Alla vigilia delle partite di chiusura della fase a gironi, il torneo ha già dato alcune sentenze. La prima riguarda Lionel Messi, con la nazionale proprio non ce la fa. È svogliato, non fa la differenza, non sente la maglia. Ritornano gli intramontabili dubbi su La Pulce. Si sentirà davvero argentino? O è forse un problema di gioco, Messi si sente a suo agio solo nel gioco di possesso fatto dal Barça. Non lo sapremo mai con certezza. Fatto sta che l’Argentina passa la fase a gironi concludendo in testa, ottenendo il massimo risultato con il minimo sforzo. Ma con la Giamaica l’Albiceleste ha rischiato di non portarla a casa, soprattutto negli ultimi minuti dell’incontro, dove il forcing caraibico ha portato la squadra di Schafer a sfiorare il pareggio, nonostante la buona prestazione di Higuaìn. Deludente anche l’Uruguay che sta soffrendo sin troppo la mancanza di Suarez. Con il Paraguay non si va oltre l’uno a uno. Un Cavani impalpabile non riesce a buttarla dentro in ben tre occasioni e condanna La Celeste ad un rischioso terzo posto, grazie al quale dovrebbe incontrare il Cile di Vidàl, in attesa di conoscere i verdetti del girone C. Paraguay molto vivace che rischia anche di vincerla per mano degil inserimenti dell’incontenibile Benitez e dei tentativi di Barrios e di Santa Cruz. E che a questo punto si candida ad essere uno degli outsider insieme alla Colombia per la vittoria finale (mai sconfitto né dalla blasonatissima Argentina né dall’Uruguay campione uscente ed anzi a tratti superiore).
La seconda vera sentenza di questa Copa è l’affermazione di Edu Vargas. Questo giocatore è tra i migliori attaccanti al mondo, peccato solo che con il Cile giochi soltanto poche partite all’anno… Dategli un club che ricordi anche vagamente la Roja tutto l’anno e chissà cosa potrebbe essere capace di fare! Per ora resta un enigma da risolvere per il Napoli. Darlo ancora in prestito per l’ennesima volta, darlo via a buon prezzo o concedergli finalmente fiducia? Lo vedremo ad agosto. Come che sia, Vargas è stato decisivo anche nella partita con la Bolivia. Stavolta non è riuscito a buttarla dentro, ma il pregevole gesto tecnico, che permette al suo compagno di sbloccare subito la partita nei primissimi minuti, è il suo. Sfiora anche il gol, ma stavolta non è lucido nella conclusione. Velo pietoso sul caso Vidàl, ma il Cile finisce in testa alla classifica e si candida a conquistare il suo primo trofeo continentale, anche se la debàcle di Cavani e compagni potrebbe essere una brutta sorpresa per quelli della Roja, che si ritroveranno ai quarti la squadra detentrice del titolo. Bolivia che con i suoi 4 punti e con la sconfitta del Messico si ritrova qualificata come seconda anche con la sconfitta e probabilmente incontrerà una tra il Brasile e la Colombia, ma attenti anche a Venezuela e Perù, il girone C è quanto mai incerto.
La terza ed ultima sentenza, per ora, della Copa America, l’ha data Neymar con la sua immaturità. Gente come Maradona prima di lui, hanno preso calci su calci senza fare troppe scenate. Ed anche questo Brasile in stile piangina non ci piace molto. I limiti del Brasile, che già si erano apprezzati lo scorso anno, coperti da qualche arbitraggio così così, si sono palesati del tutto in questo esordio di torneo verdeoro. Solo l’estro di Neymar non può bastare a questa nazionale, e lo stesso blaugrana non si dimostra quel leader carismatico che molti vorrebbero che fosse. È un leader tecnico, ma non è uno né che trascina i compagni, né che infonde sicurezza alla squadra con lo stile. Dunga ha molto da lavorare se dovesse restare ancora la guida tecnica di questa nazionale. En passant fa molto male vedere che due grandi stelle del calcio mondiale e in particolare del Barça siano tutto tranne che un buon esempio di campione rappresentativo dei valori morali di questo sport. Neanche sotto il profilo della grinta e della voglia di combattere, emblematico di cosa sia il calcio al giorno d’oggi. Stasera il Brasile è chiamato ad evitare clamorose e spiacevoli sorprese con un Venezuela non certo arrendevole, ed anzi i Vinotinto potrebbero anche ripetere il colpaccio dell’esordio ottenuto ai danni dei Cafeteros. Ma senza Neymar, squalificato per il resto del torneo, potrebbe essere più dura del previsto. Dall’altra parte la Colombia dovrebbe essere a questo punto la favorita a vincere il girone, cosa che gli permetterebbe di affrontare la non certo irresistibile Bolivia ai quarti. Ma attenzione al Perù, squadra che meno blasonata porta con sé sempre grandi valori tecnici ed attaccanti di esperienza come Guerrero e Pizarro.
Le partite di ieri: i tabellini
URUGUAY-PARAGUAY 1-1
URUGUAY (4-3-3): Muslera; Maxi Pereira, Coates, Gimenez, Alvaro Pereira; Gonzalez, Arevalo Rios, Carlos Sanchez (21’st Cristian Rodriguez); Rolan, Cavani, Abel Hernandez. All.: Tabarez
PARAGUAY (4-2-3-1): Villar; Marcos Cáceres, Bruno Valdez, da Silva, Piris; Ortigoza (18’st Ortiz), Molinas; Benitez, Haedo Valdez, Bobadilla (21’st Gonzalez); Barrios (25’st Santa Cruz). All.:Ramon Diaz
ARBITRO: Roberto García Orozco (Messico)
MARCATORI: 26’pt Gimenez (U), 44’pt Barrios (P)
NOTE: ammoniti Abel Hernandez, Coates, Alvaro Pereira (U) e Ortigoza, Ortiz e Molinas (P)
ARGENTINA-GIAMAICA 1-0
ARGENTINA (4-3-3): Romero; Zabaleta, Garay, Demichelis, Rojo; Biglia, Mascherano, Pastore (59′ Pereyra); Di Maria, Higuain (72′ Tevez), Messi (84′ Lamela). A disp.: Guzman, Andujar, Casco, Roncaglia, Banega, Gago, Otamendi, Aguero, Lavezzi. All.: Martino
GIAMAICA (4-2-3-1): Thomson; Hector (72′ Dawkins), Morgan, Lawrence, Mariappa; Austin, McAnuff, McCleary, Watson, Laing (72′ Taylor); Brown (79′ Barnes). A disp.: Kerr, Miller, Gordon, Gray, Taylor, Grant, Dawkins, Barnes, Mattocks, Parkes, Ottey, Williams. All.: Schafer
Arbitro: Bascuñán (CHI)
Marcatori: 11′ Higuain (A)
Ammoniti: Watson, Hector (G), Zabaleta (A)