Meno nove giorni. A Roma è già scattato il countdown in vista del ballottaggio tra Virginia Raggi e Roberto Giachetti. Al primo turno la candidata del Movimento 5 Stelle ha staccato di ben 10 punti l’uomo scelto da Renzi (e dalle primarie del centrosinistra) per diventare sindaco della capitale più provinciale d’Europa. Per tentare l’ardua remuntada elettorale, il vicepresidente della Camera ha deciso di giocarsi il tutto per tutto cavalcando la posizione contraria della sua rivale alla candidatura per le Olimpiadi 2024 e alla costruzione dello stadio dell’A.S. Roma.
Intanto, Giachetti, nella sua rincorsa al voto tifoso, sembra aver dimenticato l’esistenza dell’altra metà del cuore calcistico capitolino, quello laziale. La noncuranza verso i tifosi biancocelesti – con l’eccezione di un’intervista a Radio Cusano in cui sbagliò anche l’anno dell’ultimo scudetto – è stata una costante nella campagna elettorale dell’esponente PD tanto che lo stesso Renzi, lanciando il suo nome per la corsa al Campidoglio, lo definì sindaco ideale riproponendo la trita e ritrita formula del “romano e romanista”. Ad indispettire il romano di fede biancoceleste è soprattutto il silenzio assoluto di Giachetti sulla necessità di uno stadio anche per la Lazio, a dispetto della Raggi che ha dichiarato di volerne uno anche per gli aquilotti.
Ma, soprattutto, a tenere banco in questi ultimi giorni d’infuocata campagna elettorale è la questione delle Olimpiadi. Tra editoriali compiacenti, endorsement di nomi prestigiosi dello sport e avvertimenti del presidente del Coni e persino del Presidente del Consiglio, il ballottaggio del 19 Giugno è stato trasformato in una sorta di referendum sulle Olimpiadi.
L’impressione è che i sostenitori di Giachetti (o meglio, gli oppositori della Raggi) abbiano deciso di mobilitare l'”artiglieria pesante” trincerandosi dietro il leitmotiv nazionalpopolare dei Giochi Olimpici con l’obiettivo di sbarrare la strada alla probabile conquista pentastellata della capitale d’Italia.
Intanto, c’è da dire che la designazione di Roma come città organizzatrice non è affatto scontata considerata la significativa competitività delle “rivali” Parigi, Los Angeles e Budapest. Inoltre, l’evento “low cost e trasparente” promesso dal presidente del comitato promotore Luca Cordero di Montezemolo (lo stesso che fu promotore del comitato organizzatore per il costosissimo Mondiale di calcio del 1990) costerà almeno 5,3 miliardi di euro come annunciato durante la presentazione del progetto lo scorso febbraio.
Il PD che nel 2012 plaudeva alla responsabilità del governo Monti per la rinuncia a candidare Roma per le i Giochi del 2020, in vista del ballottaggio ha fatto delle Olimpiadi l’argomento principale per attaccare la Raggi. La questione Olimpiadi ha monopolizzato questa seconda fase della campagna elettorale romana dopo le dichiarazioni all’Ansa – dalla tempistica probabilmente non casuale – del calciatore romanista Francesco Totti in cui esprimeva il proprio sostegno all’organizzazione dell’evento nella sua città di nascita. L’assist del capitano giallorosso potrebbe essere di buon auspicio per la candidata dei 5 Stelle visti i precedenti: nel 2008 Totti decise di scendere in campo – meno velatamente – in favore della corsa al Campidoglio di Rutelli con tanto di manifesti in giro per la città. Quella tornata elettorale fu l’unica da quando c’è l’elezione diretta del sindaco di Roma a vedere il centrosinistra sconfitto.
Nico Spuntoni