Trump domani sarà formalmente POTUS (President Of The United States).

Il tycoon, in una intervista a Fox News risponde alle critiche di chi gli rinfaccia di passare troppo tempo a twittare: “Non amo farlo: avrei altre cose da fare. Ma i media sono molto disonesti con me, la stampa è molto disonesta. E questo è perciò l’unico mezzo a mia disposizione per contrattaccare.

Quando qualcuno fa dichiarazioni false o incorrette su di me, posso così replicare. Se la stampa si comportasse in modo onesto, io non twitterei mai.”

E che i media, americani e non, abbiano dichiarato guerra al tycoon non è un mistero, in particolar modo la CNN, schierata sin dal primo istante al fianco della Clinton.

Gli stessi media, che pure hanno diffuso ogni sorta di informazione falsa, sui russi, su Assad, Gheddafi e Trump, tanto per citare solo alcuni casi, irritati e sgomenti dal fatto di non essere riusciti a condizionare l’elettorato in maniera determinante – venendo anzi scavalcati dalla controinformazione su Internet – hanno lanciato la crociata contro le “fake news”.

Le fake news, cioè le notizie false, che infestano Internet. Formalmente lo scopo sarebbe quello di fermare solo queste, ma in realtà l’obiettivo neanche tanto nascosto è quello di colpire la controinformazione.

E infatti Facebook si è subito adeguato, promettendo l’introduzione di un pulsante per segnalare, senza dover fornire alcuna spiegazione, qualunque pagina diffonda notizie non conformi a quelle elargite al pubblico dai media.

Trump definisce questa campagna “una caccia alle streghe”.

I media non allineati vengono sistematicamente boicottati. Qualche mese fa in UK chiusero i conti correnti bancari di RT, la TV russa, la quale subì diversi minacciosi avvertimenti da parte di vari politici occidentali, irritati per il suo successo planetario.

RT è stata una delle poche voci “di peso”, assieme alla Tass, a non demonizzare Trump e anzi a riportare correttamente le sue dichiarazioni e quelle di Putin in sostegno del neopresidente americano.

Proprio in queste ore, RT ha annunciato che Facebook le ha imposto un ban che durerà per tutto l’insediamento di Trump, durante il quale sono previste intense manifestazioni di protesta. Ban rientrato in serata.

Ovviamente, i media ostili a Trump faranno di tutto per dipingere costoro come cittadini arrabbiati e impauriti e per gettare fango sul neopresidente.

La Clinton e i media allineati hanno prima accusato Trump di decine di molestie sessuali, cosa molto buffa, dato che Bill Clinton le donne le ha davvero molestate, ma la moglie mise tutto a tacere, minacciando le vittime.

Non contenti, hanno accusato Trump di essere un agente russo, e di aver vinto grazie a dei non meglio identificati “hacker russi.”

In seguito, Buzzfeed ha pubblicato un dossier non verificato, fornito dall’FBI, il quale lo aveva ricevuto da McCain, senatore repubblicano, ma acerrimo nemico di Trump. In questo dossier si accusava Trump di essere andato a prostitute in Russia, e che i servizi russi avrebbero le prove, rendendolo così ricattabile.

Purtroppo per Trump, non sono solo i media ad avercela con lui, ma anche i servizi segreti, CIA in testa, i quali lo hanno più volte ammonito a non ammorbidire la posizione americana sulla Russia, la Siria o l’Ucraina e lo hanno “avvertito” di non rilasciare dichiarazioni di elogio per la Russia, dato che gli interessi nazionali sarebbero altri.

Principalmente, continuare a fare pressioni sulla Russia, nella vana speranza che questa consegni la Crimea – o Assad – agli USA.

La CIA si è anche spinta oltre, fabbricando un report con presunte prove, ovviamente secretate, in cui si accusava la Russia, addirittura Putin, di aver ordinato l’hackeraggio dei computer del Partito Democratico, e di aver manipolato le elezioni americane.

Putin si è sentito in dovere di intervenire in questa vicenda ormai da tempo surreale, facendo notare che quando Trump andò in Russia, fu molti anni addietro, quando nessuno immaginava si sarebbe candidato alle presidenziali USA: a che pro, allora, spiarlo?

Putin ha anche affermato che chi sta usando questi argomenti per colpire Trump, è molto peggio delle prostitute, dimostrando di non avere alcun limite morale.

Il presidente russo ha anche fatto notare come i presunti hacker non hanno comunque inventato nulla, limitandosi a rendere pubblici i documenti contenuti nei PC del Partito Democratico.

Sergej Lavrov, il ministro degli Esteri russo ha poi ritorto le accuse di aver influenzato le elezioni americane, sostenendo che Francia, U.K. e Germania si siano intromesse negli affari interni americani, fatto campagna per la Clinton e demonizzato Trump. “Sono stanco di sentire accuse del genere rivolte alla Russia”.

In particolare, Lavrov ha fatto notare che Theresa May, Boris Johnson, Hollande, la Merkel e altri hanno più volte espresso disprezzo o paura per una possibile affermazione di Trump e dato invece sostegno alla Clinton.

La Russia, invece, ha sempre espresso il desiderio di lavorare di concerto con gli USA di Trump, il quale a sua volta ha più volte affermato di non volere lo scontro con Mosca.

Intanto, il governo russo ha prolungato di altri due anni l’asilo politico di Snowden. Questo nonostante i servizi americani avessero suggerito che Mosca potesse consegnarlo agli USA come dono per Trump.

Maria Zakharova, ha replicato asserendo che queste dichiarazioni sono frutto di una mente traditrice.

Trump dovrà guardarsi le spalle durante l’intera presidenza. Ogni suo passo, gesto o parola sarà presentato dai media in maniera distorta, rimpicciolendolo se positivo o ingigantendolo se negativo.

Non potrà fidarsi dei servizi segreti, e neppure dell’FBI, che finora ha dato prova di enorme cerchiobottismo accettando di riprendere le indagini sulla Clinton, poi richiudendole frettolosamente e in generale non facendo nulla per proteggere il neopresidente da calunnie di ogni sorta.

Trump avrà contro ovviamente i Democratici, ma anche una buona parte del suo stesso partito, il quale ha fatto di tutto per cercare di fermarlo, compreso aiutare la Clinton durante la campagna elettorale. In particolare, i suoi nemici sono i neocon come McCain, irreversibilmente russofobi e pronti a tutto.

La Clinton e McCain hanno supportato l’ISIS e altre formazioni analoghe; hanno sostenuto le Primavere Arabe e il golpe in Ucraina. Hanno poi guidato la più possente campagna di odio etnico dal secondo dopoguerra, quella contro i russi.

Ciò che davvero non gli viene perdonato, è la sua voglia di intessere buoni rapporti con la Russia e di voler rinunciare a gran parte dell’apparato imperiale americano.

Trump vuole migliorare le relazioni con la Russia, il che vuol dire accettare (quindi) che Assad resti al potere (e che la Crimea sia e resti russa). Il che equivale a sconfessare la politica americana degli ultimi 8 anni.

Vuole smantellare o almeno ridimensionare la NATO e sbarazzarsi dei trattati di libero scambio, e questo vuol dire non solo sconfessare la politica americana degli ultimi 70 anni, ma anche colpire interessi economici e politici enormi, basti pensare all’industria degli armamenti e alla elefantiaca macchina militare americana.

Tutto il resto – accuse di sessismo, di razzismo, etc – sono solo fumo negli occhi.

Un’impresa praticamente disperata, un tentativo, forse proprio letterale, di suicidarsi, magari.

Tuttavia, se c’è qualcuno che può riuscire a disarmare quest’accozzaglia, questi è proprio Donald Trump, il quale ha trionfato non solo contro la Clinton, ma anche contro la decina di candidati ostili mandatigli contro dal Partito Repubblicano.

E per farlo, Trump dovrà necessariamente far pulizia sia dentro il suo stesso partito che all’interno dei servizi segreti.

Massimiliano Greco

 

UN COMMENTO

  1. Complimenti x l’articolo, condivido tutta la sua analisi, ora si capisce perché sono scesi in campo calibri da 90 come Trump, Tillerson ecc …per reggere l ‘urto di uno scontro fra interessi titanici.

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