
Il ministero degli Esteri russo ha lanciato un avvertimento all’ambasciatrice britannica, Deborah Bronnert, per il presunto coinvolgimento di “specialisti” inglesi nell’attacco con i droni contro la flotta russa in Crimea: ci saranno conseguenze “imprevedibili e pericolose”.
Londra continua a negare di essere coinvolta. Putin ritiene che gli inglesi siano anche dietro gli attacchi ai gasdotti Nord Stream.
Le forze russe che controllano la centrale nucleare di Zaporizhzhia cercheranno presto di “collegare le linee di comunicazione della centrale alla Crimea e alle aree occupate di Donetsk, Luhansk e Zaporizhzhia”. Lo sostiene Energoatom, l’operatore ucraino che gestisce le centrali nucleari del Paese, secondo cui il raid russo di mercoledì sulle ultime due linee ad alta tensione che collegano l’impianto alla rete ucraina, è stato “un altro tentativo” di renderlo “una parte del sistema energetico russo”.
Dopo l’attacco, la centrale è entrata in modalità di blackout totale ed è stato necessario azionare tutti i 20 generatori diesel, la cui autonomia è di 15 giorni.
Le interruzioni forzate della fornitura di energia elettrica, “daranno un impulso deciso alla natalità del Paese”. E’ la bizzarra opinione del ministro degli Esteri di Kiev, Dmytro Kuleba, espressa nell’intervista all’emittente spagnola Cadena Ser.
“Penso che, probabilmente, il tasso di natalità in Ucraina aumenterà a causa di questi blackout perché le persone devono stare a casa al buio. Quindi, questo è il momento migliore per fare l’amore e godersi la vita. E parlo sul serio”, ha detto Kuleba.
Anche la Bulgaria si appresta ad inviare armi all’Ucraina. E’ una svolta “bellicista” per il parlamento di Sofia, che sette mesi fa aveva deciso di fornire solo materiali per la ricostruzione delle aree colpite. Contrari solo il partito “Rinascita” e quello socialista. L’Ungheria, ad oggi, è l’unico Paese a non essersi “allineato”.
Ancora parole di fuoco da parte di Dmitry Medvedev. “Abbiamo l’opportunità di mandare tutti i nemici nella Geenna infuocata ma questo non è il nostro compito. Ascoltiamo le parole del Creatore nei nostri cuori e le obbediamo. Queste parole ci danno uno scopo sacro. L’obiettivo è fermare il comandante supremo dell’inferno, non importa il nome che usa: Satana, Lucifero o Iblis”. Lo ha dichiarato l’ex presidente russo in un messaggio in occasione della Giornata dell’unità nazionale.
“Perché il suo obiettivo è la morte. Il nostro obiettivo è la vita. La sua arma è una bugia intricata. E le nostre armi sono la verità. Ecco perché la nostra causa è giusta. Ecco perché la vittoria sarà nostra”, ha proseguito il vicepresidente del Consiglio di sicurezza della Federazione Russa, citato dal Guardian.