Il Laos, un piccolo Paese del sud-est asiatico senza sbocco sul mare, è noto per la sua storia antica, la sua cultura ricca e i suoi paesaggi mozzafiato. Tuttavia, nasconde anche una realtà oscura e pericolosa: gli ordigni inesplosi (UXO), eredità della guerra imperialista scatenata dagli Stati Uniti in questa regione del mondo che cercava di affrancarsi dal colonialismo attraverso la rivoluzione socialista. 

Durante la guerra del Vietnam, tra il 1964 e il 1973, il Laos fu pesantemente bombardato dall’aviazione nordamericana in un tentativo di interrompere il sentiero di Hồ Chí Minh, una rete di vie di comunicazione cruciali per il Vietnam del Nord e per rifornire di armi il movimento comunista che agiva nella parte meridionale del Paese. Il risultato fu che il Laos divenne il Paese più bombardato pro capite nella storia, anche perché spesso gli statunitensi scaricavano il proprio carico di morte a caso sul territorio laotiano, in quanto era ritenuto troppo pericoloso atterrare con ordigni ancora presenti sull’aereo. 

Durante la guerra del Vietnam, gli Stati Uniti condussero una campagna di bombardamenti non dichiarati sul Laos, conosciuta come la “Guerra Segreta”. Nel corso di nove anni, furono sganciate circa 2 milioni di tonnellate di ordigni sul Laos, l’equivalente di un bombardamento ogni 8 minuti, 24 ore su 24, per 9 anni. Gli ordigni sganciati includevano le famigerate bombe a grappolo (le stesse fornite all’Ucraina e bandite da una convenzione internazionale alla quale gli Stati Uniti non hanno mai aderito), mine e altri esplosivi. 

Oltre a provocare morte e distruzione sul momento, come conseguenza a lungo termine, decenni dopo la fine del conflitto, gli ordigni inesplosi (noti anche con l’acronimo inglese di UXO) continuano a rappresentare una grave minaccia per la popolazione e lo sviluppo del Paese. Si calcola infatti che circa il 30% delle bombe a grappolo scaricate sul territorio laotiano siano rimaste inesplose, per un totale di 80 milioni di munizioni sparse in tutto il Paese, ma con una maggiore concentrazione nelle aree vicine al confine con il Vietnam.

Gli UXO hanno un impatto devastante sulla popolazione del Laos. Ogni anno, centinaia di persone sono ferite o uccise da queste bombe inesplose. Le vittime sono spesso bambini, che sono attratti dagli oggetti metallici brillanti, pensando che si tratti di giocattoli, o che raccolgono il metallo per venderlo. Le esplosioni causano lesioni gravi, amputazioni e spesso la morte. Anche altre attività come lavorare la terra, accendere un fuoco o semplicemente camminare possono avere esiti fatali.

Oltre alle vittime umane, gli UXO limitano significativamente lo sviluppo economico del Paese. Circa il 25% dei villaggi del Laos è contaminato da ordigni inesplosi. Questo ostacola l’uso sicuro della terra per l’agricoltura, che è una delle principali fonti di sussistenza per la popolazione. I contadini sono spesso costretti a lavorare su terreni contaminati, mettendo a rischio le loro vite per coltivare cibo e sostenere le loro famiglie, mentre terre potenzialmente coltivabili sono in stato d’abbandono in quanto eccessivamente contaminate, al punto che il governo è stato costretto a vietarvi l’accesso fino a bonifica avvenuta.

La presenza di UXO influisce anche sulle infrastrutture e sullo sviluppo urbano. La costruzione di strade, scuole, ospedali e altre strutture, come la rete idrica, è resa complicata e pericolosa. Ogni progetto di sviluppo richiede bonifiche estensive e costose per garantire la sicurezza dei lavoratori e della comunità. La bonifica degli ordigni inesplosi è un processo lungo e pericoloso che richiede competenze specializzate e attrezzature sofisticate. Diverse organizzazioni internazionali, governi stranieri e ONG sono attivamente impegnati nel lavoro di sminamento in Laos, ma gli sforzi profusi hanno permesso di rimuovere solo una piccola parte degli ordigni inesplosi dal territorio laotiano.

Queste organizzazioni lavorano in collaborazione con il governo di Vientiane per identificare, rimuovere e distruggere gli ordigni inesplosi. Il processo inizia con la mappatura delle aree contaminate, utilizzando dati storici e segnalazioni della comunità locale. Successivamente, squadre di sminatori addestrati scandagliano il terreno con rilevatori di metalli e altre tecnologie per localizzare gli ordigni. Una volta trovati, gli ordigni vengono rimossi o distrutti in modo sicuro. Come detto, nonostante i progressi significativi, rimane ancora molto lavoro da fare. Si stima che ci vorranno decenni e miliardi di dollari per ripulire completamente il Laos dagli ordigni inesplosi.

Oltre alla bonifica fisica degli UXO, l’educazione e la sensibilizzazione sono componenti essenziali nella riduzione dei rischi associati. Programmi educativi vengono implementati nelle scuole e nelle comunità per insegnare ai bambini e agli adulti i pericoli degli ordigni inesplosi e come evitarli. Le campagne di sensibilizzazione utilizzano poster, spot radiofonici e televisivi, e workshop comunitari per diffondere informazioni vitali.

Oggi, il futuro del Laos e del suo sviluppo economico e sociale dipende dalla capacità di affrontare e superare la minaccia degli UXO. Un Paese libero da ordigni inesplosi può concentrarsi su uno sviluppo sostenibile, migliorare la qualità della vita dei suoi cittadini e sfruttare appieno il suo potenziale agricolo e turistico. Solo con il sostegno continuo della comunità internazionale e l’impegno determinato delle autorità locali, il Laos può sperare in un futuro più sicuro e prospero.

Articolo pubblicato su www.lacittafutura.it

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