Nel nuovo Piano Quinquennale (2016-2020), tra le più importanti lotte economiche decise dal Partito Comunista Cinese c’è quella contro la povertà nella Regione Autonoma del Tibet. Si tratta di un problema ancora esistente, sia per un’arretratezza storica, sia per la folta presenta di gruppi montani ancorati ad antichi retaggi culturali. Come ha infatti spiegato Liu Feng, direttore del dipartimento incaricato della lotta alla povertà in Tibet, «la lotta alla povertà è sempre stata una sfida cruciale per il Tibet, dato che i poveri – principalmente pastori e contadini, che sono l’80% della popolazione tibetana – sono sparpagliati in tutte e 74 le contee del Tibet».

In base al piano, prevede varie misure: un aumento del reddito dei residenti in aree urbane e rurali del 10% e del 13%, che porterebbe ad un’uscita dalla condizione di povertà di circa 590.000 persone. Secondo le dichiarazioni di Ai Juntao, segretario del governo regionale, l’obiettivo dei prossimi cinque anni è «mantenere un tasso di crescita annuale a doppia cifra e l’aumento annuale negli investimenti in immobili del 20%». Per il 2020, data della completa attuazione del XIII Piano, si dovrà verificare un raddoppio del reddito a disposizione dei cittadini in base ai dati del 2010.

A livello di modernizzazione, la rete autostradale toccherà i 110.000 chilometri nel 2020, e un sistema viario asfaltato sarà impiantato in tutti i villaggi. A ciò, bisogna aggiungere altri vari progetti ferroviari che permetteranno un più efficiente collegamento del Tibet con le altre zone della Cina, tra cui bisogna evidenziare la ferroviaria Chengdu-Lhasa. Questo permetterà anche un consistente incremento del numero di turisti, l’anno scorso 29 milioni (+29% sull’anno precedente), molti anche provenienti da altri paesi. Le autorità, attualmente, hanno messo a disposizione ampie risorse per questo grande progetto, visto come un rilancio del Tibet nei confronti del mondo esterno.

Leonardo Olivetti