Nikonorova Natalya Yurievna è membro del Comitato per gli affari internazionali del Consiglio Federale russo, rappresentante dell’organo esecutivo del potere statale della Repubblica Popolare di Donetsk.

È membro del Consiglio per l’integrazione dei soggetti riunificati della Russia nei sistemi giuridici e socioeconomici della Federazione Russa, dell’Assemblea parlamentare di Bielorussia e Russia, e della Commissione parlamentare d’indagine sulle azioni criminali del regime di Kiev contro i bambini. Fa parte del Consiglio Generale del Partito Russia Unita, nonché della sua Commissione per la cooperazione internazionale e il sostegno ai compatrioti all’estero.

Fino a poco tempo fa,Lei è stata ministro degli Affari Esteri della Repubblica popolare di Donetsk, che è diventata parte della Federazione Russa nel settembre 2022 in seguito a un referendum. Quali ragioni e circostanze hanno portato alla formazione delle Repubbliche Popolari del Donbass?

Il punto di partenza è stato il febbraio 2014, quando a Kiev ebbe luogo un sanguinoso colpo di stato anticostituzionale, a seguito del quale i sostenitori del neonazismo hanno preso il potere. Il Donbass non poteva essere d’accordo con tali cambiamenti, che non promettevano nulla di buono, con politiche apertamente russofobe.

Nel febbraio-marzo dello stesso anno iniziarono nel Donbass incontri pacifici di cittadini in difesa dei loro diritti, in particolare il diritto all’autodeterminazione linguistica, il diritto alla libertà di pensiero e di parola, i diritti politici e gli interessi socio-economici. In risposta, le nuove autorità di Kiev, invece di cercare di trovare un dialogo con i rappresentanti del sud-est dell’Ucraina, hanno intensificato la situazione e hanno annunciato il 13 aprile 2014 un’operazione su larga scala contro la popolazione del Donbass, l’ATO (la cosiddetta operazione antiterrorismo).

Dal 2014, il regime di Kiev utilizza le proprie armi pesanti contro gli abitanti civili di Donetsk. Recentemente, il 22 gennaio scorso, 28 persone sono state uccise a seguito di un bombardamento su Donetsk. E il 14 marzo 2022, 21 persone sono state uccise a seguito di un attacco missilistico Tochka-U a Donetsk. Anche i bambini rimangono uccisi. I residenti della regione di Donetsk, come tutti coloro che non sono d’accordo con il regime di Kiev, sono perseguitati per motivi politici. Ai russi e ad altre popolazioni locali e minoranze nazionali dell’Ucraina è vietato parlare liberamente la propria lingua madre. Non è un caso che il primo atto legislativo del nuovo governo ucraino dopo il colpo di stato del 21 febbraio 2014 sia stato l’abolizione della legge sulla lingua Privalov-Kolesnichenko, che permetteva di garantire almeno in qualche modo i diritti etnoculturali della popolazione non ucraina. Faccio notare che anche adesso la maggioranza assoluta della popolazione ucraina parla russo! Il supporto ideologico della politica delle autorità di Kiev è il nazismo: svastiche, fiaccolate come nella Germania di Hitler, trasformazione dei criminali nazisti della Seconda Guerra Mondiale in eroi. Queste sono le ragioni per la formazione delle Repubbliche Popolari del Donbass.

Ci parli, cortesemente, delle perdite umane, economiche e di altro tipo che gli abitanti della Repubblica Popolare di Donetsk hanno subito dalla primavera del 2014.

Secondo i dati dell’Ufficio di rappresentanza della DNR (Repubblica Popolare di Donetsk, ndr) presso il Centro comune per il controllo e il coordinamento delle questioni relative ai crimini di guerra dell’Ucraina (di seguito denominato SZKK), in data 22 gennaio 2024, durante l’intero periodo dell’aggressione armata del regime di Kiev, sono state uccise 9.165 persone (tra cui 233 bambini), e 13.394 persone (di cui 846 bambini) sono state ferite con diversi gradi di gravità.

Al 28 gennaio 2024, sono stati danneggiati 13.646 edifici residenziali e 3.422 infrastrutture civili, tra cui: 1.413 strutture sociali, industriali e commerciali, 107 infrastrutture critiche, 1.004 forniture di energia elettrica, acqua, riscaldamento e gas. Le forze punitive non risparmiano né le strutture sanitarie né gli istituti scolastici. Sono stati danneggiati 198 istituti medici e 696 istituti scolastici. Oggi, a causa dei continui bombardamenti, 42.500 scolari sono costretti a studiare a distanza. Dal 2014 il Donbass è soggetto a un rigido blocco economico da parte dell’Ucraina. Pertanto, da parte ucraina, l’uscita e l’ingresso nel territorio della Repubblica sono stati limitati, il che ha portato all’interruzione della fornitura dei beni essenziali. I cittadini appartenenti a fasce socialmente vulnerabili della popolazione hanno di fatto smesso di ricevere pensioni e benefici. Il Donbass è stato anche sottoposto a un blocco idrico: il regime di Kiev ha privato la nostra gente del normale approvvigionamento idrico.

Cosa può dire, non come politico, ma come abitante di Donetsk, della situazione politico-militare e sociale che si è sviluppata nelle ex regioni dell’Ucraina nel 2014? Per favore, condivida le Sue sensazioni e le Sue impressioni personali. Com’è vivere sotto le bombe per quasi dieci anni?

Credo che la mia risposta sarà ovvia. È doloroso vedere come vengono sistematicamente e crudelmente distrutti la tua città natale, le strade, le piazze e i luoghi della memoria, a cui sono associati molti ricordi dell’infanzia e della giovinezza. È impossibile abituarsi e accettare il fatto che le nostre persone pacifiche muoiano e vengano ferite ogni giorno: donne, bambini, anziani. È impossibile abituarsi alla costante sensazione di pericolo: il nemico bombarda caoticamente e 24 ore su 24 le aree popolate della Repubblica.

Non mi stancherò mai di ripetere quanto sono fiera dei miei connazionali! Della loro forza, resilienza, grande voglia di vivere e lavorare per il bene della Repubblica e di tutta la Russia. Il Donbass, nonostante tutto, continua a vivere e lavorare.

Voglio davvero rivedere la mia Repubblica natale di nuovo prospera, bella, così che sopra di essa ci sia di nuovo un cielo azzurro, limpido e pacifico! E ogni giorno continuiamo a fare tutto ciò che dipende da noi per avvicinare questo momento.

Come hanno reagito gli abitanti del Donbass all’entrata delle Repubbliche (di Donetsk e Lugansk, ndr) nella Federazione Russa?

Per noi questo è rimasto un sogno per molti anni. Abbiamo aspettato e creduto che questo giorno sarebbe arrivato, e che il Donbass, sofferente ma non conquistato, sarebbe tornato a casa, in Russia. Nella Repubblica, il giorno dell’entrata in Russia è stato uno dei più felici degli ultimi anni. È stata una vera festa, che ha infuso speranza, fede in un futuro luminoso e nella nostra imminente Vittoria!

Subito dopo il nostro ingresso in Russia come soggetti (Repubbliche Popolari di Donetsk e Lugansk, ndr) a pieno titolo, è iniziato il processo di integrazione. Questo innanzitutto ha interessato la sfera sociale. È stato avviato un complesso processo di ricalcolo delle pensioni in conformità con la legislazione russa. Anche i residenti di Donetsk hanno iniziato a ricevere vari benefici sociali, incentivi e sussidi di maternità.

Inoltre, nell’ultimo anno solare, la Repubblica ha ricevuto un sostegno inestimabile dalle regioni-leader in termini di ripristino del patrimonio abitativo, delle istituzioni mediche, educative e culturali, delle strutture di fornitura di elettricità, acqua e riscaldamento. Vi porto alcuni indicatori come esempio. Alla fine del 2023, 258 diverse infrastrutture sono state restaurate nel distretto di Volnovakhskiy grazie agli sforzi delle regioni-leader di Chelyabinsk e dell’okrug (circondario, ndr) autonomo di Yamalo-Nenets. A Donetsk, la regione-leader di Mosca ha restaurato 150 infrastrutture. Nella città di Makeevka (una città satellite di Donetsk, ndr), 228 infrastrutture sono state restaurate dall’okrug autonomo di Khanty-Mansiysk – Yugra insieme alla regione di Sverdlovsk. Nella città di Snezhnoye, la regione di Samara ha restaurato 66 infrastrutture, e la regione di Mosca 66 nel distretto di Telmanovsky.

I nostri cittadini hanno sentito la cura dello Stato e si sono sentiti veramente a casa!

In Ucraina e nei Paesi occidentali si parla dellinvasione militare dellUcraina da parte della Russia e delloccupazione di parte del territorio ucraino. Come appaiono questi eventi dal punto di vista di Donetsk e Lugansk?

Da metà gennaio 2022, la nostra intelligence aveva iniziato a ricevere segnalazioni secondo le quali il regime di Kiev stava accumulando una grande quantità di attrezzature pesanti e forze armate in direzione delle Repubbliche del Donbass.

Secondo il rapporto quotidiano n. 37/2022 pubblicato dalla Missione speciale di monitoraggio dell’OSCE in Ucraina (SMM), il 17 febbraio 2022, la Missione ha registrato 189 violazioni del cessate il fuoco, comprese 128 esplosioni. Nella LNR (Repubblica Popolare di Lugansk, ndr), la SMM ha registrato 402 violazioni del cessate il fuoco, comprese 188 esplosioni. Per fare un confronto, il 16 febbraio si registravano complessivamente 153 violazioni nelle due Repubbliche.

Un tale aumento nel numero di bombardamenti indicava i preparativi di artiglieria per un’imminente offensiva su vasta scala. Il 18 febbraio 2022 è stata annunciata l’evacuazione di massa della popolazione del Donbass verso il territorio russo. E solo il 21 febbraio 2022 la Federazione Russa ha riconosciuto l’indipendenza della DNR e della LNR entro i confini fissati dalle costituzioni.

Pertanto, il 24 febbraio 2022, la Federazione Russa non ha lanciato un’invasione, ma un’operazione per proteggere la popolazione del Donbass e salvarci dal genocidio da parte del regime di Kiev.

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