Nei giorni scorsi il primo ministro cinese Li Keqiang si è recato in Mongolia, per una visita di Stato ufficiale, ma anche per partecipare all’undicesimo vertice dell’ASEM che si teneva ad Ulan Bataar. Il decimo appuntamento s’era tenuto in Italia ed era stato, com’è noto, un importante successo. In questo caso, tuttavia, l’ASEM ha rafforzato la sua natura e la sua concentrazione asiatica, già solo per il fatto di scegliere come propria sede la capitale della Mongolia, un paese che per molti occidentali continua a rimanere sconosciuto.

La concatenazione fra i due eventi, racchiusi in una sola visita, è stata di straordinaria importanza: in quell’occasione, infatti, Li Keqiang ha potuto incontrare il Presidente mongolo Elbegdorj ed il primo ministro Erdenebat, così come il presidente del Grande Hural, il parlamento della Mongolia, Enkhbold. È stata perciò rafforzata e riaffermata una collaborazione a tutti i livelli tra la Mongolia e la Cina, che estesa alla Russia va a comporre il famoso “corridoio economico” che unisce i tre paesi e che ha trovato anche il consenso entusiasta di Dmitry Medvedev, presente all’evento. Si può pertanto dire che l’impressione generale sia quella di un rafforzamento della cosiddetta “piattaforma eurasiatica”, considerando anche le recenti e fruttuose riunioni della SCO, l’Organizzazione per la Cooperazione di Shangai, e i tentativi d’allargamento dell’Unione Eurasiatica a nuovi partner come l’Iran.

Questo processo di rafforzamento non si limita ovviamente alla sola parte continentale ad est degli Urali, ma coinvolge anche importanti attori dell’Unione Europea, che soprattutto recentemente con la Cina hanno avviato un processo di consolidamento dei loro già storici legami. Al vertice ASEM, infatti, erano presenti anche la cancelliera tedesca Angela Merkel, il premier romeno Dacian Ciolos, Rosen Asenov Plevneliev della Bulgaria, Raimonds Vejonis della Lettonia, oltre ad importanti personalità dell’area ASEAN, l’organismo che raccoglie le importanti economie del Sud Est Asiatico, come i primi ministri della Cambogia, del Laos e del Vietnam e il Presidente del Myanmar.

A tal proposito è importante sottolineare come all’appuntamento fosse presente anche il premier giapponese Shinzo Abe, fresco di rielezione, che al momento attuale con la Cina è coinvolto in un rigido confronto riguardante il Mar Cinese Meridionale. Da questo punto di vista l’ASEM può svolgere un ruolo di pacificazione tutt’altro che da sottovalutare in merito alla questione del contenzioso che separa la Cina dalle Filippine sul Mar Cinese Meridionale, e che vede proprio il Giappone fra gli attori che vi s’intromettono insieme agli Stati Uniti.

Quello dell’ASEM, il Meeting Asia – Europa, è un incontro che rappresenta sempre più la crescente e raggiunta maturità di tale istituzione. Esattamente come altri organismi d’incontro d’ambito internazionale ed in particolare relativi all’area asiatica ed eurasiatica, anche l’ASEM costituisce ormai sempre più un vettore di fondamentale importanza per il consolidamento del dialogo e della fiducia reciproca fra i partner asiatici ed europei. In tutto ciò Russia e Cina, unite dalla Mongolia, giocano un ruolo di primissimo piano.