Secondo il ministro degli esteri dell’Ungheria, Peter Szijjarto, le politiche di Bruxelles favorevoli all’immigrazione sono tanto pericolose per l’Europa quanto per l’Africa. E’ una dichiarazione di per sé rivoluzionaria nell’Europa di oggi, dove certi tabù non possono essere praticamente mai toccati.

Dopo aver parlato col ministro degli esteri eritreo Osman Saleh, il suo omologo ungherese ha tenuto una conferenza stampa dove ha dichiarato che l’Africa ha bisogno di pace, sicurezza e sviluppo economico per mantenere la sua popolazione. Si tratta proprio dei concetti che da tempo vengono detti e ridetti dalle autorità eritree, all’estero rappresentati il più delle volte da Saleh, e correttamente Szijjarto ha detto che l’Ungheria, in opposizione alle volontà dell’UE, non accetta di riconoscere l’immigrazione come un fatto inevitabile, dovuto a varie ragioni, e come tale da accettare passivamente da parte del Vecchio Continente.

L’Africa dev’essere aiutata in modo che la sua popolazione vi resti, anziché trasferirsi altrove, ha infatti sottolineato il ministro degli esteri ungherese. Ma, dopo aver sottolineato questo fatto di per sé profondamente logico e vero, ha anche detto che l’Eritrea ha fatto molto per difendere la pace nella sua regione, cosa prontamente riconosciuta dall’Ungheria che ha subito sostenuto l’eliminazione delle sanzioni indette contro Asmara già dal 2009/2011 e la sua promozione a membro del Consiglio ONU per i Diritti Umani.

Andrebbe poi riconosciuto come né l’Eritrea né l’Ungheria sostengano l’accordo ONU per il Global Compact sull’immigrazione, che ha il difetto di non distinguere fra rifugiati e migranti illegali. Ad oggi sono più di quaranta Stati ad aver respinto questo accordo.

Il ministro degli esteri ungherese, quindi, ha sottolineato la lunga storia dello stato di “né guerra né pace” fra Eritrea ed Etiopia, durato dal 2000 al 2018, e che s’è prontamente risolto con l’arrivo al governo di Abiy Ahmed al governo etiopico, cosa che ha permesso finalmente l’applicazione degli Accordi di Algeri del 2000, riconosciuti ed applicati da Asmara fin dal primo giorno. Anche tale importantissimo progresso è stato sostenuto con fiducia dal governo ungherese.

A partire da quel momento anche l’Ungheria ha offerto all’Eritrea un proprio contributo, al momento rappresentato dalla realizzazione di un centro per la diagnosi del cancro, e commentando tale fatto il ministro degli esteri eritreo Osman Saleh ha ribadito come il proprio paese possa offrire all’Europa i suoi enormi vantaggi strategici, economici e produttivi, anche se al momento è soprattutto il controllo del flusso migratorio a costituire la tematica principale.