
Il via libera del Consiglio dei ministri alla delega fiscale, che prevede anche la riforma del catasto, continua a far discutere. Se lo “strappo” di Salvini è stato più scenico che reale, quello delle associazioni di categoria rischia di essere netto e non privo di conseguenze. Per l’avvocato Giorgio Spaziani Testa, presidente di Confedilizia, la delega pone le condizioni affinché in futuro vengano toccate non solo le case, ma tutti gli immobili, cioè negozi, uffici, terreni, capannoni.
Secondo Confedilizia la vera urgenza in campo immobiliare, non è certo la riforma del catasto, “bensì una netta riduzione della tassazione, specie quella di natura patrimoniale”. Un peso che dal 2012 è aumentato in modo spropositato, passando da 9 a 22 miliardi.
“L’esperienza, spiega Spaziani Testa, insegna che ogni volta che si è pensato di intervenire sugli estimi catastali si è dato luogo ad aumenti di imposizione. Significativo, in questo senso, è quanto fece Renzi nel 2016: di fronte a un testo che a parole avrebbe lasciato invariato il gettito, verificò che i tecnici stavano predisponendo un vero e proprio salasso nei confronti dei proprietari e bloccò tutto. Del resto, se la riforma viene fatta per dare seguito alle richieste che provengono dall’Europa, l’aumento di tassazione è certo visto che nei documenti della Commissione è espressamente indicato questo obiettivo”.
L’Associazione dei proprietari di casa chiede al Governo di “eliminare la patrimoniale sugli immobili inagibili, che incredibilmente ancora ne sono soggetti, e nei piccoli centri, quelli in via di spopolamento, dove gli immobili hanno valore zero non essendo né abitabili né vendibili né affittabili”. E poi di togliere l’Imu nei Comuni fino a tremila abitanti, “che costerebbe appena 800 milioni di euro” e di ridurre la tassazione sulle locazioni immobiliari di tipo commerciale attraverso l’introduzione della cedolare secca.
Il testo della delega è talmente vago da lasciare libertà assoluta al governo, e quindi all’Agenzia delle Entrate di fare ciò che vuole. La revisione degli estimi catastali, che viene predisposta con questa legge, prelude a future stangate. Le raccomandazioni Ue sul catasto dicono che vanno modificati gli estimi al fine di aumentare la tassazione sugli immobili per diminuire quella sul lavoro.
In Italia c’è una proprietà immobiliare diffusa. Non c’è solo chi possiede la casa in cui vive, ma anche chi ha acquistato nel tempo immobili piccoli, anche di bassissimo valore, a fini di investimento. Il reddito medio dei locatori, non dei proprietari prima casa, nel 60% circa dei casi non arriva a 26mila euro lordi annui. Con la revisione degli estimi, in prospettiva ci potrebbe essere un riflesso anche sui canoni di locazione.