Frau Merkel, andata in Turchia a stringere senza ribrezzo le mani di Erdogan e Davutoglu, due dei più grandi fomentatori, facilitatori e finanziatori del terrorismo takfiro in terra siriana, ha affermato senza tradire vergogna alcuna di sentirsi “inorridire” di fronte a “alle sofferenze umane di migliaia di persone per i bombardamenti aerei e anche per gli attacchi che provengono dalla parte russa”.
Gongolando per le affermazioni dell’ospite, il suo anfitrione Davutoglu ha aggiunto che “Aleppo è di fatto sotto assedio”, anche lui esprimendo caldi sentimenti di solidarietà per gli scannatori islamisti di varie sigle (da Al Nusra -Al-Qaeda in Siria-, ad Ahrar Sham, da Nour al-Din al-Zinki a Jaysh Mujahedeen e oltre) che, dopo aver loro assediato i quartieri storici di Aleppo per tre anni, infliggendo anche danni al patrimonio storico e archeologico di una delle città più antiche del mondo, rischiano ora di dover pagare per i loro crimini.
Ma se si vuol ragionare di “Assedi in Siria” si potrebbe anche menzionare quello durato oltre tre anni delle due cittadine sciite di Zahraa e Nubbul, proprio a Nord-Ovest di Aleppo, interrotto pochi giorni fa dalle forze combinate dell’Esercito Siriano, dei combattenti libanesi di Hezbollah e dalle milizie volontarie sciite irakene inquadrate e guidate dagli ufficiali dell’IRGC iraniana.
Non si è trattato di nulla di piccolo o breve: l’arrivo dei soccorsi governativi e alleati ha liberato dalla paura di un incombente sterminio circa 135.000 civili che hanno retto a continui assalti dei tagliagole takfiri per più di quanto abbiano resistito alle cannonate naziste i difensori di Leningrado, città-eroe della Grande Guerra Patriottica.
Ma gli sciiti, evidentemente, non fanno traboccare il cuore di Frau Merkel di tiepidi sentimenti umanitari, meno che mai quello di Erdogan o di Davutoglu, alfieri del più bigotto settarismo col quale giustificano la loro politica di aggressione e ostilità contro Iran, Hezbollah, contro la Siria pluralista e tollerante, contro l’Irak (a sua volta contraddistinto da una maggioranza sciita).
Poco più addentro alla Provincia di Idlib, che ancora giace sotto il tallone takfiro, altre due cittadine sciite resistono eroicamente, difese da veterani induriti e rotti a tutto, sporadicamente rifornite da aviolanci, da elicotteri o da carovane terrestri che tra piste e sentieri secondari approfittano dell’impossibilità dei terroristi di presidiare ogni via di comunicazione per portare beni di primissima necessità alle comunità circondate.
La fotografia qui riportata mostra un recentissimo comunicato del cosiddetto ‘Jaysh Fateh’ (Esercito della Conquista), l’organizzazione estremista che riunisce Al Nusra, Ahrar Sham e altre sigle takfire minori nella Provincia di Idlib, con il quale si dichiara che coloro che verranno sorpresi a portare rifornimenti e beni alle suddette cittadine di Fouaa e Kafraya saranno messi immediatamente a morte.
Chi scrive però ha l’idea (chiamatelo cinico) che tale annuncio non avrà l’onore delle prime pagine sulle testate che hanno invece rimandato a caratteri cubitali “l’orrore” provato da Dama Merkel e rimarrà invece in evidenza solo tra quei pochi benemeriti outlet (tra cui questo) che negli ultimi anni si sono affannati a dare una visione realistica dell’aggressione in atto contro la Siria e più in generale contro l’Asse della Resistenza Teheran-Bagdad-Damasco-Hezbollah.