Kim Jong-nam

Sarebbe l’agente XV, il gas nervino, la sostanza chimica utilizzata per uccidere in Malesia Kim Jong-Nam. Questa la prima risposta dell’autopsia condotta sul corpo della vittima decisa dalle autorità malesi.

L’agente chimico, considerato un’arma di distruzione di massa e per questo vietato da una serie di accordi internazionali tra cui il Protocollo di Ginevra del 1925 e la Convenzione sulle armi chimiche del 1993, sarebbe stato sparso sul viso della vittima da una delle due ragazze fermate (Siti e Duoan) a mani nude. E, dalla ricostruzione fornita dalla polizia malese, le due erano consapevoli di compiere un omicidio.

Ricostruzione che però solleva un ulteriore dubbio. La sostanza è definita letale anche solo al contatto con la pelle, con una dose minima di circa 10 milligrammi, con sintomi che iniziano o immediatamente o circa 18 ore dopo il contatto. Durante la conferenza stampa, che ricordiamo è datata 10 giorni dopo l’assassinio, il capo della polizia Khalid Abu Bakar ha fatto cenno per la prima volta al malessere di una delle due esecutrici, “compatibili con il contatto con il gas”.

Stando al New York Times, le due esecutrici avrebbero potuto “dividersi i compiti” utilizzando due fialette con due composti innocui presi singolarmente, chiamati VX2, che mescolati diventano dannosi.

Una ricostruzione che però mette nuovamente in difficoltà gli investigatori che avevano dichiarato che la sostanza era stata spalmata in faccia da una sola delle due esecutrici.

Ritornando alle conclusioni dell’autopsia riguardo all’utilizzo del gas nervino VX, risulta singolare che a medesime conclusioni erano giunti i servizi segreti sudcoreani già nei giorni immediatamente successivi al delitto, come confermano articoli reperibili online datati 16 febbraio. O siamo di fronte ad un efficienza incredibile oppure pare assodato che i sudcoreani seguissero molto da vicino Kim Jong-Nam. Che, ricordiamolo, tecnicamente non è stato ancora riconosciuto da alcun parente. Infatti nelle comunicazioni ufficiali della polizia malese si fa sempre riferimento al Signor Kim Chol.

Nella giornata di oggi, inoltre, un funzionario dell’Ambasciata nordcoreana Kim Yu-Song si era recato per far visita all’unico suo connazionale arrestato, Ri Jong Chol, ma è stato respinto all’uscio dai funzionari della polizia della capitale malese.

Questo è l’ennesimo elemento di tensione fra i due paesi. Già nella giornata di ieri la Korean Central National Agency aveva dato spazio ad un comunicato del Comitato dei giuristi della Repubblica Popolare in cui le indagini venivano definite “piene di buchi ed contraddizioni“.