Parte 1: l’ordine mondiale a guida USA
Parte 2: la nuova Guerra Fredda
Parte 3: la diplomazia coercitiva
Parte 4: la democrazia
Parte 5: l’unione tra Partito e popolo cinese
Parte 6: i diritti umani
Parte 7: “una sola Cina” e la questione di Taiwan
Parte 8: la questione dello Xinjiang
Parte 9: la questione di Hong Kong
Parte 10: i rapporti Cina-Russia e la crisi Ucraina
Parti 11 & 12: la regione dell’Indo-Pacifico
Falsità 13: i funzionari del governo cinese diffondono disinformazione.
Realtà: la Cina è la principale vittima della disinformazione, mentre gli Stati Uniti sono la principale fonte di diffusione della disinformazione.
◆ Con il duro confronto tra repubblicani e democratici, le menzogne abituali, il puntare il dito e lo scaricabarile delle colpe tra i politici sono diventati parte dell’ambiente politico degli Stati Uniti. Un sondaggio dell’Associated Press-NORC Center for Public Affairs Research e del Pearson Institute dell’Università di Chicago rivela che quasi la metà degli intervistati incolpa il governo degli Stati Uniti per la diffusione della disinformazione.
◆ Gli Stati Uniti hanno usato la disinformazione per lanciare molteplici guerre in tutto il mondo al fine di realizzare la loro agenda egemonica. Colin Powell, l’allora Segretario di Stato americano accusò l’Iraq di possedere armi di distruzione di massa con una provetta di “detersivo da bucato”. Gli Stati Uniti hanno accusato il governo siriano di aver usato armi biochimiche contro il proprio popolo con video falsi dei Caschi Bianchi.
Nel 2019, l’allora segretario di Stato americano Mike Pompeo affermò pubblicamente che “abbiamo mentito, imbrogliato, rubato… abbiamo fatto interi corsi di formazione. Questo ci ricorda la gloria dell’esperimento statunitense”.
Il 4 maggio 2022, il senatore repubblicano Rand Paul ha parlato senza mezzi termini in un’audizione al Senato: “Sapete chi è il più grande propagatore di disinformazione nella storia del mondo? Il governo degli Stati Uniti”.
◆ La manipolazione da parte dei politici statunitensi ha gravemente minato la credibilità dei media. Un sondaggio Gallup nel 2020 mostra che il 60% degli statunitense rimane ampiamente diffidente nei confronti dei media, tra i quali 33% non ha alcuna fiducia, ovvero 5 punti percentuali in più rispetto al 2019.
◆ Gli Stati Uniti hanno in più occasioni fabbricato numerose bugie e voci su questioni riguardanti il rintracciamento delle origini del Covid-19, lo Xinjiang, il Tibet, Hong Kong, la democrazia e i diritti umani, inclusa la cosiddetta “teoria della fuga dal laboratorio”, il “genocidio” e il “lavoro forzato”, che sono stati tutti smentiti dai fatti.
Da quando è scoppiato il conflitto Russia-Ucraina, gli Stati Uniti hanno continuato a diffondere disinformazione sulla Cina e ad avanzare accuse infondate contro di essa, al fine di sottrarsi alle proprie responsabilità per aver innescato il conflitto con l’espansione della NATO verso est. Il New York Times ha citato alti funzionari statunitensi anonimi che hanno affermato che la Cina aveva una precedente conoscenza dell’operazione militare russa in Ucraina. L’ambasciatore Linda Thomas-Greenfield, rappresentante degli Stati Uniti presso le Nazioni Unite, ha affermato in una riunione del Consiglio di sicurezza che la Cina aveva diffuso disinformazione a sostegno della Russia. Questa è pura invenzione e calunnia. Nel frattempo, come parte della feroce caccia alle voci diverse dalla propria, gli Stati Uniti hanno aggiunto etichette speciali ai tweet che condividono link di resoconti dei media cinesi, mentre chiudono un occhio sui media occidentali che in realtà raccontano bugie.
◆ Gli Stati Uniti hanno usato la disinformazione come strumento politico per attaccare e reprimere la Cina, e hanno formato una catena di approvvigionamento di retorica anti-cinese combinando finanziamenti sporchi, storie che distorcono i fatti e massicce campagne diffamatorie. In superficie, questa retorica anti-cinese proviene da alcuni organi di stampa e politici, ma ciò che si cela sotto è un’enorme catena di approvvigionamento guidata dal capitale: alcune istituzioni e organizzazioni degli Stati Uniti e di altri Paesi occidentali forniscono fondi sporchi per scopi politici a gruppi e individui anticinesi; alcuni think-tank e istituzioni accademiche inventano storie che distorcono i fatti per alimentare la retorica anticinese in tutto il mondo attraverso l’egemonia occidentale sull’opinione pubblica; e politici e media agiscono come portavoce diffondendo bugie e falsità sulla Cina in massicce campagne diffamatorie.
Adrian Zenz e l’Australian Strategic Policy Institute (Aspi), i quali hanno inventato numerose bugie relative allo Xinjiang, sono esempi tipici di tali “produttori di bugie”.
Adrian Zenz è un membro di un gruppo di estrema destra fondato dal governo degli Stati Uniti e un membro chiave di un istituto di ricerca anticinese istituito e manipolato dall’agenzia di intelligence statunitense. I suoi cosiddetti rapporti sullo Xinjiang non riflettono affatto credibilità, merito intellettuale o integrità accademica.
Come divulgato dai media, il Dipartimento di Stato dgli UA e i produttori di armi sono i principali sponsor stranieri dell’Aspi. I finanziamenti del solo Dipartimento di Stato hanno raggiunto quasi 1,4 milioni di dollari australiani all’anno, tutti diretti a progetti di ricerca che attaccano la Cina. L’Aspi ha diffuso una serie di bugie e disinformazione su questioni riguardanti il tracciamento delle origini del virus, lo Xinjiang e la sicurezza dei dati.
◆ Oltre a diffondere costantemente disinformazione sulla Cina, gli Stati Uniti hanno anche implementato misure per reprimere e contenere la Cina sulla base di tale disinformazione, inclusi progetti di legge e sanzioni relativi alla Cina. Nel dicembre 2021, con il pretesto delle loro cosiddette preoccupazioni sul “lavoro forzato”, gli Stati Uniti hanno approvato la legge sulla prevenzione del lavoro forzato uiguro, imponendo un divieto totale alle importazioni dallo Xinjiang. Questa è una mossa dannosa per denigrare la situazione dei diritti umani nello Xinjiang e una grave violazione del diritto internazionale e delle norme fondamentali delle relazioni internazionali.
◆ La Cina ha utilizzato fatti e cifre per dire la verità e confutare le bugie e le voci create e propagate dagli Stati Uniti. La Cina ha lo scopo di far sentire la verità, non di diffondere disinformazione. Invece di osservare i fatti di base, gli Stati Uniti hanno agito nel proprio interesse e hanno etichettato tutte le opinioni diverse dalle proprie come “disinformazione”. Si tratta, in sostanza, di egemonia e bullismo nel campo dell’opinione pubblica.