Il 6 maggio, l’Università Renmin di Cina, con sede a Pechino, ha organizzato un’iniziativa dal titolo “Ricercare la pace e promuovere lo sviluppo: un dialogo online di think tank globali di 20 Paesi”. All’evento hanno preso personalità politiche ed accademiche di grande prestigio, tra le quali l’ex presidente della Slovenia Danilo Türk (2007-2012). Oltre alla Cina e alla Slovenia, hanno partecipato, tra gli altri, rappresentanti di Francia, Regno Unito, Russia, Azerbaigian, Iran, India, Malaysia, Indonesia, Egitto, Sudafrica, Brasile, Cile, Perù e Canada.

Dopo il discorso inaugurale da parte di Liu Yuanchun, vice presidente dell’Università Renmin di Cina, ha preso la parola il vice ministro degli Esteri della Repubblica Popolare CineseLe Yucheng, che ha analizzato i principali punti caldi della situazione internazionale. 

Le ha inevitabilmente iniziato la propria analisi dalla crisi ucraina, dalla quale le potenze mondiali dovrebbero trarre tre insegnamenti: abbandonare la mentalità della Guerra Fredda, eliminare le sanzioni unilaterali e non lanciare guerre per procura. Il vice ministro ha anche affermato che le politiche degli Stati Uniti hanno messo a repentaglio la sicurezza in Europa, in quanto gli USA rappresentano l’eccezione di un Paese che non segue le regole internazionali.

Al contrario degli Stati Uniti, la Cina è diventata una forza positiva per la pace e la sicurezza nel mondononostante quello che la propaganda occidentale cerca di far credere lanciando accuse contro Pechino: “Riguardo alla crisi Russia-Ucraina, ci sono state una serie di affermazioni assurde e disinformazione, cercando di trasferire la colpa della crisi alla Cina citando la più recente dichiarazione congiunta Cina-Russia”, ha affermato Le, affrontando il tema più caldo del momento.

Il vice ministro ha affermato che, nonostante gli ottimi rapporti tra Mosca e Pechino, la Cina non era al corrente né ha partecipato in alcun modo all’operazione speciale russa in Ucraina. “La Cina non è né la parte rilevante né la parte che ha causato la situazione attuale, quindi perché dovrebbe assumersi la responsabilità?”, ha chiesto retoricamente Le, il quale ha anche ricordato che le relazioni bilaterali Cina-Russia dovrebbero essere prese d’esempio dalla diplomazia bilaterale.

Le ha ricordato che la Cina ha sempre sottolineato la sua adesione alla Carta delle Nazioni Unite e al principio della sicurezza indivisibile, facendo sforzi per promuovere la pace e i negoziati e partecipando attivamente all’assistenza umanitaria senza fare calcoli o cercare guadagni, mentre “alcune grandi potenze non hanno incoraggiato i colloqui di pace e hanno persino minacciato di usare la crisi ucraina per indebolire la Russia”. “Quello che gli interessa non sono né i colloqui di pace né la sicurezza del popolo ucraino. Considerano l’Ucraina come un materiale di consumo e carne da cannone per abbattere la Russia e usano le vite degli ucraini per soddisfare le proprie ambizioni di grande potere e raggiungere i propri obiettivi geostrategici”, ha affermato il rappresentante del governo cinese.

Il vice ministro ha anche condannato i piani degli Stati Uniti di stabilire alleanze militari nella regione dell’Asia-Pacifico, bollandoli come “la versione asiatica dell’espansione della NATO”. Secondo il punto di vista cinese, tali misure porteranno solo a gravi conseguenze e problemi nel continente asiatico. Questo si denota soprattutto dall’atteggiamento di alcuni politici nordamericani, che hanno paragonato la crisi ucraina alla questione di Taiwan.

In primo luogo, non c’è confronto tra la questione di Taiwan e la questione dell’Ucraina”, ha affermato Le. “Il principio di una sola Cina gode del consenso della comunità internazionale, Taiwan è una parte inalienabile della Cina e la questione di Taiwan fa parte degli affari interni della Cina”, ha aggiunto. Le ha ricordato che coloro che vogliono favorire la cosiddetta “indipendenza di Taiwan” utilizzano un doppio standard, in quanto si appellano al rispetto per la sovranità e l’integrità dell’Ucraina, mentre violano quegli stessi principi nei confronti della Cina.

Al termine del proprio discorso, Le ha formulato quattro suggerimenti per l’attuale situazione della sicurezza globale: insistere nel sostenere il diritto internazionale; opporsi alla manomissione del diritto internazionale utilizzando le leggi e i regolamenti nazionali; aderire al principio dell’indivisibilità della sicurezza di tutti i Paesi; non sacrificare la sicurezza di altri Paesi per perseguire la propria sicurezza.

La comunità internazionale deve sostenere l’unità e opporsi al confronto politico e ideologico basato sul blocco, insistendo nell’opporsi alle sanzioni unilaterali e nel salvaguardare la sicurezza e la stabilità nell’Asia-Pacifico”, ha concluso il vice ministro.