
Le solite note, la solita Juve! Nel match clou della venticinquesima giornata l’ottimo Napoli di Sarri non è riuscito a cambiare un ritornello che da cinque anni a questa parte monopolizza il nostro calcio: la Juventus, con o senza Conte, con o senza Tevez, con o senza aiuti degli arbitri sembra davvero imbattibile. I bianconeri hanno centrato così la quindicesima vittoria consecutiva e si sono portati a +1 sul Cuccio. Nell’altro scontro diretto, quello valido per il terzo posto, invece la Fiorentina all’ultimo respiro hanno regalato un’altra amarezza a Mancini e alla sua Inter. Stati d’animo opposti e altalenanti a Milano: se nel girone d’andata i “bauscia” erano alle stelle e i “casciavit” alle stalle, adesso è esattamente l’opposto con la banda Mihajlović che sembra aver trovato certezze ed entusiasmi mentre l’amico Mancio sembra davvero entrato in una grave crisi di nervi. In coda, l’inaspettato successo del Frosinone riapre i giochi, le squadre che ora rischiano sono quattro: le due impalpabili ed abuliche genovesi (Genoa e Sampdoria), l’Udinese e un Palermo dove le bizze del Zampa hanno creato una sorta di clima post otto settembre 1943.
Questa succulenta venticinquesima giornata ha fatto da apripista a un’importantissima tre giorni di Coppe Europee. Juventus e Roma hanno due impegni proibitivi ma non impossibili: i bianconeri, lo ripeto, sono forti per davvero e allo Juventus Stadium riceveranno un Bayern ancora imballato e fuori giri, se fossi uno scommettitore, punterei una discreta sommetta su un pareggio o su una vittoria bianconera di misura. Mercoledì invece, all’Olimpico di Roma, i giallorossi riceveranno il Real Madrid, che sulla carta equivale a scalare il Mortirolo, anche se a mio avviso Spalletti può giocare un bel scherzetto a Zidane. Il Real è una squadra che, dopo la cacciata del panzone Benitez, si sta di fatto autogestendo con un pupazzo in panchina, il gioco tutto basato sui singoli delle meringhe potrà essere stanato da uno Spalletti che però ci sembra ancora un po’ con le idee confuse sulla tattica da utilizzare per imbrigliare CR7 e soci; in questo caso scommetterei qualcosina su un pareggio o su una vittoria di misura dei galacticos. In quanto alle nostre squadre impegnate nell’Europa dei poveri rischiano Napoli e Lazio, impegnate in due autentiche bolge dantesche come quelle di Villareal e Istanbul, ma anche la Fiorentina che riceverà una delle squadre europee più in forma, il Tottenham. A mio avviso la squadra che rischia di più è il Napoli, questo perché quella di Sarri è una squadra poco fisica e molto tecnica che però dovrà vedersela contro una compagine dal tasso tecnico non inferiore, e che in più tra le mura amiche solita giocare ad altissima intensità. La Lazio, rispetto a Higuain e soci, è invece una squadra più fisica, “sporca” e cinica che potrebbe trovare pan per focaccia nella terra del sultano Erdoğan. Infine la Fiorentina: il Tottenham ha un discreto collettivo, qualche buona individualità (Eriksen, Kane), un ottimo tecnico, anche se vedo in questo momento i viola superiori e più smaliziati dei londinesi.
LAZIO – VERONA 5-2: nell’inusitato anticipo del giovedì, in ossequio al super-spezzatone pre-europeo (della serie “ce-lo-chiede-l’Europa!”), il Verona ha retto fin che ha potuto anche se alla fine ha dovuto capitolare contro la maggiore freschezza della Lazio. Delneri, nonostante tutto, sta facendo un lavoro encomiabile e merita solo applausi, in casa Lazio invece, nonostante la buona vittoria, continua a tirare una bruttissima aria: a volte è meglio l’ostilità che l’indifferenza.
CARPI – ROMA 1-3: quarta vittoria consecutiva per una Roma davvero rinata, il tutto è arrivato con uno Spalletti che, dal punto di vista tattico, tra girandole continue di moduli ci sta capendo poco della squadra a disposizione. Lucianone comunque, che non è un fesso, sta portando serenità in un ambiente umorale come una donna incinta (perdonatemi per la battuta sessista!), la stessa gestione di Ďzeko è stata ottima fino ad adesso tra carezze, pacche sulle spalle e qualche panchina. Al Braglia si è rivisto il bomber ammirato in casacca Manchester City, implacabile di testa e assiduo nelle sponde ai compagni. Quanto al Carpi, non lo vedo ancora spacciato: le partite terribili sono finite, anche se nelle prossime partite bisognerà vincere a tutti i costi, con un KL15 (Kevin Lasagna, of course!) così, però nulla è impossibile!
EMPOLI – FROSINONE 1-2: la grande sorpresa della giornata senza ombra di dubbio. All’Empoli non sono bastati oltre venti tentativi a rete e percentuali bulgare di possesso palla (70%) perché il campo inzuppato e fradicio ha fatto il gioco di una squadra fisica e tosta come quella gialloblù che, nonostante l’organico misero, ha mostrato tre elementi di tutto rispetto: il portirino Leali, fortissimo nell’uno contro uno, il terzino sinistro Pavlović e il “solito” bomber Ciofani, al suo settimo sigillo stagionale. Bravo il barbuto Stellone (che sembra Zaza da vecchio) a capire che se vuoi salvarti devi far giocare la coppia di centrali e la coppia di attaccanti che ti hanno portato i ciociari in A.
CHIEVO – SASSUOLO 1-1: risultato equo e salomonico tra due provinciali che fanno dell’organizzazione di gioco il proprio marchio di fabbrica. Nel Sassuolo Berardi continua a dimostrarsi inconcludente, forse anche perché non ha una spalla ideale al centro dell’attacco (Falcinelli e Trotta sono promettenti ma nulla più, Floccari era di altra pasta a mio avviso), merito anche dell’impeccabile e classica organizzazione difensiva all’italiana adottata da Maran, il prossimo anno però servirà trovare un vero bomber per continuare a restare in A senza patemi.
JUVENTUS – NAPOLI 1-0: una partita orripilante, anche se tatticamente molto interessante, che è stata decisa dal classico episodio; così si può riassumere in parole povere la partitissima giocata allo Stadium. Cinghialone Sarri ha voluto puntare sul pareggio ma la Dea Bendata gli ha sputato in faccia: la scelta di isolare in attacco Higuain e di portare lo scugnizzo Insigne sulla linea dei centrocampisti può essere letta in questo senso, però si sa, se quel tiro di Zaza non fosse stato deviato e fosse finito dritto in tribuna, oggi tutti griderebbero al capolavoro tattico del Napoli. Del resto, se una banda del buco come quella formata da Albiol e Kulibalì-Kulibalà non riesce a far vedere biglia al Morata o al Dybala di turno, è già un bel risultato e già da questi particolari si può evincere come il Napoli non sia assolutamente uscito ridimensionato da Torino. In quanto alla Juventus, il tanto sputtanato Allegri continua a dimostrarsi impeccabile nella gestione delle partite clou. Il bischero dalla fronte rugosa non ha sbagliato nulla: ha messo in campo una formazione camaleontica, capace di variare assetto tattico a seconda delle fasi di gioco (4-4-2, 3-5-2, 5-3-2), ha lasciato il pallino in mano agli avversari (che però si lasciava sai malvolentieri scoprire) per poi infilzarlo di contragolpe, tutte cose che i suo predecessore Conte mai si sarebbe sognato di fare: alla prima occasione Dybala ha fatto cilecca, alla seconda la quarta scelta Zaza, pur con la complicità di una deviazione, ha regalato il sorpasso. Stecca Morata, stecca Dybala, entra Zaza e segna: è anche da questi dettagli che si capisce la differenza tra una grande e un’ottima squadra!
MILAN – GENOA 2-1: nonostante qualche piccolo brivido nel finale, il Milan sembra finalmente una squadra, capace di colpire l’avversario a freddo, con il solito indio Bacca, e di ricolpirlo quando cerca di scoprirsi. Lo Sputacchione serbo, sempre schietto e incontenibile in sala stampa, sta finalmente dando quel qualcosa in più che un assoluto analfabeta della pedata come Inzaghi non poteva dare. La dura reprimenda nei confronti di Balotelli (palesemente un ex calciatore) al fischio finale testimonia, se non ce ne fosse il caso, che il pupillo del mitico Boškov ha gli attributi in acciaio inox; peccato solo che a Milanello siano meglio visti i signorsì che gli Uomini con la U maiuscola!
PALERMO – TORINO 1-3: la “nave sanza nocchiero in gran tempesta”, che ha appena visto il ritorno in fretta e furia del vecchio nostromo (col cappellino) Iachini per cercare di imbarcare l’equipaggio rosanero sulla classica scialuppa di salvataggio, è stata letteralmente sbertucciata da un Toro che sa esprimersi al meglio lontano dal gelo e dai mugugni di Torino. A proposito degli incontentabili tifosi del Toro, il grande Nereo Rocco diceva che se Moschino (Giambattista fantasista del Toro anni ’60, non Claudio del Vodafone Cervia!) segnava un gol da metà campo, i tifosi del Toro gli avrebbero rinfacciato che Valentino Mazzola segnava direttamente da casa sua!
SAMPDORIA – ATALANTA 0-0: l’Atalanta non vince una partita dai tempi di Strömberg credo, e nonostante ciò continua a non rischiare le paludi della bassa classifica. Gli orobici a mio parare stanno pagando la pessima forma del loro unico bomber, Pinillone, e la dipartita di un monumento come il Tanque Denis. La Samp invece è semplicemente una squadra senza capo né coda, costruita da cani prendendo scarti, pensionati e mezze tacche dalle altre squadre. Montella, in confusione completa, comunque ci sta mettendo del suo: Cassano finto centravanti va bene, ma se alle spalle gli metti un giocatore dalle stesse caratteristiche come Quagliarella, cioè un giocatore anarchico e casinista, non potrai mai segnare gol.
UDINESE – BOLOGNA 1-0: ha vinto la squadra che dispone di un autentico bomber di razza, parlo di Destro ovviamente, che ha segnato la rete decisiva con il classico dei gol “inventati” dai centravanti veri. Donadoni ha rischiato le due punte, Mastro Lindo Colantuono ha ritardato a carburare la prima linea ed è così stato giustamente punito. Noto comunque un eccesivo pessimismo dalle parti di Udine: la differenza tra quest’anno e gli anni scorsi sta solo nel fatto che Di Natale, con i suoi gol e le sue giocate spesso inventate dal nulla, ti portava in carniere almeno dieci punti; oggi Totò è sulla via della pensione e i povero Colantuono ha una mezza punta (Thereau) come cannoniere principale!
FIORENTINA – INTER 2-1: una partita da segno X è stata decisa da un episodio all’ultimo minuto. La Fiorentina sembra aver ritrovato brio e lucentezza nel gioco con il cambio di modulo, anche se l’impressione è che tra tante mezze punte e atipici, il povero Kalinić davanti sia sempre troppo solo e isolato. In quanto all’Inter, Sciarpetta è nella più completa para: dopo aver avallato una campagna mercato sciagurata, sta ancora scegliendo le formazioni tirando i dadi. Quest’Inter non può assolutamente permettersi tre attaccanti puri perché ha un centrocampo di pachidermi inetti e impacciati: con il bidonazzo Kondogbia e l’anarchico Epicbrozo, fermi come pali della luce, il povero Medel esce ogni partita sfinito e logoro e Palacio e Eder (due punteri puri) devono sfiancarsi nelle coperture, concetti calcistici semplici e basilari che evidentemente Mancini non è riuscito ancora a capire! C’è da dire che le botte di culo del girone d’andata e le parate di Handanović hanno celato un organico tutto sommato mediocre, mal costruito, mal gestito ma che non vale il terzo posto. E senza la Champions, con una società incapace di programmare e zeppa di debiti, ho paura che per l’Inter possano arrivare tempi più bui di questo!