Greta Thunberg, la ragazzina svedese ormai in odore di Nobel per la pace, è diventata un fenomeno mediatico di portata globale da quando, alla fine del 2018, ha cominciato a piazzarsi davanti al parlamento svedese mostrando un cartello contro il riscaldamento globale.
Vediamo di capirne di più.

Una premessa però è doverosa: questo articolo non tratta della questione del riscaldamento globale in sé, ma solo del fenomeno “Greta” e, sopratutto, dell’ipocrisia dei molti che sono diventati ecologisti senza avere del tutto le idee chiare.

Oggi, in varie parti del mondo, gli studenti hanno scioperato, come spesso capita di venerdì, ma questa volta l’hanno fatto per il clima.

Gli slogan erano tutti più o meno uguali, anche in Italia, ma uno in particolare ci ha colpito:

E’ il primo a sinistra: “Voglio il cioccolato caldo, non un pianeta caldo.”

Questo slogan è significativo della confusione che regna tra gli ambientalisti della domenica, anzi, del venerdì. I “gretini” insomma.

Il cioccolato, infatti, richiede il cacao, e il cacao viene prodotto in Paesi esotici e distanti: il 70% viene da Costa d’Avorio, Ghana, Nigeria e Camerun, il restante principalmente da Indonesia, Nigeria, Camerun, Brasile ed Ecuador.

Ora, dato che spostare le merci dall’Africa (o dall’Asia o dal Sud America) richiede l’uso di navi e aerei e il consumo di grandi quantitativi di carburante, ciò comporta l’immissione nell’aria di una gran quantità di gas serra.

Ed è solo uno dei tanti esempi. Lo sanno i gretini nostrani, al 99,99% a favore dei “porti aperti” che ogni viaggio di una nave (scafista) ONG per prendere clandestini dalla Libia e portarli in Europa inquina e parecchio?

O vogliamo parlare dei viaggi in giro per il mondo perché, come dicono i “gretini”, “il razzismo si cura viaggiando”? Ovviamente inquinano tantissimo, per lo stesso motivo.
Un aereo inquina quanto circa 600 auto non catalizzate (cioè euro 0). Sì, proprio l’aereo che questi studenti prenderanno per andare in Spagna o in Scozia per l’Erasmus.

I più grandi aeroporti italiani producono ogni giorno inquinanti pari a quelli di 350 mila auto euro zero.

Venti navi da cargo possono arrivare a inquinare quanto tutte le auto presenti sulla Terra. Sì, proprio la nave che trasporta il vostro cacao, o la vostra soia, se siete vegani.
Il vostro I-Phone, cari “gretini”? Viene prodotto in Cina poi esportato negli USA (inquinamento) e infine spedito in Europa (ancora inquinamento).

In altre parole, cari “gretini”, se volete davvero ridurre le emissioni in maniera drastica, e sufficiente a evitare ulteriori innalzamenti di temperatura, dovete rinunciare al commercio e agli spostamenti globali. In altre parole, dovete rinunciare alla globalizzazione, al capitalismo e alla libertà di movimento.
Ovviamente non basterebbe: occorrerebbe anche un piano di sviluppo sostenibile imposto con la forza, sul modello cinese. Riforestazione, costruzione a tutto spiano di centrali nucleari (che gli ecologisti odiano) etc.

La forza sarebbe necessaria per piegare i “gretini”, quelli che hanno abbracciato l’ambientalismo per trovare un nuovo collante per le sinistre, dopo il fallimento ormai imminente del modello delle frontiere aperte e dell’immigrazione libera e selvaggia, e che poi però si opporrebbero a qualunque soluzione seria e concreta, così come farebbero tanti altri, che da tali soluzioni perderebbero soldi e potere.

Inutile infatti dire quanto siano dei palliativi cose come “le domeniche ecologiche”, le targhe alterne, le “biciclettate”, per non parlare delle auto elettriche (quest’ultime spostano il problema dell’inquinamento dalla città alle zone periferiche in cui avviene la produzione di elettricità) e di tutto il resto.

Per non parlare dello sciopero come mezzo di protesta. I lavoratori con tale mezzo, che blocca la produzione, ormai non riescono a ottenere neppure un misero aumento salariale, cosa mai potrebbero ottenere costoro, assentandosi da scuola?
La fine del riscaldamento globale? Un taglio delle emissioni da parte di governi che non si fanno problemi a tagliare sanità e scuola pubbliche?

Scusateci se non ci uniamo al coro dei creduloni.

 

Quello che non è chiaro agli ecologisti del venerdì, insomma, è che per risolvere i problemi inerenti all’inquinamento e al surriscaldamento, occorre il socialismo, a livello globale. Quello vero, alla cinese e dintorni, non quello farlocco di importazione scandinavo-americana.

Sono disposti i “gretini” – e,sopratutto, i potenti che sotto sotto strizzano loro l’occhio – a rinunciare a libertà personali e affari miliardari?

E adesso veniamo a una seconda considerazione: Greta Thunberg, una ragazzina sedicenne, che si mette con un cartello davanti al parlamento svedese e, in pochi mesi, viene accolta e fatta parlare alle assemblee dei potenti, quegli stessi potenti che hanno fatto miliardi e miliardi (anche) inquinando e grazie alla libera circolazione di merci e persone.
In pratica è come se Cosa Nostra, invece di sparare e far saltare per aria i magistrati, avesse accolto con tutti gli onori Falcone e Borsellino e li avesse esaltati quali paladini della lotta contro alla mafia.

Vi sembra verosimile? No, non convince nemmeno noi.

Massimiliano Greco

2 COMMENTI

  1. ogni decennio, da decenni, qualcuno urla alla catastrofe. All’inizio degli anni 90 si parlava di effetto serra, il mondo doveva finire surriscaldato in pochi decenni con città e coste sommerse e invece nulla di ciò accadde, poi alla fine di quel decennio si parlò di buco nell’ozono come del disastro del nuovo millennio. sparito dai riflettori. Ora salta fuori questa pupetta accolta dai potenti della terra a parlare di riscaldamento climatico e viene accolta dai potenti della terra che semmai ne sarebbero i primi responsabili. fior di scienziati, come Rubbia, parlano dei mutamenti climatici,.esistiti da sempre e in maniera ben più marcata su questo pianeta ben prima delle industrie – vedi glaciazioni o foreste tropicali in siberia o Tamigi ghiacciato nel 700- e qualcuno non si pone mezza domanda ma crede in Greta e nel suo incrrdibile fenimeno senza distinguere tra inquinamento e riscaldamento globale, tra natura, spostamenti dell’asse terrestre e emissioni artifuciali di CO2

  2. Glielo spiego io: La cioccolata è una di quelle cose meravigliose che, grazie ai cambiamenti climatici, rischia di scomparire. Era questo il senso. Punto.

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