
Innanzi tutto, vorrei ringraziare tutti voi per essere qui a partecipare al Simposio odierno. Quest’anno segna l’inizio del 13esimo Piano Quinquennale cinese, un documento importante che fornisce un quadro generale dello sviluppo economico e sociale della Cina del futuro, e col quale si apre una interessante finestra di opportunità per gli amici italiani. Al fine di aiutare costoro a comprendere il documento e fare ricerca in materia, l’Ambasciata di Cina ha tradotto e pubblicato il profilo del 13esimo Piano Quinquennale per l’Economia Nazionale e lo sviluppo sociale della Repubblica Popolare Cinese in lingua italiana. Qui, vorrei cogliere l’occasione di condividere alcuni dei miei punti di vista con voi.
Prima di tutto, vorrei suggerire che abbiamo bisogno di capire i concetti base attorno a cui si articola il nuovo Piano Quinquennale, cioé i “Cinque Principii”, i “Quattro tipi di indicatori” e la “Linea Comune”.
I “Cinque Principii” includono l’innovatione, la coordinazione e lo sviluppo condiviso, aperto ed ecologico, come fattori animanti del 13esimo Piano Quinquennale. In primo luogo, l’innovazione è il motore principale dello sviluppo. Dobbiamo attuare una strategia di sviluppo guidato dall’innovazione, facendo sforzi coerenti per incoraggiare il pubblico per avviare imprese e produrre innovazioni. In secondo luogo, la Cina deve attenersi a un modello di sviluppo coordinato, promuovendo un nuovo tipo di urbanizzazione e la modernizzazione dell’agricoltura cinese. In terzo luogo, la Cina darà la massima priorità per fare progressi ecologici e far sì che lo sviluppo economico non contrasti col mantenimento di un cielo blu, una terra verdeggiante ed acque fresche e limpide. In quarto luogo, la Cina deve fermamente perseguire un strategia di apertura con mutui benefici, e impegnarsi a sviluppare un’economia sempre più aperta. In quinto luogo, lo sviluppo condiviso dovrebbe essere perseguito per far sì che le persone condividano i suoi frutti, godano di una vita migliore in termini materiali, e riescano anche a vivere una vita intellettuale e culturale più soddisfacente.
Incentrato su questi “Cinque principii”, il 13esimo Piano Quinquennale chiarisce, inoltre i “Quattro tipi di Indicatori”.
Il primo tipo è quello degli indicatori di sviluppo economico.
Noi regoliamo la crescita economica su un tasso medio di crescita annua di almeno 6,5%, e la produttività del lavoro pro-capite é aumentata da 87.000 RMB a oltre 120.000 RMB.
Il secondo tipo è quello degli indicatori di sviluppo guidato dall’innovazione.
Gli investimenti della Cina in ricerca e sviluppo dovrebbero raggiungere il 2,5% del PIL, e il contributo di progressi scientifici e tecnologici alla crescita economica dovrebbe arrivare a raggiungere il 60%.
Il terzo tipo è l’indice di sostentamento e del benessere delle persone.
La Cina avrà quest’anno un reddito pro capite aumentato del 6,5%, che aiuterà quasi 60 milioni di residenti di zone rurali a uscire dalla povertà, e raggiungere un anno alla propria speranza di vita media.
Il quarto tipo di indicatore riguarda le risorse e gli impatti ambientali; Dovremmo mirare a garantire che il consumo di acqua, consumo di energia e le emissioni di anidride carbonica per unità di PIL siano rispettivamente ridotte del 23%, del 15% e del 18%, e che la qualità dell’aria delle città rimanga buona o eccellente per il 80% dell’anno.
Questi indicatori specifici costituiscono un “sistema di coordinate” per il futuro della Cina, che lo influenzeranno sia dirigendo il sviluppo del paese e sia incoraggiando il governo a migliorare la situazione in ciascuno di questi quattro ambiti.
Per la miglior possibile implementazione dei “Cinque Principii” e per il raggiungimento dei risultati desiderati sui “Quattro tipi di Indicatori” dobbiamo mantenere una Linea Comune con molta fermezza per facilitare una riforma che dovrebbe venir promossa da cinque misure:
1) innanzitutto taglieremo l’eccessiva capacità industriale riducendo la produzione di acciaio grezzo di 100-150 mln di t entro cinque anni, eliminando nel contempo la capacità industriale del carbone per circa 500 mln di t tra i prossimi tre e i prossimi cinque anni.
2) secondariamente ridurremo l’inventario. E’ importante non soltanto promuovere l’urbanizzazione dei lavoratori migranti, ma favoriremo l’acquisto di spazi immobiliari che adesso sono solamente affittati; questo verrà fatto con criteri di gradualità.
3) poi porteremo avanti una politica di “deleveraggio”. Attualmente il rating di debito del Governo Cinese, sia centrale che locale, ammonta al 40 per cento, significativamente più basso del livello (pur ritenuto cauto) del 60 per cento permesso in Europa, che garantisce che i rischi finanziari rimangano sotto controllo. Nel frattempo prenderemo misure proattive e costanti per diminuire ulteriormente i rischi provenienti da un alto leveraggio economico.
4) quindi abbasseremo i costi corporativi. Stiamo facilitando le imprese riducendo i loro carichi fiscali e aggiustando il rateo di deposito dei “Cinque tipi di Assicurazione Sociale e Fondo per la Casa”.
5) infine miglioreremo gli ‘anelli deboli’. Spingeremo lo sviluppo di nuove industrie con nuovi tipi di vantaggi e facilitazioni, trasformando, migliorando e spingendo a evolversi industrie di vecchio tipo e sviluppando cause sociali. Solo in questa maniera gli anelli più deboli potranno migliorare e rafforzarsi nel più breve tempo possibile.
Le cinque misure affrontano i principali problemi dell’economia cinese sia in ‘aggiungere’ che in ‘sottrarre’; inverando così una delle priorità di questo processo di riforma.
Cari amici,
Allo stato attuale delle cose, le prestazioni generali dell’economia cinese continuano a essere stabili ed a muoversi in una directione positiva. Quest’anno l’economia cinese ha ottenuto risultati lusinghieri nei primi mesi. Il PIL della Cina nel primo trimestre ha registrato un aumento del 6,7% rispetto all’anno precedente, con la creazione di 3,18 milioni di nuovi posti di lavoro urbani. Importazione ed esportazione, il valore aggiunto del settore industriale, l’investimento in capitale fisso, il totale delle vendite al dettaglio di beni di consumo e altri indicatori sono migliori di quanto previsto. Lo sviluppo di nuove forze traenti è accelerato e il numero di nuove imprese fondate quotidianamente ha raggiunto la cifra di 11.700 al giorno, con un incremento del 25,9% rispetto all’anno precedente.
Recentemente, l’FMI ha abbassato le previsioni di crescita economica mondiale, mentre alzato le previsioni per la crescita economica della Cina dello 0,2%. Questo dimostra che le misure di trasformazione economica della Cina stanno ottenendo risultati positivi, e sono completamente riconosciute a livello internazionale.
Nei prossimi cinque anni in Cina l’urbanizzazione e la crescita della domanda dei consumatori nazionali, tra cui una crescente classe medio-alta, continuerà a fornire un grande potenziale per l’economia non solamente cinese ma anche per quella per quella del mondo intero.
Secondo il rapporto ricchezza 2015 emesso dal “Credit Suisse Research Institute”, il numero della popolazione della classe media cinese é arrivato a 109 milioni di persone, la cui ricchezza ha raggiunto la cifra 7,34 miliardi di dollari nel 2015.
Secondo l’FMI, il contributo dell’ economia cinese alla crescita economica mondiale raggiungerà il 30% entro il 2020.
Cari amici,
l’Italia é un partner strategico per la Cina. Speriamo che il ciclo economico italiano veda nel prossimo futuro avverarsi prospettive di crescita e prosperità che diano la necessaria confidenza per approfondire e intensificare la cooperazione bilaterale nel “Sistema Coordinato” delineato dal 13esimo Piano Quinquennale.
In primo luogo, continuiamo ad aprirci all’esterno e a realizzare la cooperazione con prospettive di mutuo vantaggio. Negli ultimi anni, la profondità della cooperazione bilaterale tra imprese é stata approfondita notevolmente. Aziende cinesi come Huawei e Weichaicare hanno ottenuto grande successo in Italia. L’azienda italiana Brembo ha acquisito il 66% del capitale di ASIMCO Meilian Technology Brake Co.Ltd. E la Ferrero ha istituito una base di produzione a Hangzhou, in Cina.
Questi esempi di cooperazione reciprocamente vantaggiosa hanno portato nuovi posti di lavoro e ricchezza per i due i partner. Apprezziamo l’atteggiamento aperto e positivo del Governo italiano verso la cooperazione con la Cina, nel frattempo, come ha sottolineato il Primo Ministro Li Keqiang, la Cina ha intenzione di rimanere una terra interessante per le prospettive di investimento straniere.
In secondo luogo, dobbiamo proseguire con spirito pionieristico; le aziende cinesi e quelle italiane possono avvantaggiarsi dalle capital technologies e dalle esperienze di internazionalizzazione dei rispettivi partner per rafforzare la cooperazione in campo scientifico, tecnologico, in quello delle produzioni di alta fascia, in quello del risparmio energetico, della tutela ambientale, in quello dell’assistenza medica e sanitaria, in quello dell’agricoltura moderna e del fashion e così via.
Noi possiamo inoltre scoprire come portare avanti cooperazione nei campi delle fusioni e acquisizioni e in quello della costruzione di infrastrutture in Europa, nel frattempo ci si svilupperà anche nei mercati di terza parte, come quelli africani e in altri luoghi ancora, al fine di rafforzare la cooperazione nella produzione e nello sviluppo su scala globale.
In Cina accogliamo con favore anche le aziende italiane ansiose di collegarsi alle locali reti di commercio elettronico per la promozione di prodotti italiani di alta qualità.
In terzo luogo, dovremo cooperare a tutti i livelli con una prospettiva di lungo periodo. La cooperazione italo-cinese non deve essere limitata, ma ambedue le parti dovrebbero al contempo migliorare l’integrazione industriale e rafforzare il management e la cooperazione delle catene industriali e logistiche, combinando i vantaggi delle strategie di sviluppo delle risorse di mercato e dei fattori economici. Intanto, però, le due parti dovrebbero ulteriormente espandere la propria cooperazione anche nei campi della cultura, dell’istruzione, della scienza e della tecnologia, accelerando lo scambio di personale e forgiando una comunità di interessi italo-cinesi che guardi soprattutto al futuro.
Cari amici,
allo stato attuale, la Cina e l’Italia si trovano in fasi critiche del loro sviluppo economico.
Sono completamente d’accordo con quello che il Professor Marco Simoni e altri esperti hanno detto: le economie dei due paesi sono più complementari rispetto a prima, e i loro punti di incontro superano quelli del passato.
Il 13esimo Piano Quinquennale ha programmato una tabella di marcia di cinese verso una riforma globale, aprendo una nuova porta di opportunità per la cooperazione con i partner mondiali, Italia compresa. Pertanto, il 13esimo Piano Quinquennale appartiene alla Cina ma anche al mondo e all’Italia.
Il Governo italiano è ora nella fase di attuazione di una serie di riforme e di misure, che hanno migliorato la situazione economica per riportare il paese alla fase di crescita, migliorando la competitività internazionale del “Made in Italiy”, e avviare nuovi contributi scientifici, le nuove tecnologie e nuove industrie.
La Cina ha fiducia per il futuro promettente che si intravede per l’Italia e per le prospettive che questo avrà sulla cooperazione bilaterale. Io credo che dovremmo fare sforzi congiunti e cogliere ogni opportunità, per dare il massimo contributo allo sviluppo e al benessere dei popoli dei nostri due paesi.
Grazie mille!
Traduzione a cura di Paolo Marcenaro