La situazione nel Donbass tiene col fiato sospeso decine e decine di migliaia di persone in tutta Italia, non solo russi e/o ortodossi, nonostante i media abbiano fatto calare su quella Regione una impenetrabile cortina di silenzio. Ne parliamo con Marcello Berera, portavoce del Coordinamento Solidale per il Donbass.

1) Com’è la situazione attuale nel Donbass? Il morale di civili e combattenti è alto?

Le città e i villaggi si stanno ripopolando, le strade e gli edifici danneggiati dai bombardamenti vengono riparati, le attività economiche stanno poco a poco ripartendo. Nonostante le continue violazioni della tregua – ogni giorno se ne registrano almeno una decina e per violazioni si intende bombardamenti di mortai o di grad – la popolazione ha voglia di ritornare a vivere e i governi delle due Repubbliche Popolari, per quanto è nelle loro capacità, danno tutto il supporto in tale direzione: vengono rilasciate pensioni e garantita l’assistenza sanitaria. Sul fronte militare, invece, i soldati hanno il divieto di rispondere alle provocazioni ucraine.

2) Gli accordi di Minsk reggono davvero?

Gli accordi di Minsk non sono mai stati rispettati. Apprendiamo quotidianamente delle violazioni del cessate il fuoco da parte ucraina. L’esercito di Kiev bombarda indiscriminatamente obiettivi militari e civili come case e scuole, ma televisioni e giornali non ne parlano. Non credo che il silenzio dei media sia dovuto al fatto che i riflettori siano puntati altrove, il loro è un vero e proprio modus operandi: gettano sistematicamente fango sui “nemici” dell’Occidente come la Russia e la Siria e tacciono i crimini dei suoi alleati, siano essi Poroshenko, Erdogan o la dinastia dei Saud in Arabia Saudita.

3) Come evolverà la situazione nei prossimi anni? Gli ucraini cercheranno di nuovo di invadere il Donbass? Se sì, qual è l’esito più probabile?

È impossibile fare previsioni. Ciclicamente, ogni mese, tra i miliziani gira la voce che gli ucraini stiano per preparare una nuova offensiva, che però non si è ancora verificata. Una nuova escalation potrebbe essere imminente così come potrebbe proseguire questa situazione di stallo. L’Ucraina, tuttavia, non ha mai nascosto di voler riprendere possesso delle sue regioni orientali con ogni mezzo possibile: dichiarò terrorista l’intera a popolazione del Donbass che si era ribellata contro il nuovo governo, sentendosi quindi in diritto di bombardarla con bombe al fosforo e bombe a grappolo.
I trattati di Minsk prevedono che il bacino del Don torni ad essere territorio ucraino se Kiev concederà ampie autonomie regionali e l’amnistia per i combattenti, ma la guerra civile è una ferita che non si rimarginerà tanto presto.

4) Quali sono, e come si svolgono, le attività del Coordinamento Solidale per il Donbass? Che supporto date alle popolazioni della Nuovorussia?

Il Coordinamento nacque e iniziò le sue attività già nei primi mesi della rivolta in Donbass. Orazio Maria Gnerre, uno dei nostri promotori nazionali, incontrò le prime istituzioni delle autoproclamate repubbliche popolari e al suo ritornò partì il nostro progetto solidale. In Italia il nostro obiettivo principale è quello di dare voce a un popolo che i nostri mezzi di informazione e le nostre istituzioni vogliono mettere a tacere; un popolo che combatte per difendere la propria identità, le proprie tradizioni e la propria indipendenza e per questo il governo criminale di Kiev vuole sopprimerlo con i carri armati. Durante i nostri eventi raccogliamo fondi e beni di prima necessità (come farmaci, materiali medico, vestiti, coperte, etc) che inviamo nella regione, dove siamo in contatto con le istituzioni che ci indicano le principali emergenze umanitarie, principalmente scuole, orfanotrofi e ospedali privi di cibo.

5) Cosa dovrebbe fare un italiano che volesse dare del supporto concreto alle popolazioni colpite dalla guerra scatenata dalla Junta golpista? Potrebbe rivolgersi a voi?

Il più grande aiuto che può dare un italiano è parlare di quel che sta succedendo in Donbass, parlarne con i conoscenti, parlarne sui social network, in modo tale che sempre più persone conoscano la reale situazione. Ovviamente può partecipare alle nostre iniziative o contattare la pagina facebook del Coordinamento Solidale per il Donbass e proporsi di organizzare insieme a noi un evento nella sua città, sia esso un semplice gazebo di raccolta fondi e medicinali, una conferenza o un qualsiasi evento di informazione e di solidarietà.