Si può solo immaginare l’entusiasmo provato da tecnici e ingegneri italiani, insieme ai loro colleghi egiziani della compagnia ‘Egas’, quando, dal prospetto esplorativo “Zohr” (pozzo che ‘pesca’ a 1450 metri di profondità subacquea, nel blocco Shorouk, a 107 Km a Nord di Port Said), sono arrivate le conferme definitive della presenza di un mega-giacimento di gas naturale capace di 850 miliardi di metri cubi (equivalenti a cinque miliardi e mezzo di barili di petrolio), esteso per circa 100 Kilometri quadrati.

Il giacimento supererebbe di 130 miliardi di metri cubi persino ‘Leviathan’, il supergiacimento situato al largo della Palestina occupata, che era ritenuto finora il maggior deposito di gas naturale nel Mediterraneo. La scoperta rafforza ulteriormente la posizione dell’Egitto nel mercato internazionale del metano (secondo esportatore africano dopo l’Algeria) e rassicura sul fatto che, pur con la costante crescita del consumo interno, Il Cairo potrà rimanere un paese esportatore di gas naturale ancora a lungo (dal 2009 a oggi, con la crescita del consumo interno di energia, l’export si era costantemente ridotto).

L’AD di Eni Claudio Descalzi é immediatamente partito per l’Egitto, per aggiornare sulla scoperta il Presidente Al-Sisi e per conferire col Premier Ibrahim Mahlab e col titolare del Ministero delle Risorse petrolifere e minerarie, Sharif Ismail. “La strategia che ci ha portato a insistere nella ricerca nelle aree mature di paesi che conosciamo da decenni si è dimostrata vincente – ha dichiarato Descalzi – a riprova che l’Egitto presenta ancora un grande potenziale. Questa scoperta storica sarà in grado di trasformare lo scenario energetico di un intero paese, che ci accoglie da oltre 60 anni”.

Parole che trasudano soddisfazione e che, é il caso di ricordare, non sarebbero mai state pronunciate, o almeno, non lo sarebbero state in Italiano, se non fosse stato per il coraggio, l’intraprendenza e la visione di un uomo (Enrico Mattei) che ebbe l’ardire di immaginare un’Italia autonoma e autorevole, centro del mercato dell’energia in tutte le sue forme, proiettata verso i paesi in via di sviluppo ed emergenti. Un sogno la cui realizzazione é da tempo minacciata dalle scelte di politicanti di piccolo cabotaggio la cui ‘prospettiva storica’ non va oltre la prossima leggina di stabilità e oltre il prossimo ‘compitino’ (a base di svendite e privatizzazioni a favore dei soliti noti), da consegnare a Frau Merkel e Draghi.

Paolo Marcenaro