“Mentre il nuovo medioevo talebano è ritornato sanguinosamente trionfante a Kabul, mettendo in crisi definitivamente il ruolo-guida degli USA e delle democrazie occidentali negli equilibri mondiali, e la pandemia minaccia, con rinnovata e allarmante virulenza, la convivenza civile e la ripresa economica, continua la cieca litigiosità quotidiana dei partiti della cosiddetta maggioranza di governo”. E’ durissimo lo sfogo di Raffaele Lauro, segretario generale di Unimpresa, di fronte alle schermaglie ormai quotidiane tra i partiti (ma anche all’interno degli stessi) che compongono la variopinta ammucchiata a sostegno del premier Draghi.

“Unimpresa, rincara la dose Lauro, guarda con estrema preoccupazione a questa deriva di irresponsabilità politica, alla vigilia del varo, da parte del Governo Draghi, della riforma del fisco, dalla quale dipendono le residue sorti di ripresa delle micro, piccole e medie imprese. Preoccupa, inoltre, come sia iniziato, già agli inizi di questo semestre bianco e non solo tra disinvolti commentatori retroscenisti, il balletto delle toto-candidature al Quirinale e, di conseguenza, a Palazzo Chigi”.

Per l’associazione che ha come funzione primaria quella di interpretare, affiancare e sostenere le micro, piccole e medie imprese che rappresentano l’asse portante dell’economia del Paese, “l’equilibrio, istituzionale e politico, anche nelle relazioni europee e internazionali, garantito da Mattarella e da Draghi, dovrebbe essere tutelato fino alla fine della legislatura, fondando sulle costanti ideali delle due personalità. Lo spirito di servizio alla Repubblica e alle istituzioni democratiche del primo, l’etica della responsabilità del secondo, non aduso, per cultura, formazione e storia, a lasciare incompiuti, o a metà strada, gli alti compiti affidatigli”.

Moltissimi i cambiamenti annunciati in pompa magna da Draghi e da i suoi. Tra i principali, una vera e propria rivoluzione delle aliquote Irpef, che dovrebbe portare ad un aumento in busta paga per i redditi medi. Tra le novità anche l’abolizione dell’Irap e il pagamento per il secondo acconto che sarà a rate. Un elenco di buone intenzioni che rischiano di non tradursi in misure concrete a causa dei continui mal di pancia tra gli azionisti di maggioranza del governo tecnico-politico in carica, dei “migliori” solo per capacità di litigare.

“Questa disgraziata legislatura, nata male, meritava di essere sciolta molto prima, ora sarebbe devastante”, conclude il segretario generale di Unimpresa, Raffaele Lauro.