Il 7 dicembre del 2013, con l’82% dei voti, Matteo Salvini riusciva a battere al voto delle primarie nientepopodimeno che Umberto Bossi in persona ed a diventare il nuovo Segretario Federale della Lega Nord . Il 15 dicembre successivo riceveva anche l’approvazione del Congresso Federale straordinario tenutosi al Lingotto di Torino.

A quasi un anno e mezzo di distanza, è possibile ora analizzare l’operato dell’ex leader dei Comunisti padani così da valutarne gli aspetti più positivi e chiari e gli altri più negativi e contraddittori.

Già dal Congresso Federale, il programma su cui si sarebbe basata la nuova Lega Nord di Matteo Salvini appariva chiaro: il rifiuto della moneta unica europea, che a suo dire è una moneta “sbagliata e farlocca che ha prodotto solo malessere e disoccupazione” e il conseguente avvicinamento della Lega Nord ai movimenti euroscettici europei guidati dal Front National di Marine Le Pen.

Va dato atto a Salvini che la Lega Nord è stato il primo partito con rappresentanza parlamentare sia italiana che europea, a farsi carico convintamente e sinceramente della battaglia contro l’Euro. Matteo Salvini è colui che finalmente ha dato ascolto a quegli economisti che dal 2011, da quando è stato ideato il piano di risanamento europeo per la Grecia, propongono una disgregazione del sistema monetario europeo e un ritorno alle monete nazionali. Claudio Borghi Aquilini, ex docente all’Università Cattolica di Milano, è attualmente Responsabile economico della Lega Nord e candidato presidente alle prossime elezioni regionali in Toscana.

Quindi, mentre il programma del Movimento 5 Stelle per le elezioni europee del 2014 prevedeva al secondo punto l’introduzione degli eurobond ( i quali andrebbero nella direzione del “più Europa” e renderebbero più complicata un’eventuale uscita dall’Euro), la nuova Lega Nord di Matteo Salvini assumeva un atteggiamento euroscettico più serio, più deciso e supportato da valide tesi economiche, affidandosi completamente alle teorie di Claudio Borghi Aquilini ed Alberto Bagnai, il primo dei quali venne candidato direttamente nelle liste elettorali, precisamente nelle circoscrizioni del Nord Ovest e del Centro e il secondo collaborò partecipando al Basta Euro Tour leghista di Roma. Questa scelta decisa sul rifiuto dell’Euro ha contribuito certamente alla crescita elettorali della Lega Nord, sia alle elezioni europee, dove il partito si attestò al 6,15%, e sia alla crescita attuale di cui danno testimonianza tutti i principali sondaggi, i quali attestano la Lega Nord al 13% circa.

Un altro punto a favore di questo nuovo corso leghista è la posizione presa nei confronti della Russia e delle sanzioni attuate da UE e USA per la crisi Ucraina. I motivi che hanno spinto la Lega Nord su queste posizioni possono essere di varia natura; sicuramente c’è la motivazione economica: Matteo Salvini e i suoi difendono gli interessi di quei piccoli e medi imprenditori del Nord-Est che esportavano nel mercato russo e che sono entrati in crisi proprio a seguito dell’introduzione delle sanzioni della UE. Ma c’è anche una motivazione di carattere ideologico: ciò che è accaduto in Crimea ha stimolato le anime secessioniste e indipendentiste all’interno della Lega: gli abitanti della Crimea hanno scelto a maggioranza, con un referendum, di secedere dall’Ucraina e di unirsi volontariamente alla Federazione Russa. Inoltre, la politica portata avanti dal Presidente russo Vladimir Putin sulla difesa dei valori tradizionali e del mondo multipolare si accorda ideologicamente parlando con la visione leghista delle “piccole patrie” e dell’ ”Europa dei popoli”. Infine, c’è da considerare anche l’allineamento della Lega Nord con la politica estera di Marine le Pen, la quale è dichiaratamente filo-putiniana.

Il 5 Febbraio 2014 viene costituita perfino l’”Associazione Culturale Lombardia-Russia” che si definisce “apartitica”, ma che è guidata da Gianluca Savoini, ex portavoce proprio di Matteo Salvini. Nel sito dell’Associazione, tra gli scopi, possiamo leggere proprio quello che dicevamo prima riguardo alla visione multipolare del mondo:

“Lombardia Russia è un’associazione culturale apartitica ma con idee molto precise che combaciano pienamente con la visione del mondo enunciata dal Presidente della Federazione Russa nel corso del meeting di Valdai 2013 e che si possono riassumere in tre parole: Identità, Sovranità, Tradizione.

Il mondo attuale, perso in un delirio mondialista, è la negazione del mondo tradizionale come noi lo abbiamo conosciuto e la Russia pare oggi l’unico baluardo e l’unico faro verso cui guardare con speranza. “

Date queste premesse di carattere teorico, Matteo Salvini è volato tre volte in Russia per metterle in pratica. La prima volta è stato nell’ottobre del 2014, quando il leader leghista aveva visitato Mosca e la Crimea. A dicembre poi è tornato a Mosca, dove ha partecipato a un convegno di imprenditori alla Duma e incontrato il presidente della commissione esteri, Aleksei Pushkov. La terza volta, infine, è stata il 14 Febbraio scorso, per incontrare esponenti politici, del mondo della cultura e dell’imprenditoria russi, tra i quali il responsabile dei rapporti esteri del partito di governo Russia Unita, Andrei Klimov.

Il 17 ottobre 2014, a Milano, Matteo Salvini ha avuto addirittura un colloquio con Vladimir Putin in persona. Il Presidente Russo si trovava a Milano in occasione del vertice Asem, il meeting Europa- Asia, e sembra che il loro breve colloquio abbia riguardato soprattutto la questione Ucraina.

Sarebbe tutto bello se non fosse che altre scelte compiute dalla Lega Nord di Matteo Salvini siano in contraddizione con quelle appena dette.

La contraddizione più grande è quella che riguarda la strana alleanza tra la Lega Nord e Casapound, il movimento nazionalista di estrema destra. A parte la stranezza di vedere alleati due movimenti politici animati da due ideologie discordanti (indipendentista e federalista la Lega, nazionalista e centralista Casapound), che comunque possono essere messe da parte in vista di uno scopo comune, come potrebbe essere quello della politica anti-UE, dell’uscita dall’Euro e il ritorno a una moneta nazionale, l’aspetto più importante su cui è giusto soffermarci riguarda proprio la Crisi Ucraina: Casapound, infatti, fin da quando iniziarono le manifestazioni di piazza Maidan a Kiev si è sempre schierata con gli ultra-nazionalisti di Pravyi Sektor, i quali si sono spesso contraddistinti per le loro azioni estremamente violente, animate da un forte sentimento russofobo, sia durante il Maidan, contro il governo Yanukovic, che dopo durante la guerra civile nell’est dell’Ucraina. Il Settore Destro, con il beneplacito dell’attuale governo Ucraino, ha costituito una propria forza paramilitare ed è uno dei più grandi protagonisti della repressione nel Donbass.

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Pertanto è difficile spiegare come faccia un partito come la Lega Nord possa da un lato manifestare con le parole e con i fatti la propria vicinanza a Mosca e appoggiare la politica russa nei confronti della crisi Ucraina e dall’altro lato allearsi con chi sta dalla parte di Kiev.

Va anche detto che questa alleanza ha prettamente uno scopo elettorale ed è limitata, come abbiamo detto, a obiettivi riguardanti la politica interna.

Possiamo far risalire i primi contatti tra i due movimenti al periodo che precedeva le elezioni europee: Casapound, a causa delle regole elettorali europee, non era riuscita a raggiungere il numero di firme necessarie per presentare il proprio simbolo alle elezioni. La Lega Nord, invece, era intenzionata a presentare le liste elettorali anche nella circoscrizione centrale e per la prima volta, anche in quelle del meridione. Ognuno dei due movimenti aveva in quel momento bisogno dell’altro e legati da obiettivi comuni, si sono trovati. Tutto questo grazie a Mario Borghezio, candidato nella circoscrizione dell’Italia centrale e reale artefice di questa alleanza.

Dopo le elezioni europee i rapporti tra Lega e Casapound si sono andati saldando sempre di più. Attualmente la Lega ha dato vita a un nuovo progetto politico, chiamato Noi con Salvini ideato proprio per raccogliere i voti del centro e del sud. Non ci sarebbe nemmeno bisogno di dire che la base elettorale “salviniana” romana proviene per la maggior parte da Casapound.

La domanda che ci facciamo a questo punto è: è giusto minare la propria credibilità riguardo alla politica estera per accaparrarsi qualche migliaio di voti in più e assicurarsi un appoggio sul territorio? Lasciamo al lettore dare una risposta.

Passiamo, invece, ad analizzare un’altra contraddizione del nuovo corso leghista.

Abbiamo detto che la Lega, ad oggi, sul piano internazionale è dichiaratamente filo-russa. Peccato però che né Salvini e né alcuno degli esponenti leghisti più conosciuti abbia mai speso una parola per quelli che sono gli alleati della Russia sullo scacchiere geopolitico. Pensiamo soprattutto alla Cina o i paesi Brics, oppure ancora la Siria di Assad. Nei confronti dei cinesi la retorica è sempre la stessa: non hanno diritti, non hanno sindacati, non hanno norme sull’igiene e sull’inquinamento e per questo invadono il mercato italiano con prodotti di scarsa qualità a prezzi stracciati. In più sono pure comunisti.

Invece, soprattutto negli ultimi mesi, è tornato di forte attualità il tema del Medioriente e del terrorismo di matrice islamica. Purtroppo, la Lega Nord non ha mai saputo sviluppare un’analisi socio-politica-culturale riguardo al Medioriente e all’Islam. Per la base leghista, tranne che in piccole e isolate enclave, l’Islam è considerata una religione violenta, aggressiva, barbara e per questo motivo è terreno fertile per la proliferazione del terrorismo. La Lega Nord si pone lo scopo di difendere la cultura cristiana dell’Europa e dell’Occidente in generale contro l’invasione degli infedeli islamisti. Questo clima da crociata si scontra poi con la tesi secondo la quale l’Occidente, in quanto cristiano, ha saputo garantire libertà, democrazia e progresso. Peccato purtroppo che l’Occidente di oggi è quanto meno di cristiano possa esserci!

Dobbiamo anche dire che questo modo di pensare non appartiene solo alla Lega, ma a tutto il centrodestra italiano. Base culturale di questo pensiero sono Oriana Fallaci e Magdi Allam. Se la prima aveva il pregio di essere una brava giornalista e la si poteva criticare solo per le idee che professava, giuste o sbagliate che fossero, il secondo è solo la sua brutta copia: recentemente con Il Giornale è uscita un’edizione del Corano commentata proprio da Magdi Allam dove vengono estrapolate frasi dal testo sacro dell’Islam per giustificare certi pregiudizi. In copertina a questa edizione del Corano è stata stampata perfino una citazione tratta dalla sura 8:

“Getterò il terrore nel cuore dei miscredenti: colpiteli tra capo e collo (…) Non siete certo voi che li avete uccisi: è Allah che li ha uccisi”

Per farla breve, di citazioni simili ne è piena anche la Bibbia, nell’Antico Testamento. E come la Bibbia, anche il Corano presenta tantissimi altri versi che invitano i credenti all’amore, alla solidarietà, alla compassione, anche nei confronti di ebrei e cristiani, i quali sono pur sempre discendenti di Abramo:

“In verità, coloro che credono, siano essi giudei, nazareni o sabei, tutti coloro che credono in Allah e nell’Ultimo Giorno e compiono il bene riceveranno il compenso presso il loro Signore. Non avranno nulla da temere e non saranno afflitti” (sura 2, versetto 62).

Né Magdi Allam, né il centrodestra italiano e né tanto meno la Lega Nord fanno le dovute distinzioni nel contesto mediorientale attuale: non riconoscono che ci sono Stati a maggioranza islamica, i cui rispettivi Presidenti promuovono la collaborazione tra Islam e Cristianesimo (nel preambolo della nuova Costituzione egiziana, ad esempio, è stato inserito un riferimento alla Vergine Maria, riconosciuta e venerata anche nell’Islam come la madre del più grande dei profeti) e neppure riconoscono che altri Stati fomentano e armano il terrorismo, come l’Arabia Saudita e il Qatar (i quali sono tuttora alleati dell’Occidente).

Inoltre, a causa degli avvenimenti recenti, Matteo Salvini e gli altri esponenti della Lega Nord appaiono in televisione solo per commentare temi riguardanti l’immigrazione e il terrorismo. La posizione sull’immigrazione e sulle stragi nel Mediterraneo che ha assunto la Lega può essere condivisibile; il blocco navale richiesto da Salvini effettivamente è quello che qualsiasi Governo di buon senso farebbe. Tuttavia, a questa soluzione manca qualcosa, come manca allo stesso modo a coloro che si fanno promotori della solidarietà a tutti i costi: entrambi non riconoscono gli errori commessi dalle Nazioni Europee e dagli USA in politica estera, dal volere a tutti i costi togliere di mezzo capi di Governo non allineati alla loro visione del mondo e che avevano fatto dei loro paesi degli esempi di stabilità, di progresso e di tolleranza religiosa (come Gheddafi in Libia prima e Assad in Siria ora) , giustificando le proprie scelte con la bugia del “voler esportare democrazia” e ottenendo come risultato l’instabilità, l’estensione del terrorismo e di conseguenza l’aumento dell’immigrazione.

Per risolvere il problema di questo esodo immigratorio senza precedenti e le stragi nel Mediterraneo bisognerebbe cambiare totalmente rotta, scegliendo una strategia diplomatica e politica volta a migliorare i rapporti con i governi legittimi dell’Africa e del Medioriente, appoggiando e aiutando coloro che garantiscono la stabilità e lo sviluppo di quei paesi.

Aggiungiamo, inoltre, che da quando in TV e nei Talk Show la Lega ha iniziato a parlare di Islam, immigrazione e rom, i temi dell’economia, del lavoro e dell’Euro sono un po’ svaniti dal dibattito politico. Ciò è sicuramente un male perché, come abbiamo già detto, questo è il punto in cui la Lega meglio di altri ha saputo sviluppare, puntando su uomini di indubbia competenza.

Per concludere, la nuova Lega Nord targata Matteo Salvini è sicuramente riuscita a portare nel dibattito italiano delle novità positive ma allo stesso tempo ci sono aspetti del passato che difficilmente potranno mai cambiare. La base elettorale leghista, e il centrodestra in generale, rimarranno sempre fortemente islamofobi; la Lega non riconoscerà mai i diritti dei palestinesi e mai denuncerà i crimini di Israele commessi nei confronti dei primi. Difficilmente potremo vedere mai Matteo Salvini impegnato a difendere la legittimità di Bashar Al Assad in Siria e così sarà per altre situazioni internazionali.

Anche l’avvicinamento della Lega alla Russia non potrà superare mai certi limiti: non vedremo mai per esempio i leghisti manifestare contro la NATO e le basi americane in Italia. La Lega Nord non rappresenterà mai pertanto il partito campione dell’Eurasiatismo, tuttavia alcune battaglie condivisibili della Lega, per la loro utilità, posso essere condivise e appoggiate: rientrano in questa categoria la lotta alle sanzioni alla Russia e la lotta contro l’Euro e il TTIP.

UN COMMENTO

  1. In questo momento Salvini rappresenta il migliore alleato per America e Israele. La lega ricordiamoci è nata grazie a mani pulite..e già allora Bossi è sempre stato ben attento a fare ciò che gli americani gli chiedevano. Siamo in Italia terra di servi dei servi.

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