I rapporti fra ISIS ed Al Qaeda hanno sempre avuto una storia alquanto tormentata, dove a momenti di guerra guerreggiata s’alternavano altri all’insegna del flirt o del matrimonio vero e proprio. Il caso siriano ed iracheno ce lo insegna, con tutta la sua lunga cronaca di notizie spesso a dir poco contrastanti.
Questo rapporto ambiguo, dove le due entità terroristiche si sono a volte sfidate e a volte connubiate, trova ovviamente un proprio riscontro anche nel Continente Africano, in cui agiscono le loro varie e rispettive diramazioni. Storicamente è Boko Haram, che nel nord della Nigeria ha dato vita fin dal 2014 ad un suo Califfato, a vantare i rapporti più antichi e profondi con l’ISIS, mentre Al Shabaab, attiva in Somalia, era legata soprattutto ad Al Qaeda.
Ma i grandi successi ottenuti su vari fronti dall’ISIS mentre Al Qaeda arrancava e sembrava sempre più declinare dopo esser rimasta orfana del suo fondatore Bin Laden, hanno convinto a quanto pare anche gli Al Shabaab a fare un parziale cambio di casacca. Così anche quest’ultimi si sono affiliati all’ISIS, il quale in ogni caso ha contemporaneamente ricevuto anche le offerte di alleanza di Al Qaeda.
Si ricompone così, non soltanto in Africa ma anche e soprattutto in Medio Oriente, il “quadro del terrore”, che vede le due organizzazioni terroristiche ormai sempre più vicine fra loro se non addirittura associate, con tutto quello che ne consegue pure a livello di affiliati africani come Boko Haram e Al Shabaab.
Se l’origine delle fortune economiche delle due “Case madri”, ISIS ed Al Qaeda, è fin troppo nota (il commercio del petrolio siriano ed iracheno, il contrabbando di manufatti archeologici e, soprattutto, le laute mance degli Stati arabi del Golfo, in particolare Arabia Saudita e Qatar), non altrettanto si può dire delle loro due diramazioni africane. A tal proposito può rivelarsi illuminante la lettura di un articolo, che svela come Boko Haram e Al Shabaab non vivano unicamente di saccheggi o di pirateria, ma bensì grazie al contrabbando di stupefacenti.
L’Africa, come sappiamo, è uno dei più importanti crocevia mondiali, attraverso cui passano traffici e commerci talvolta leciti e talvolta illeciti. Di sicuro non è un mistero che alcune tipologie di droga, anziché provenire o passare dal Sud America o dai Balcani, provengano e passino dall’Africa. Questo ovviamente vale anche per il traffico di esseri umani.
Entrambe le due attività risultano oltremodo lucrose e non c’è da dubitare del fatto che Boko Haram e Al Shabaab ne abbiano fatto le loro fonti di sostentamento. A questo punto, però, viene da pensare una cosa: i governi occidentali, che tollerano i fenomeni di Al Qaeda ed ISIS, e quindi tutta la lunga galleria di malefatte che queste due organizzazioni compiono, fanno altrettanto anche coi loro affiliati africani. Ma chi tollera simili situazioni, è connivente e complice.