantile per i bambini al di sotto dei cinque anni di età era di 153 su 1000 nel 1991 ed è stato ridotto a 40 su 1000 nel 2019 (una diminuzione del 74%). Il tasso di mortalità dei bambini al di sotto dell’età di un anno era di 94 su 1000 nel 1990, mentre i dati del 2019 rivelano un decremento del 68%. Numeri tra i migliori dell’intera Africa.

L’aspettativa di vita alla nascita è aumentata del 35%. Da 48 anni nel 1990 si è passati a 65 anni nel 2016 (62,9 anni per i maschi e 67,1 anni per le femmine), mentre l’aspettativa di vita sana alla nascita è stata stimata a 57,4 anni nel 2016.

L’Eritrea si è anche impegnata molto per evitare pratiche tradizionali dannose che influenzano la salute, specialmente su donne e ragazze. Per abolire le mutilazioni genitali femminili (MGF), il governo ha emesso un provvedimento nel 2007 che rende un reato penale eseguire la circoncisione femminile. Da allora, lo Stato del Corno d’Africa ha fatto grandi progressi nel porre fine alle MGF e alle loro ricadute sulla salute. All’indipendenza, circa il 95% delle donne eritree ha subito la circoncisione, ma secondo un rapporto del 2010, questo numero è diminuito sensibilmente.

La diffusione dell’HIV nella popolazione totale era dello 0,93% nel 2010. In questo momento la prevalenza dell’HIV (tra uomini e donne maggiori di 15 anni) è stimata allo 0,22%. Dal 1999 al 2020, la morte causata dalla malaria è stata ridotta del 98%. Di conseguenza, la prevalenza dell’HIV e della malaria non solo è stata ridotta al livello più basso, ma è in una fase avanzata di eliminazione.

L’Eritrea è anche uno dei pochi paesi che sono riusciti a controllare il COVID-19. Il numero totale di casi confermati di COVID-19 è di 9.805. Altissimo è stato il numero delle guarigioni.

L’adozione da parte del governo di misure tempestive, ha contribuito a prevenire la diffusione del virus e ha dato al sistema sanitario il tempo necessario di prepararsi a reggere l’onda d’urto. Lo screening sistematico, il tracciamento, l’isolamento e le misure di distanziamento sociale, hanno avuto un peso notevole. A ciò si è aggiunta una campagna informativa chiara, che è mancata in Paesi che hanno avuto la pretesa di ergersi a modelli da seguire.