Il “Trio Medusa” la definirebbe, a ritmo di musica, una “grande, gigantesca, strepitosa cazzata”. Volevano fare lo scoop, invece è stato un tonfo imbarazzante. Di quelli che di solito vengono seguiti dalla sinfonia dello sciacquone.

Veronica Gentili a “Controcorrente”, su Rete 4, Bruno Vespa a “Porta a porta”, su Rai 1, Corrado Formigli a “Piazzapulita”, su La7, hanno mostrato tutti tronfi e convinti le immagini segretissime della Azovstal, l’inaccessibile acciaieria di Mariupol nei cui sotterranei sono asserragliati un migliaio di miliziani del battaglione Azov. Peccato che fossero quelle di un gioco da tavolo chiamato “Blackout”.

A sbugiardare i tre “santoni” televisivi, coprendoli di ridicolo, è stato il sito di debunking “Facta. La foto è falsa, ed è stata ripresa da un tweet del 18 aprile scorso contenente l’immagine di un bunker sotterraneo dotato di un laboratorio di ricerca, un orto e un dormitorio.

“L’immagine, scrive Facta, è stata realizzata nel 2015 per illustrare il «mondo sotterraneo» di un gioco da tavolo chiamato Blackout, poi mai realizzato a causa del fallimento della campagna di crowdfunding (l’autore Richard T. Broadwater era riuscito a raccogliere appena 14 mila dei 50 mila euro necessari per la produzione)”.

Formigli su Twitter ha poi chiesto scusa: “Ieri sera siamo caduti anche noi nell’errore di mandare in onda questa grafica riferendola alle acciaierie Azovstal. Non è così. Chiediamo scusa ai nostri telespettatori. Grazie a chi ce l’ha segnalato!”.

Scuse tardive che alimentano ulteriormente i dubbi sul modo di fare informazione in Italia. Appare poco credibile, infatti, che ben tre redazioni non abbiano fatto uno straccio di verifica preventiva sul materiale a loro disposizione, che è alla base del giornalismo. La sensazione più diffusa è che i padroni di casa dei salotti televisivi abbiano una considerazione davvero scarsa del senso critico degli italiani. L’importante poi è non lamentarsi della crescente sfiducia della gente nei media mainstream. La misura è ormai colma.