di Stefano Bonilauri (direttore Anteo Edizioni) e Giulio Chinappi (Responsabile Asia di Anteo Edizioni)

Nguyễn Phú Trọng occupa l’incarico di Segretario Generale del Partito Comunista del Vietnam dal 2011, e tra il 2018 e il 2021 ha anche svolto il ruolo di Presidente della Repubblica Socialista del Vietnam. Sotto la sua leadership, il Paese ha dato vita ad una politica estera coerente con la tradizione storica vietnamita e allo stesso tempo adatta al contesto internazionale del XXI secolo, che può essere riassunta nella formula della “diplomazia del bambù”, una linea che il Vietnam ha lanciato sin dagli anni ‘90, quando ha dovuto sopperire alla scomparsa dalla scena dell’Unione Sovietica.

Quando usiamo l’espressione “diplomazia del bambù”, ci riferiamo alla capacità del Vietnam di intrattenere relazioni bilaterali positive con tutte le principali potenze mondiali senza per questo assumere una posizione di sudditanza nei confronti di esse. In poche parole, si tratta di mettere in equilibrio le diverse forze geopolitiche in competizione, al fine di perseguire l’interesse nazionale attraverso rapporti bilanciati con tutte le grandi potenze, senza dunque dare vita a nessuna forma di dipendenza.

Sotto la guida del Segretario Generale Nguyễn Phú Trọng, la “diplomazia di bambù” vietnamita ha raggiunto risultati notevoli, permettendo al Paese di restare equidistante rispetto alle più importanti potenze del nostro secolo secondo i principi di indipendenza, autosufficienza, multilateralismo e diversificazione. In questo modo, la Repubblica Socialista ha costruito una rete diversificata di partenariati globali e strategici che hanno contribuito ad alimentare lo sviluppo socioeconomico del Paese e ad accrescere il prestigio internazionale del Vietnam agli occhi degli altri governi e popoli.

Nell’ambito degli ultimi anni, l’applicazione della “diplomazia di bambù” si è tradotta soprattutto nel bilanciamento dei rapporti con Stati Uniti e Cina, due potenze che hanno grandi interessi nella regione del sud-est asiatico. Nel 2019, il governo vietnamita ha pubblicato il libro bianco sulla difesa, in cui venivano elencati i quattro “no”, ovvero le linee rosse che il Vietnam è deciso a non varcare quando si tratta di politica estera e di relazioni con le grandi potenze: nessuna alleanza militare, nessuna presa di posizione, nessun permesso di utilizzare il territorio vietnamita come base militare da parte di potenze straniere, nessun uso della forza nelle relazioni internazionali.

Di fronte al peggioramento del clima internazionale a seguito dell’acuirsi della crisi ucraina e delle tensioni sulle due sponde dello Stretto di Taiwan, il Vietnam ha saputo mantenere la sua posizione di coerente neutralità nelle dispute tra Paesi terzi, una linea che si è rivelata corretta, in quanto ha permesso al Paese di non invischiarsi in situazioni che non lo riguardano direttamente, attestandosi come partner affidabile che non pratica l’ingerenza e come promotore della pace e del dialogo nell’arena internazionale.

Nel gennaio di quest’anno, il Ministro degli Esteri Bùi Thanh Sơn ha ribadito che la “diplomazia di bambù” ha rafforzato lo status internazionale della nazione in mezzo alle crisi globali. Nonostante l’impatto di cambiamento climatico, epidemie e guerre si sia fatto sentire su tutto il pianeta, il Vietnam continua a mantenere la sua stabilità e crescita grazie a “una risoluta indipendenza, autonomia, multilateralizzazione, diversificazione e sostegno ai principi essenziali della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale, agli interessi nazionali e al suo popolo”, secondo le parole del diplomatico.

Oltre ai successi nelle relazioni bilaterali, la diplomazia vietnamita sotto la leadership del Segretario Generale Nguyễn Phú Trọng ha raggiunto grandi risultati anche nelle relazioni multilaterali. Il Vietnam si è infatti affermato come membro attivo e responsabile in tutte le organizzazioni e i meccanismi multilaterali ai quali prende parte, come le Nazioni Unite, l’ASEAN, l’APEC e i progetti di cooperazione nella regione del Mekong. Negli ultimi anni, il Paese ha occupato molti incarichi di primo piano in seno alle citate organizzazioni, e nel corso del solo 2022 ha svolto il compito di Vicepresidente della 77ma sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite ed è stato eletto come membro del Comitato intergovernativo dell’UNESCO per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale per il mandato 2022-2026.

Alla luce di queste considerazioni, è evidente come “la diplomazia del bambù” sotto la guida del Segretario Generale Nguyễn Phú Trọng abbia rafforzato il Vietnam sotto un ampio numero di punti di vista, nonostante un ambiente internazionale nel quale regnano le crisi e l’incertezza generalizzata. In particolare, il Vietnam ha identificato sei priorità diplomatiche per il 2023, che possiamo così riassumere:

– Consolidare un ambiente esterno stabile, pacifico e favorevole allo sviluppo, rafforzando tanto le relazioni bilaterali quanto quelle multilaterali;

– Mantenere la stabilità macroeconomica e promuovere lo sviluppo socioeconomico grazie al ricollocamento del Vietnam nelle catene di approvvigionamento globali e nella transizione verde;

– Rafforzare il coordinamento della diplomazia con la difesa e la sicurezza comprendendo la situazione del Mare Orientale e del confine terrestre, promuovendo in modo proattivo la cooperazione con i Paesi interessati;

– Promuovere una diplomazia moderna e globale;

– Mantenere il ruolo della diplomazia nella protezione preventiva della Patria;

– Costruire un contingente di diplomatici completi e competenti.

Nel primo semestre del 2023, il Vietnam ha dimostrato di continuare a perseguire la sua coerente linea di politica estera, seguendo le sei priorità diplomatiche precedentemente esposte e le linee guida fissate al 13° Congresso Nazionale del Partito Comunista e determinate dai piani di sviluppo socio-economico per il quinquennio 2021-2025. In questo 2023, abbiamo visto il Vietnam impegnato in numerosi vertici unilaterali e bilaterali, con la Repubblica Socialista che ha ricevuto importanti ospiti stranieri, mentre rappresentanti del governo vietnamita hanno risposto agli inviti provenienti da altri Paesi.

A proposito delle relazioni estere vietnamite, vale la pena di concludere ricordando che il 2023 segna anche il 50° anniversario dell’instaurazione delle relazioni diplomatiche bilaterali tra Italia e Vietnam, stabilite ufficialmente il 23 marzo 1973. L’Italia fu uno dei primi Paesi occidentali ad inaugurare le relazioni diplomatiche con il Vietnam, quando era ancora in corso il sanguinoso conflitto causato dalle forze imperialiste nel Paese, e le relazioni tra le due parti non hanno fatto altro che svilupparsi e migliorare negli ambiti economico, culturale e politico in questo cinquantennio, come dimostrano le numerose iniziative organizzate per celebrare questa importante ricorrenza.