
Il governo israeliano ha impedito alla delegazione del Movimento 5 stelle di andare nella Striscia di Gaza. A darne notizia è una nota congiunta del vicepresidente della Camera Luigi di Maio, del deputato Manlio Di Stefano e della senatrice Ornella Bertorotta: “Abbiamo appreso dalla nostra ambasciata che il governo israeliano impedisce alla delegazione guidata dal vicepresidente della Camera dei deputati di recarsi nella Striscia di Gaza per visitare il progetto di un’organizzazione non governativa italiana pagato con i soldi dei cittadini italiani”, scrivono i tre parlamentari pentastellati.
“Questo è un cattivo segnale, aggiunge la delegazione grillina, non tanto per il M5s ma soprattutto per quello che è l’approccio dello stesso esecutivo israeliano rispetto alla situazione nella Striscia di Gaza e della pace nella regione”.
“Credo sinceramente – commenta amaramente Di Stefano – che sia inammissibile che una delegazione di parlamentari italiani, guidata dal vice presidente della Camera. Abbiamo quindi deciso di visitare ugualmente la cooperazione italiana fuori dalla Striscia”.
La replica delle autorità israeliane non si è fatta attendere.
“La Striscia di Gaza è controllata dall’organizzazione terroristica di Hamas che è un’entità ostile ad Israele. L’ingresso da Israele a Gaza e viceversa deve coinvolgere permessi specifici e speciali che sono soggetti a considerazioni di sicurezza”, ha spiegato il portavoce dell’ambasciata a Roma, Amit Zarouk.
Il racconto della giornata, è stato affidato ai social. Così Luigi Di Maio su facebook: “Nel pomeriggio siamo stati ad Hebron, qui abbiamo visitato la città vecchia e incontrato il sindaco Daoud Zatari. Con lui abbiamo parlato di cosa è il MoVimento 5 Stelle e del perché stiamo facendo questo viaggio in Palestina e Israele. Ascoltare da lui parole di incoraggiamento e sostegno è stato importante: la politica internazionale con i suoi rappresentanti dei partiti ha finora fallito a livello diplomatico, ed è per questo che noi siamo qui oggi”.
“Dopo l’incontro con il primo cittadino – scrive ancora il vicepresidente della Camera – abbiamo avuto modo di far visita ai nostri carabinieri della missione TIPH a Hebron. Qui abbiamo ascoltato le parole del responsabile della missione e dei vertici del contingente italiano. Ci hanno spiegato come circa l’80% dei conflitti nella zona siano dovuti ai comportamenti dei coloni israeliani”.
Poi un passaggio che non piacerà per niente alle autorità israeliane: “Come già ricordato tante volte le colonie israeliane in territorio palestinese sono illegali secondo tutta la comunità internazionale e dunque ostacolo alla pace. Ce lo ha ricordato l’Onu con numerose risoluzioni. Questo è un elemento fondamentale se si vuole la pace in questa terra martoriata”.
Del diniego ha parlato invece Di Stefano. “Il governo israeliano, scrive su fb, ci ha negato il permesso di entrare oggi nella Striscia di Gaza. Di fatto lo nega a chiunque dal luglio del 2014, dall’operazione Margine di Protezione (ma non l’avevano resa ai palestinesi?).
Io credo sinceramente che sia inammissibile che una delegazione di parlamentari italiani, guidata dal vice presidente della Camera, non abbia il permesso di visitare un progetto di un’organizzazione non governativa italiana pagato con i soldi dei cittadini italiani. Saremmo infatti entrati con l’associazione Vento di Terra e questo era noto fin da principio. Questo è un cattivo segnale non tanto per il Movimento 5 Stelle ma soprattutto per quello che è l’approccio dello stesso esecutivo israeliano rispetto alla situazione nella Striscia di Gaza e della pace nella regione”.
I tre parlamentari hanno parlato anche del riconoscimento della Palestina. Ad Hebron, Luigi Di Maio ha ribadito la linea politica del suo movimento: “Quello che diciamo facciamo. Riconosceremo la Palestina come Stato”.
“E quel riconoscimento, ovviamente, conclude il capogruppo in commissione affari esteri alla Camera Manlio Di Stefano che lo accompagna nella missione insieme alla senatrice Ornella Bertorotta, si deve basare sui confini del ’67 e deve comportare anche il ritiro dal Golan. Ed è quello che diremo agli israeliani”.
Ernesto Ferrante
furboni, israele ha capitale gerusalemme!
In realtà Gerusalemme non è riconosciuta da nessuno come capitale e di fatto uffici ed ambasciate straniere si trovano altrove. Diciamo Tel Aviv per comodità.