Matteo Renzi ama gli Stati Uniti d’America. Si è largamente ispirato al personaggio di Fonzie della serie televisiva degli anni Settanta “Happy Days” per costruire il suo lancio mediatico, ammira Obama, ha chiamato “Jobs Act” la legge che ha sancito la libertà assoluta di licenziamento nel nostro Paese regalando ai padroni poteri insperati da loro stessi, ha conferito la carica di consulente della Spending Review allo straniero Yoram Gutgeld, israeliano con cittadinanza italiana recentissima, ma soprattutto uno dei terminali della americana McKinsey & Company, nota multinazionale di consulenza in direzione manageriale.
Non sappiamo cosa Renzi conosca di storia americana. A noi però piace ricordare come la scintilla da cui scaturì la rivoluzione che fece sorgere gli odierni USA fu costituita dall’ emanazione da parte del Parlamento inglese, nel 1774, dei cosiddetti INTOLERABLE ACTS, ossia “Leggi Intollerabili” dal carattere vessatorio e punitivo, contro le quali si ribellarono i sudditi delle colonie nord-americane, che non riconoscevano più la legittimità del Parlamento inglese stesso ad imporgliele, per una serie di motivi che non è il caso qui di stare a spiegare.
Ma ecco, il dato curioso consiste nel fatto che, quasi per una nemesi della Storia, in Italia- a causa della prepotenza di Renzi e dei suoi “bravi” della “maggioranza parlamentare democratica”, supportata peraltro in modo decisivo da volenterosi pluri-inquisiti dell’ex-opposizione (ad es. Denis Verdini, che straparla di “legislatura costituente” appena dopo aver formato una pattuglia di fuoriusciti dal partito di Berlusconi)- si sta creando una situazione per certi aspetti simile a quella americana del 1774. E’ bene indagare su questo aspetto, averne ben chiari gli elementi di incredibile gravità.
Il 14 gennaio 2014 la Corte Costituzionale depositava la sentenza che il 4 dicembre 2013 aveva bocciato i due pilastri del sistema elettorale noto con il soprannome spregiativo di Porcellum con cui si era andati a votare nell’ estate di quello stesso 2013: l’attribuzione del premio di maggioranza e le liste bloccate. Il Porcellum era dunque da considerarsi un sistema elettorale anticostituzionale ed illegittimo. Il testardo e coraggioso gruppo di cittadini che aveva presentato il ricorso aveva vinto la sua battaglia. Tuttavia che cosa si sarebbe dovuto fare dopo tale sentenza? La Consulta precisò che restava comunque in vigore un sistema proporzionale depurato da qualsiasi premio di maggioranza, mentre le Camere dovevano continuare ad operare per salvaguardare il principio di continuità delle istituzioni. Ma benché fossero, in base a tale principio, escluse dall’illegittimità le decisioni prese dal Parlamento, la logica insita nella sentenza e la correttezza nel seguire le regole della democrazia avrebbero voluto che si procedesse in breve tempo ad una nuova consultazione elettorale, da effettuarsi secondo la normativa che restava in vigore a seguito della decisione della suprema Corte, oppure secondo una nuova normativa elettorale eventualmente adottata dalle Camere, che rispecchiasse le esigenze messe in luce dalla Corte Costituzionale riguardo al merito del contendere.
Invece ciò che è avvenuto a partire dall’ insediamento di Renzi e dei suoi accoliti- assurti al potere grazie ad una spietata congiura di Palazzo- è sconvolgente, perché ha rotto qualsiasi argine di legalità democratica. La banda di Renzi infatti si è in sostanza autoproclamata “governo di legislatura” e sta varando a colpi di “fiducia”, con la complicità di una maggioranza parlamentare di “bravi” esecutori dei suoi ordini, sconquassanti provvedimenti a livello sociale, economico e culturale, in grado di dar vita ad una inedita forma di tirannia liberista. Il tutto senza aver ricevuto alcun mandato popolare in tal senso sancito da regolari elezioni politiche generali, a partire dallo stesso Renzi catapultato dal ruolo di sindaco a quello di Presidente del Consiglio dei Ministri. Si rifletta solo un momento sugli impressionanti provvedimenti (chiamate “riforme”) che si susseguono a ritmo sempre più accelerato e che vanno a colpire ogni aspetto della vita associata per rimodellarla nel senso voluto dall’ ideologia liberista: sanità, scuola, pubblica amministrazione, istituzioni (Senato, Province), fisco, comunicazioni (RAI, stampa, ecc.). Renzi ed i suoi “bravi”, peraltro, non stanno neppure attuando il programma elettorale 2013 del Partito Democratico, come denunciano quei deputati e senatori che alla spicciolata ne stanno uscendo, bensì, in sostanza, quello di Forza Italia del 1994. Agghiacciante sul serio dunque ciò che accade. Tanto più che le tornate elettorali finora susseguitesi, da quelle europee a quelle amministrative locali, non soltanto non sono paragonabili ad elezioni politiche generali, ma hanno anche messo in evidenza due elementi: il disgusto dilagante tra i cittadini che ormai rifiutano in massa di recarsi alle urne ed il fatto che lo strombazzato 41% del PD alle Europee corrisponde si e no al 22% reale dell’ elettorato reale totale, se si conteggiano tutti coloro che non sono proprio andati a votare o che pur andandoci hanno preferito mettere scheda bianca, nulla o dare la preferenza ad altre forze politiche. Intanto i mesi, anzi gli anni, passano. Eppure non si era mai vista una situazione di sostanziale eversione della legalità costituzionale, in un settantennio di storia repubblicana (e tralasciamo di parlare dell’elezione di un nuovo presidente della Repubblica avvenuta in queste condizioni…), come quella che stiamo vivendo, mai nulla di simile era accaduto. Nemmeno si erano visti periodi storici così disastrosi per la criminalità e la corruzione diffuse, meschine dei gruppi sociali in auge in ogni ambito “pubblico” che il governo ed il partito di Renzi di sicuro non combattono, ma di cui anzi sono parte integrante in vaste zone nevralgiche dell’Italia.
Certo, gli Italiani attuali non sono come i coloni americani della fine del Settecento, disposti a prendere le armi pur di non subire gli INTOLERABLE ACTS, e sicuramente finora è stato difficile opporsi con una così gran parte di popolazione inebetita, narcotizzata dai moderni strumenti di controllo di massa o già “morta”. Eppure- come dicevamo all’ inizio- qualcosa ultimamente sta succedendo. Sembra che ormai il limite della sopportazione, da parte di aree non inconsistenti di cittadini, degli INTOLERABLE ACTS di Renzi e dei suoi “bravi” sia stato superato. Ne fanno fede tutti coloro, vecchi e giovani, precari e stabilizzati, scesi in piazza ovunque in Italia tra maggio e luglio per difendere la scuola pubblica statale e che adesso stanno preparando una valanga di ricorsi alla Corte Costituzionale, alla Corte Europea di Strasburgo, alla Commissione Europea per denunciare una serie di profili di incostituzionalità della “Buona Scuola”. Ne fanno fede le proteste che cominciano a levarsi dai medici di base contro il colpo di grazia ad un sistema sanitario nazionale già ansimante, mascherato da “spending review” e “razionalizzazione”. Si tratta solo di segnali, sicuramente, ma possono rappresentare l’inizio di un forte movimento di resistenza alla nuova tirannia liberista, se chi si oppone, chi tenta di resistere non viene lasciato senza prospettive politiche. Non interessa sapere chi possa portarla avanti questa resistenza, insomma. L’ importante è appoggiare chiunque faccia qualcosa per spazzare via gli impostori che si sono impossessati del governo del Paese e che stanno distruggendo la legalità repubblicana.
FILIPPO RONCHI
