
Sarebbe un giudizio troppo spiccio e superficiale liquidare l’esperienza politica, democratica e sociale della Guinea Equatoriale e del suo Presidente Teodoro Obiang Nguema Mbasogo soltanto perché si tratta di uno dei più piccoli paesi del Continente Africano. In realtà questo paese, che negli Anni Sessanta ha guadagnato l’indipendenza dalla Spagna, è oggi una delle economie più moderne ed evolute di tutta l’Africa, e la sua condotta politica così come la statura morale del suo Presidente esercitano un enorme richiamo su gran parte delle masse africane.
In un recente articolo pubblicato da Luc Michel, si pone particolarmente l’accento su come dal 1979 ad oggi il paese abbia goduto di una formidabile stagione di democrazia e di sviluppo. A tal proposito sono proprio consigliati gli articoli di quest’autore, particolarmente esperto in questioni africane, per meglio comprendere la situazione della Guinea Equatoriale ed il suo ruolo nel vasto e variegato concerto africano.
Il Presidente Teodoro Obiang, infatti, è tra i leader africani che immediatamente hanno raccolto l’eredità politica e storica di Muammar Gheddafi, tesa al panafricanismo, ed inaugurata da grandi figure come ad esempio Nkrumah. Ha però avuto l’umiltà, consapevole di guidare un paese piccolo per quanto ricco e stabile, d’ammettere che ben difficilmente tale eredità potrebbe ricadere soltanto sulle sue spalle. Il suo peso è ingente ed il compito di liberare ed unire l’Africa spetta a tutti gli africani.
Teodoro Obiang è stato anche grande amico di Chavez e suo alleato nelle politiche rivoluzionarie internazionali, così come in quella dei prezzi del petrolio. E’ stato l’unico Capo di Stato africano ad essersi recato di persona ai suoi funerali, mentre molti suoi omologhi continentali se ne vedevano impediti a causa della situazione interna ai loro paesi, o dal clima di ricatto a cui sono sottoposti a livello internazionale ed economico. Così, mentre molti hanno preferito la soluzione “diplomatica” d’inviare soltanto dei loro rappresentanti, Teodoro Obiang ha preferito metterci la faccia, ben sapendo così di sfidare direttamente i padroni del mondo.
L’anticonformismo politico di Teodor Obiang supera i confini del suo paese ed ovviamente infastidisce le potenze occidentali, che vedono in lui uno degli ultimi coraggiosi leader africani che guardano negli occhi gli antichi colonizzatori e i nuovi neocolonialisti senza il timore di mandarli a quel paese. Anche in questo, certamente, il Presidente della Guinea Equatoriale si dimostra all’altezza del gravoso compito di raccogliere l’eredità di Muammar Gheddafi, compito che tuttavia intende condividere con tutti gli africani.
Qualcuno potrebbe dire che per un piccolo paese come al Guinea Equatoriale, traboccante di petrolio, non sia poi così difficile pianificare una strategia di sviluppo coronata dal successo. Ciò è certamente vero, ma non è del tutto scontato. Si pensi, a tal proposito, al contesto generale africano, composto da paesi benedetti da un’infinità di risorse naturali, fra cui certamente spicca il petrolio, e che nonostante ciò affondano ancor oggi nella miseria più nera.
Il successo della strategia di sviluppo perseguita dalla Guinea Equatoriale è certamente un merito del suo Presidente Teodoro Obiang, che negli anni s’è impegnato a costruire una forma di governo rispettosa delle diversità sociali e politiche e del pluralismo. Anche questo è un grande segno di modernità, che non può e non deve sfuggire agli osservatori occidentali.
Certamente in molti si sbracciano per negare tutto ciò, dipingendo la Guinea Equatoriale come l’ennesima dittatura africana. Esattamente come fanno con altri paesi come il Burundi, l’Eritrea o lo Zimbabwe. Ma la realtà è che la Guinea Equatoriale ha molto da insegnare a tutta l’Africa, in particolare a quella dei paesi considerati come “allievi modello” dal Fondo Monetario Internazionale, dalla Banca Mondiale, dagli Stati Uniti e dall’Unione Europea.
Non sono mancati, da questo punto di vista, anche attacchi personali al Presidente e alla sua famiglia: in Italia, per esempio, un caso giudiziario avvenuto in Guinea Equatoriale e che ha riguardato un cittadino italiano è stato usato dai media per colpire e delegittimare un figlio del Presidente. Ciò a cui si mirava era di raffigurare la Guinea Equatoriale come un paese in cui il sistema giudiziario sia controllato dalla famiglia del Presidente, il che ovviamente configurerebbe senza alcun dubbio l’esistenza di una dittatura. Ma il fatto stesso che ben rapidamente si sia cessato di parlare di questo caso è l’ulteriore dimostrazione della difficoltà di provare una simile accusa, che infatti cozza contro una realtà assai diversa.
Certamente anche in Guinea Equatoriale non mancano i problemi, come del resto essi non mancano in qualsiasi altro paese del mondo. Ma se rapportiamo il caso di questo paese al contesto africano, ci stupiamo nel vedere l’enorme mole di differenze, davvero positive, che caratterizzano la Guinea Equatoriale: un paese che abbatte drasticamente la povertà, che cerca di far godere a tutti i suoi cittadini i proventi dell’estrazione del petrolio, che costruisce case, scuole, ospedali ed infrastrutture, e che lavora con gran lena per raggiungere tassi d’alfabetizzazione, d’aspettativa di vita, ecc, pari a quelli dei più sviluppati paesi occidentali.
Non a caso il paese ha voluto celebrare, proprio come già aveva fatto il Kazakistan, i suoi grandi traguardi con una nuova capitale: Oyala. Inaugurata proprio ieri, la nuova città è il massimo della modernità e ha visto alla cerimonia d’inaugurazione la partecipazione di 19 Capi di Stato e vari rappresentanti da più paesi. Ubicata nel cuore della foresta equatoriale, Oyala ricorda altre capitali costruite ex novo come Brasilia ed Astana, tutte figlie del sogno dei loro ideatori, Kubitscek e Nazarbaev: grandi leader che hanno fatto la storia dei loro paesi.
Il modello impersonato dalla Guinea Equatoriale, che parla a noi anche con la nuova capitale Oyala, è senza dubbio la vetrina dell’Africa ed il futuro che ad essa molti africani augurano.
gentile signore, le va di farsi una vacanzetta da comune cittadino in Guinea Equatoriale? almeno saprebbe di cosa parla, invece di fare da cassa di risonanza di apologia di regime, mi tolga una curiosità……quanto ci guadagna? il suo prezzo, qual’è?