L’immigrazione di massa dall’Unione europea è stata utilizzata per “distruggere” le condizioni dei lavoratori inglesi. Lo ha dichiarato ieri Jeremy Corbyn.
Il leader del Partito Laburista è stato “incalzato” sulla posizione del suo partito sul delicato tema dell’immigrazione durante il programma televisivo del giornalista Andrew Marr della BBC. Corbyn ha ribadito la sua convinzione che la Gran Bretagna dovrebbe abbandonare il mercato comune, sostenendo che “il mercato comune implica l’essere membro dell’UE, essendo le due cose inestricabilmente legate”.
Corbyn ha affermato che il Labour dovrebbe invece sostenere “un accesso al mercato libero e senza tariffe”. Tuttavia, gli è stato fatto notare che altri paesi che godono di questo tipo di accordi, come la Norvegia, lo fanno accettando le “quattro libertà” del mercato unico, che includono la libera circolazione delle persone.
Rivendicando l’uscita dal mercato comune della Ue, Corbyn ha usato un linguaggio che raramente abbiamo ascoltato da lui, accusando l’immigrazione di danneggiare la vita dei lavoratori britannici.
Il leader laburista ha affermato che dopo l’uscita dalla UE, ci saranno sempre lavoratori europei in Gran Bretagna e viceversa. Ha tuttavia aggiunto: “Quello che non avverrà è l’importazione all’ingrosso di lavoratori sottopagati dall’Europa centrale per distruggere le condizioni dei lavoratori inglesi, in particolare nel settore delle costruzioni”.
Corbyn ha affermato che impedirà alle agenzie private di reclutamento dei lavoratori di pubblicizzare i loro annunci di lavoro in Europa centrale, chiedendo loro di farlo prima a livello locale. Un’ idea che si basa sul “modello Preston”, sviluppato e testato con profitto da Peter Rankin, a capo del consiglio della città del Lancashire, in base a cui si dà la priorità ai “fornitori” locali per i contratti col settore pubblico. Le norme della UE, è il caso di ricordarlo, tuttavia impediscono questo approccio, considerandolo una discriminazione.
In futuro, ha aggiunto Jeremy il “rosso”, frantumando un dogma di molta parte della sinistra europea che guarda a lui come riferimento, “i lavoratori stranieri dovrebbero venire qui sulla base dei posti di lavoro disponibili e data la loro capacità di vivere dignitosamente. Quello che non permetteremmo è questa pratica ignobile da parte di queste agenzie, quella di reclutare forza lavoro, scarsamente pagata, e portarla qui per licenziare i lavoratori già impiegati nel settore edile, per poi pagarli con salari bassi. È spaventoso, e le uniche persone che ne traggono benefici sono i padroni”.
Il laburista ha anche detto che un governo guidato da lui “garantirebbe il diritto dei cittadini dell’UE di rimanere qui, incluso un diritto ai ricongiungimenti familiari”, e spererebbe “in un accordo di reciprocità con la UE per i cittadini britannici all’estero”.