
Dopo l’andata degli Ottavi di finale di Champions League – ritorno nella prima e seconda settimana di marzo – potrebbe essere questo un primo bilancio molto parziale. Che potrebbe essere soggetto a errori, ovviamente.
Sette giorni fa, dopo le prestazioni da superstar di Manchester City e Liverpool, e la rimonta del Tottenham in casa della Juventus, ci eravamo chiesti se quest’anno la Coppa dalle grandi orecchie potrebbe tornare oltremanica, da dove manca da ben sei anni.
La domanda rimane anche dopo i pareggi di Chelsea e Manchester United. Due “X” diverse, però. I campioni d’Inghilterra di Antonio Conte si mordono le mani dopo la grande prestazione offerta contro il Barcellona, imbrigliato per 90′ tatticamente. I Red Devils di Josè Mourinho ringraziano il portiere per aver ripetutamente fermato gli attacchi di un Siviglia di Vincenzo Montella più pimpante e fresco, e meritevole di qualcosa di più.
Ci si interroga, però, sul calcio italiano. Juventus 2-2 in casa e Roma sconfitta 2-1 in Ucraina. Dopo aver perso il Napoli già nella fase a gironi, saremo sbattuti fuori già così presto nell’anno in cui neanche disputeremo il Mondiale?
In realtà, le percentuali di passaggio del turno per entrambe, forse, sono vicine al 50 per cento, anche perché a entrambe basta un “semplice” 1-0 per qualificarsi. Magari dai sapori diversi, ma sempre alla portata. Purché si riveda qualcosa, soprattutto nell’assetto tattico.
Bayern-Besiktas 5-0
Tutto secondo copione all’Allianz Arena. Partita non doveva esserci, e partita non c’è stata. In uno degli accoppiamenti più scontati usciti dall’urna, i campioni di Germania non hanno lasciato scampo ai turchi, per di più in 10 uomini dopo un quarto d’ora, e quindi praticamente condannati. Tanto più che si sono scatenati anche Thomas Müller e Robert Lewandovski. Il ritorno servirà soltanto per le statistiche.
Chelsea-Barcellona 1-1
Sicuramente a Londra sono ancora alle prese con i rimpianti. Legittimi. Perché il Chelsea più bello della stagione – per lunghi tratti ha ricordato quello della passata – ha rischiato davvero di far male, molto male, agli spagnoli.
Diciamo la verità. Smentendo i soliti soloni pseudogiornalisti da tastiera e da Twitter, assillanti e assillati dai dati statistici, Conte l’ha preparata bene. Ordine tattico. Squadra corta. Un 3-4-3 compatto, attento, pressing alto e pronto a ripartire. E per intera partita Barcellona in difficoltà e avanti a folate dei suoi singoli. E pure salvato dalla fortuna sui clamorosi pali centrati da Willian.
D’altronde, se vuoi avere chance contro i catalani, devi giocare così. Lo ha fatto Josè Mourinho anni prima. Guus Hiddink dopo – quanto è simile la partita di martedì a quella semifinale del 2009? – e persino Roberto Di Matteo, nell’anno domini e di grazia 2012.
Quindi non c’è lo scandalo. Il problema, però, è che adesso a campi invertite servirà un miracolo, e anche che la fortuna inverta la rotta. Conte, ne siamo sicuri, non si tirerà indietro…
Siviglia-Manchester United 0-0
Unico punteggio ad occhiali degli ottavi di finale, anche se il sottotitolo è Mourinho batte Montella 1-0.
Chi doveva vincere è la squadra dell’aeroplanino, che ha fatto la partita e ha attaccato dal fischio iniziale a quello di chiusura, sbattendo però contro la Linea Maginot inglese, un paio di parate di De Gea – da cartolina quella a fine primo tempo – e troppi errori di mira.
Entrambe, però, hanno fatto ciò che dovevano fare. Gli spagnoli, giocando in casa, dovevano vincere e segnare. I britannici, essendo in trasferta, non volevano subire reti. Sono le regole elementari del calcio, of course, ma è così se vi pare. All’Old Trafford, vedremo come sarà suonata un altro tipo di musica…
Shakhtar-Roma 2-1
Diciamo la verità. Ai giallorossi poteva andare molto peggio, e cavarsela con la migliore delle sconfitte deve far strappare un sorrisino magari non a denti pieni.
I vicecampioni d’Italia hanno sofferto in lungo e in largo la briosità, la velocità e le trame offensive degli ucraini, patendo soprattutto a centrocampo e sulle corsie laterali, la fonte principali dei grattacapi romanisti ieri sera. Florenzi è sembrato un whisky di seconda mano, nonostante l’etichetta di marca, e saltato spesso come un terzino qualunque. Cosa che non è.
Per fortuna, però, che c’è stata la marcatura, la quinta consecutiva, di Under, in formissima – i difensori del Milan prendano appunti per domenica – e le parate di Alisson, decisivo in più di una circostanza.
La Roma non è affatto inferiore allo Shakhtar, anzi è più forte. E all’Olimpico lo deve dimostrare.