Oggi parte la seconda fase della JLeague Division 1, il massimo campionato giapponese. Ne parliamo con Emanuele Marlia, agente FIFA e grande esperto di Giappone ed Asia in generale.
1- La prima fase della JLeague ha premiato con un distacco di 6 punti l’Urawa Red Diamonds. Curiosamente, in un campionato dove gli stranieri fanno spesso la differenza (un massimo di 5 di cui uno asiatico e uno con una forma contrattuale particolare), la squadra di Saitama ha un solo “legionario”, lo sloveno Zlatan Ljubijankić. Anche il Tokio FC, secondo in classifica, ha solo uno straniero, l’australiano Nathan Burns. È un segnale importante per il calcio giapponese o è solo una casualità?
E’ un segnale che indica che il primo step è superato. Mi spiego meglio: il calcio giapponese professionistico nasce da due realtà sportive diverse, quella aziendale e quella studentesca. L’attuale J.League nasce nel 1993 dall’amatoriale JSL (Japan Soccer League) e deve la sua crescita all’influenza del calcio straniero, che gli ha permesso sia di migliorarsi dal punto di vista del seguito sia di migliorare il suo livello di calcio giocato. In quel periodo storico i tifosi nipponici avevano la possibilità di recarsi allo stadio e vedere campioni come Gary Lineker (primo straniero della J.league), Zico, Dunga, Bebeto, Leonardo, Laudrup e Totò Schillaci ecc. Ma questa politica d’investimenti non poteva durare a lungo secondo l’ideatore della Jleague, Saburo Kawabuchi, per gli eccessivi costi di gestione. Si optò quindi per la valorizzazione del prodotto di casa seppur acerbo grazie all’impiego di tecnici ed operatori provenienti dall’Europa (penso ai casi di Arsene Wenger al Nagoya Grampus e Felipe Scolari alla Jubilo). Oggi la percentuale di stranieri in Jleague è abbastanza bassa (attorno all’11 %) e ciò permette ai calciatori giapponesi (anche in età universitaria) di trovare maggiore spazio nel campionato professionistico.
2-La nuova formula della JLeague, con due fasi che prevedono 4 squadre qualificate ai playoff per il titolo, dai quali verrà designata la squadra che giocherà contro la prima classificata del totale delle due fasi per la finalissima, manterrà vivo l’interesse per il campionato fino alle battute finali. Quale pensi sia la squadra favorita?
Ancora prima del cambio di regolamento la Jleague era abbastanza imprevedibile, basti citare la vittoria del campionato 2011 da parte del Kashiwa Reysol da neopromossa sotto la guida di Nelshinho Baptista. Il doppio stage è un passato, ovvero al lontano 2004, quasi a rievocare l’inscindibile rapporto che lega il Giappone con il Sudamerica. Non sono un fan del doppio stage ma posso condividere che, dal punto di vista del calcio giocato, permette maggiore competitività soprattutto nelle fasi intermedie della stagione. Nonostante la mia simpatia per il Kawasaki Frontale, vedo favorite anche per quest’anno Urawa Reds ed il Gamba Osaka con il Kashima Antlers di Cerezo come outsider.
3-Anche la classifica marcatori vede ai primi posti solo giocatori giapponesi. Qualche talento nascente da segnalare? E fra gli stranieri chi è l’elemento più sorprendente del campionato?
Tra i calciatori giapponesi non posso non citare Takashi Usami del Gamba Osaka, pronto per un suo ritorno in Europa dopo una esperienza in Germania poco proficua. In questi anni ha raffinato la sua tecnica ed è diventato uno dei punti cardine del gioco di Hasegawa. Altro giovane interessante è Yoshinori Muto, che ha salutato la Jleague da meno di un mese con 10 goal realizzati in questa prima parte dell’anno per andare a giocare in Bundesliga al Mainz. Se i giovani hanno voglia di mettersi in mostra, non mollano neppure i giocatori più attempati come Okubo del Kawasaki Frontale e Toyoda del Sagan Tosu. Tra gli stranieri il giocatore che si è ambientato meglio nel calcio giapponese non può essere che Renato, 26 anni, brasiliano del Kawasaki Frontale, dove gioca come ala capace di rendere fruttuosi gli assist di Kengo Nakamura.
4-Kashiwa Reysol e Gamba Osaka sono ancora in corsa nella Champions League asiatica. Possono arrivare fino in fondo? A fare sul serio ci stanno pensando i cinesi del Guangzhou Evergrande, con acquisti di peso come Paulinho e forse Robinho.
Se si tiene presente anche la fase a gironi di questa competizione, si può solo essere soddisfatti del percorso delle due giapponesi. Infatti, probabilmente prediligendo una preparazione atletica necessaria ad essere competitivi nel lungo campionato nazionale, le quattro squadre nipponiche (Urawa Reds, Kashima Antlers e le due sovra citate) hanno perso parecchi punti contro avversarie abbordabili (onore comunque agli Antlers che non sono riusciti a qualificarsi all’ultima giornata in un girone di ferro con Seoul, Guangzhou e Western Sydney campione uscente). Il passaggio di turno del Kashiwa e del Gamba è allora da analizzare come un buon risultato. Le prossime partite saranno, almeno sulla carta, complicatissime soprattutto per il Kashiwa (privo anche del fondamentale Leandro) che dovrà vedersela contro la corazzata cinese. Maggiori possibilità per Hasegawa del Gamba che si affiderà al trio Endo,Usami e Patric per bloccare i coreani del Jeonbuk (unica squadra coreana rimasta in questa competizione). Bisognerà cercare di evitare di rimanere chiusi nella propria area sfruttando l’assenza del brasiliano Edù (ceduto all’ Hebei China Fortune), che lascia un vuoto in attacco difficilmente colmabile dalla vecchia gloria Doong Gook Lee.
5-In Cina stanno arrivando grandi giocatori: Asamoah Gyan al Shanghai SIPG, Mohamed Sissoko al Shanghai Shenhua, Eidur Gudjohnsen al Shijiazhuang Ever Bright, Demba Ba al Shanghai Shenhua e il già citato Paulinho al Guangzhou Evergrande. Sembra un salto di qualità importante. Dove vogliono arrivare? Come riusciranno a ribaltare questo investimento sul calcio locale?
Non condivido questa nuova “corsa all’oro brasiliano” da parte dei club di Super Chinese League, soprattutto tenendo presente le ingenti risorse investite dal governo cinese per rendere più competitivo il prodotto nazionale fin dall’età scolastica, aprendo scuole calcio nei luoghi più disparati del territorio cinese. E’ però indubbio che per aumentare il bacino d’utenza, e quindi le entrate del campionato, sono necessari nomi importanti. I capitali investiti dalla maggior parte dei club di prima categoria sono significativi, in particolari quelli investiti dal Guangzhou del neo arrivato Felipe Scolari (subentrato a Fabio Cannavaro), al quale sono stati forniti giocatori importanti per il raggiungimento della vittoria della AFC Championship e del campionato nazionale. Già oggi ci sono tanti ragazzi emergenti che aspettano il loro momento per mettersi in mostra e con questa politica si rischia di rallentare il loro percorso di crescita.
6- Parliamo di nazionale. La nuova era firmata Vahid Halilhodžić non è partita con il piede giusto, solo 0-0 in casa contro Singapore nella prima gara di Qualificazioni Mondiali, ma il resto del girone (Siria, Cambogia e Afghanistan) sembra fin troppo semplice. Solo un inciampo o c’è qualcosa di più? Come è messa la nazionale giapponese?
Dopo la debacle sotto la guida di Aguirre, si è deciso di puntare su un tecnico con caratteristiche diverse e capace di mostrare un bel gioco oltre ad ottenere ottimi risultati. Stimo Halilhodžić per le sue idee di calcio e per quanto fatto finora, ma anche per la volontà di puntare sul giusto mix di “europei” e di giocatori di Jleague, cercando anche di tenere l’età media abbastanza bassa permettendo a giovani come Muto, Usami e Shibasaki di fare parte del suo progetto. E’ indubbio che, dopo 2 amichevoli vinte meritatamente, il pareggio con il Singapore eccessivamente catenacciaro non sia da premiare. Proprio per il girone assolutamente semplice, credo che il Giappone già dalle prossime partite metterà in mostra il suo talento, facendo dimenticare in fretta la brutta prestazione contro il portiere Mahbud ed i suoi compagni.
7-Fra i giapponesi che troviamo in Europa, chi pensi sia un giocatore su cui puntare?
Tenendo presente la stagione appena conclusa, l’affinità tra il calcio tedesco e quello giapponese sembra continuare ad essere più incisiva rispetto agli altri campionati. Per citare alcuni nomi di giocatori attualmente in Bundesliga, bisogna menzionare OKazaki al Magonza, Kagawa e Maruoka a Dortmund, Hasebe e Unui al Francoforte, Uchida allo Schalke 04, Kiyotake all’ Hannover 96, oltre ai giovani Muto al Magonza e Yuya Osako al Colonia. Tra i giocatori sovra citati, mi sento di segnalare l’ottima stagione della punta Okazaki. Ventinovenne attaccante del Magonza vero e proprio rapace d’area, in più occasioni decisivo sotto rete . Nel suo percorso di crescita bisogna indicare il nome di Thomas Tuchel, che lo prelevò dallo Stoccarda permettendogli di giocare non in base al modulo di gioco ma mettendo in mostra le sue maggiori qualità. Attualmente Shinji è il calciatore giapponese più profilico nella storia della Bundesliga ed è il calciatore in attività con il maggior numero di reti segnate in nazionale, nonché il terzo nella classifica marcatori di tutti i tempi. Anche quest’anno, sotto la guida di Schmidt, ha messo in mostra le sue qualità realizzando 12 goal in 32 partite da unire ai 6 assist per i compagni. Proprio l’ottima annata gli ha permesso il trasferimento in Premier League al Leicester City.