L’avvocato Giorgio Carta, ex carabiniere, considerato uno dei maggiori esperti italiani di diritto militare, è il difensore di Pietro Costa, carabiniere, 32 anni, nel processo per violenza sessuale che lo vede accusato insieme al suo collega Marco Camuffo, 53 anni, per i fatti avvenuti la notte tra il 6 e il 7 di settembre a Firenze.
Il legale negli ultimi giorni è stato forse l’uomo più insultato del Paese a causa della frase: “Pietro è un bellissimo ragazzo, non ha bisogno di stuprare nessuno”. Diversi siti hanno pubblicato il sonoro, della durata di 50″, inizialmente uscito su Radio Capital, che comprendeva quest’affermazione e che ha suscitato, come si poteva facilmente prevedere, commenti durissimi.
Raggiunto al telefono dal conduttore radiofonico Giancarlo Loquenzi durante la diretta della trasmissione Zapping, in onda sulle frequenze di Radio 1, ha spiegato come mai ha profferito quella frase. Secondo il suo racconto, una giornalista lo ha tenuto al telefono per sedici minuti, senza avvertirlo che lo stava registrando, per poi pubblicare un brano molto più breve e che, se estrapolato dal contesto, assumeva un significato diverso.
L’intervistatrice aveva chiesto conferma del fatto che una delle due accusatrici, nelle dichiarazioni rilasciate agli inquirenti, avesse definito uno degli accusati come “bruttissimo” e lui le aveva risposto che sì, la ragazza si era riferita così all’altro militare e poi, visto che la (presunta) bruttezza di un imputato sembrava valere quasi come una prova di colpevolezza, lui le aveva risposto provocatoriamente che “Pietro è bellissimo”, solo per farle il verso, così da far notare l’assurdità dell’argomentazione.
Non siamo in grado d’affermare con certezza che il racconto dell‘avvocato Carta sia veritiero, ma se dovessimo sbilanciarci diremmo che sì, ci sembra inverosimile che una persona colta e preparata possa dire e soprattutto pensare simili baggianate, quindi c’è una forte puzza di bufala.
Del resto, la pratica di tagliare le risposte di una persona per poi attribuirgli parole tali da creare scandalo è molto diffusa, perciò riteniamo che sarebbe davvero interessante disporre dell’audio integrale della telefonata.
Esistendo una registrazione non si può mettere in dubbio che la frase sia stata pronunciata, quindi anche se si appurasse che la versione dell’avvocato corrisponde alla verità, qualcuno potrebbe magari obiettare che non si tratta di una vera e propria Fake News, ma non si può comunque negare d’essere davanti a una distorsione della verità.
Walter Quattrociocchi, responsabile di un gruppo di ricercatori del Laboratorio di Computational Social Science dell’Istituto di Alti Studi‘ di Lucca che hanno condotto un’approfondita ricerca sulla disinformazione in rete, considera le cosiddette bufale un problema secondario, mentre segnala come un fenomeno davvero preoccupante la “polarizzazione delle opinioni”.
Alcuni temi, quelli cosiddetti “divisivi”, portano le persone a fare una scelta di posizione netta, schierandosi in modo radicale su posizioni opposte, quando ciò avviene emerge la tendenza a selezionare le notizie, cercando delle conferme alle proprie idee e ai propri pregiudizi. È così che certe notizie palesemente false possono essere credute da un gran numero di persone. Ogni polarizzazione spezza in due la società ed è quindi intrinsecamente un male, rispetto al quale la credulità per quanto riguarda le bufale è soltanto uno dei sintomi.
Il caso del processo di Firenze polarizza non solo tra innocentisti e colpevolisti, ma coinvolge un’altra linea di frattura ideologica, quella tra chi simpatizza e chi invece contesta le forze dell’ordine e inoltre, come se non bastasse, tocca il tema, in questi ultimi mesi ancora più caldo del solito, del potere maschile e della violenza sulle donne.
Ma attenzione: il web non c’entra nulla, la fonte qui è stata la radio, anche se poi, come ormai avviene in maniera sistematica la notizia è rimbalzata tanto sulla carta stampata che sulla rete.
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I politici che si accusano a vicenda di divulgare Fake News sono tra i primi responsabili del problema della polarizzazione. Che alimentano di continuo portandosi l’un l’altro attacchi personali che a volte sfociano nell’insulto, forse perché quando si è poco credibili e non si ha niente di nuovo da proporre, far notare le debolezze dei rivali rimane l’ultimo argomento spendibile. così facendo però danno l’impressione di essere assai interessati a primeggiare nelle urne, ma per nulla ad occuparsi del bene comune.